GIULIA (Julia)
Figlia di Augusto. Nata a Ottaviano da Scribonia nel 39 a. C., quando egli passava a nuove nozze con Livia. A quattordici anni G., unica figlia del princeps, sposò M. Claudio Marcello, sedicenne, figlio di primo letto di Ottavia, la sorella di Augusto; nozze che dovevano rappresentare la designazione alla successione per il giovane Marcello. Nel 23 a. C., dopo due anni di matrimonio, G. restò vedova: due anni dopo, nel 21 a. C., Augusto la fece sposare ad Agrippa, nuovamente come segno di designazione al supremo potere. Da queste nozze G. ebbe parecchi figli: anzitutto, nel 20 a. C., C. Cesare, poi nel 17 a. C., L. Cesare, ambedue adottati da Augusto nel 17 a. C. stesso, e morti rispettivamente nel 4 e nel 2 d. C.; e inoltre due figlie, Giulia ed Agrippina, e un figlio nato dopo la morte del padre stesso, Agrippa Postumo. Nel 12 a. C. Agrippa moriva improvvisamente, lasciando nuovamente vedova G. la quale, dopo qualche tempo, sposava Tiberio per volontà del padre e soprattutto per volontà della matrigna, Livia. Tiberio, che per G. aveva dovuto a malincuore separarsi dalla moglie Vipsania, nella nuova consorte trovò un temperamento che per lui era impossibile, per la sua sensualità, la sua smania di godimenti e di potenza, per il suo orgoglio. La vita dissipata condotta da G., motivo di scandalo in Roma, condusse Tiberio alla separazione, e G. alla relegazione (2 a. C.) per ordine del padre, in un'isola deserta (Pandataria, odierna Ventotene). Il confino le fu poi commutato, e le fu assegnata come residenza Reggio; alla morte del padre, privata dei suoi assegni da Tiberio, morì dopo poche settimane.
Bibl.: Prosop. Imp. Rom., II, p. 222, n. 420; V. Gardthausen, Augustus u. seine Zeit, I, iii, Lipsia 1904, p. 1095 segg.; Fitzler, in Pauly-Wissowa, Real-Enc., X, col. 896 segg.; J. J. Bernoulli, Röm. Ikonog., II, i, p. 129 segg.