GIULIA
. Nome di quattro donne della Siria discendenti di un Bassiano, sacerdote del Sole in Emesa, le quali nel II e III secolo d. C. ebbero in Roma il titolo di Augusta e una notevole parie nell'agitata vita della corte imperiale.
Giulia Domna (Iulia Domna). - Figlia di Bassiano, fu l'autrice della fortuna della sua casa, avendo sposato Settimio Severo, allora legato propretore della Gallia Lugdunense, il quale doveva averla conosciuta nel 182, quand'era in Siria. G. diede al marito due figli, Caracalla (v.) e Geta (v.). Quando Settimio Severo divenne imperatore, G. ebbe un nemico nel potente prefetto del pretorio, Plauziano, ond'essa si appartò, formando intorno a sé un circolo di uomini dotti, nel quale si discutevano problemi di letteratura, di filosofia e di religione. A sua istanza, Filostrato (v.), scrisse la vita di Apollonio di Tiana. Cercò di metter la pace tra i due figli, ma non le riuscì. Dopo la morte di Severo, Geta fu ucciso nelle sue braccia ed essa fu ferita a una mano (212). Il figlio Caracalla le concesse grandi onori, e le lasciò gran parte nel governo dell'impero. Durante la spedizione di Caracalla contro i Parti, essa si fermò ad Antiochia, ove ebbe notizia della morte del figlio (aprile 217). Vista crollare la sua fortuna, si fece morire di fame, dopo di aver tentato di trafiggersi.
Giulia Mesa (Iulia Maesa). - Figlia di Bassiano e sorella di Giulia Domna, sposò Giulio Avito, ed ebbe due figlie, Giulia Soemiade e Giulia Mamea (v. appresso). Visse con la sorella a Roma ma dopo l'uccisione di Caracalla (217) dovette stabilirsi, per ordine di Macrino, nella nativa Edessa. Era donna abile e ambiziosa. Tramò a favore del nipote Eliogabalo, figlio di Giulia Soemiade, e quando costui fu proclamato imperatore contro Macrino (218), lo accompagnò nella marcia verso Antiochia, e si dice che nella battaglia avvenuta sotto le mura di questa città, abbia trattenuto i soldati fuggitivi, contribuendo alla vittoria. A Roma ebbe nelle mani il governo dello stato più della madre stessa dell'imperatore. Non essendo riuscita a moderare gli eccessi del degenerato Eliogabalo, favorì la causa dell'altro nipote, Alessandro (Severo, figlio di Mamea), e morì poco tempo dopo che Eliogabalo fu ucciso (222), non sappiamo con precisione quando.
Giulia Soemiade (Iulia Soaemias Bassiana). - Figlia di Giulia Mesa e di Giulio Avito, sposò Vario Marcello, ed ebbe tra i figli Eliogabalo. G., insieme con la madre Mesa, si adoperò a mettere Eliogabalo nelle grazie delle milizie romane della Siria. Quando Eliogabalo fu proclamato imperatore (218), lo seguì ad Antiochia e a Roma. Donna non esemplare, lasciò vivere il figlio nei bagordi; avida del lustro imperiale, volle partecipare a sedute del senato, e creò un senato femminile (senaculum). Fu uccisa insieme col figlio.
Giulia Mamea (Iulia Avita Mamaea). - Figlia secondogenita di Giulia Mesa e di Giulio Avito, sposò in seconde nozze Gerio Marciano, nativo anche lui della Siria, di famiglia non nobile. Ebbe un figlio, Alessiano o Alessandro, col quale si trasferì a Roma, nel 218, avendo cura di tenerlo lontano dalla vita scandalosa della corte di Eliogabalo. Quando questi fu ucciso (marzo 222), per una sollevazione militare a cui Mamea non fu estranea, Alessandro rimasto solo imperatore, era ancora un ragazzo (vedi alessandro smero); ond'essa ebbe in realtà nelle mani la direzione del governo dello stato. Seppe far sì che il giurista Ulpiano fosse nominato prefetto del pretorio, favorendo in tal guisa la restaurazione del potere civile sul militare. Per conciliare al figlio le simpatie dell'esercito, non esitava ad affermare che Alessandro era figlio di Caracalla. Ma se questo poté avere qualche efficacia dapprima, non ne ebbe nessuna in seguito. L'esercito era malcontento dell'indirizzo del governo, e rivolgeva le sue ire contro Mamea, ch'era accusata di troppa avidità e chiamata responsabile dei disastri di Oriente. In una sedizione militare presso Magonza fu uccisa insieme con il figlio (235).
Bibl.: H. Schiller, Gesch. d. röm. Kaiserzeit, I, Gotha 1883, pp. 738, 754, 759 segg. (Domna); 760, 762 segg. (Mesa); 760, 765 segg., 774 segg., 783, 901 (Mamea); 901 (Soemias); Pauly-Wissowa, Real-Encycl., X, col. 916 segg.