FRASI, Giulia
Scarsissime sono le notizie biografiche su questa cantante nata a Milano prima del 1730 e attiva in Inghilterra. Aveva un fratello più giovane di nome Giovanni che, come lei, si stabilì in Inghilterra e vi morì nel 1795 a 65 anni, dopo aver lavorato a lungo come sarto-ricamatore del principe di Galles. La F. fu allieva del compositore milanese G.F. Brivio e più tardi, quando si trasferì a Londra - forse al seguito del Brivio -, dello storiografo e musicista inglese Ch. Burney.
All'inizio della sua carriera, la F. interpretò solo ruoli secondari e a volte parti maschili, come era consuetudine dell'epoca. Il suo debutto avvenne il 2 nov. 1742 al King's theatre di Londra nel pasticcio Gianguir di G.B. Lampugnani, Brivio e J.A. Hasse, nel ruolo di Mahobeth. Seguì la parte di Emira nel pasticcio Mandane di Brivio (12 dic. 1742), un ruolo in Enrico di B. Galuppi (12 genn. 1743), la parte di Roxana in Temistocle di N.A. Porpora (22 febbr. 1743) e quella di Tassile in Rossane o Alessandro nelle Indie di G.Fr. Händel - G.B. Lampugnani (aprile 1743). Nelle stagioni seguenti, sempre al King's theatre, cantò in Alfonso di Lampugnani (3 genn. 1744), nel ruolo di Garzia, in L'incostanza delusa di Brivio (9 febbr. 1745), in La caduta dei giganti di C.W. Gluck (18 genn. 1746), nella parte del gigante Briareo. Cantò inoltre in lavori di M. Capranica, A. Caldara, F.M. Veracini, D. Terradellas, P.D. Paradies e altri.
In questi anni di intensa attività artistica fu notata da Händel, il quale, apprezzandone le doti canore e soprattutto espressive, la ingaggiò per interpretare i suoi oratori nella stagione del 1749. Da allora la F. rimase la prima donna di Händel fino alla morte del compositore, avvenuta dieci anni più tardi, interpretando e replicando spesso le parti scritte a volte esclusivamente per lei. Il debutto avvenne il 10 febbr. 1749 con Susanna, nella parte principale, al Covent Garden di Londra; seguì Hercules (24 febbr. 1749), nella parte di Iole, Solomon (17 marzo 1749), nella triplice parte delle due regine e della prima prostituta, e il Messiah (23 marzo 1749). Questo oratorio fu da lei replicato più volte negli anni seguenti al Foundling hospital (nel 1754, 1758, 1759); in quella occasione la cantante fu pagata ben 6 ghinee, il compenso più alto per l'epoca.
Tra gli altri oratori di Händel da lei interpretati negli anni successivi si ricordano: Saul (2 marzo 1750), nella parte di Michal, Theodora (16 marzo 1750), nel ruolo della protagonista, Belshazzar (22 febbr. 1751), nella parte di Nitocris, Alexander's feast e The choice of Hercules, entrambi rappresentati nella stessa serata (1º marzo 1751) con grande successo; della compagnia di canto oltre alla F., nella parte del Piacere, facevano parte Caterina Galli, Thomas Lowe e forse Gaetano Guadagni. Cantò ancora in Esther (15 marzo 1751), nel ruolo principale, in Joshua (14 febbr. 1752), nella parte di Achsah, in Jephta (26 febbr. 1752), l'ultimo oratorio scritto da Händel, nella parte di Iphis, in Alexander Balus (1º marzo 1754) nella parte di Cleopatra, in Deborah (8 marzo 1754), nella parte principale, nell'opera Admeto, re di Tessaglia (marzo 1754), in L'allegro, il penseroso e il moderato (23 maggio 1754) e, nello stesso giorno, l'Ode for St. Cecilia's day, replicati entrambi il 21 febbr. 1755. Interpretò la triplice parte di Dalila, la donna filistina e quella israelita in Samson (26 febbr. 1755), cantò in Joseph and his brethren (28 febbr. 1755), nella parte di Asenath, in Athalia (5 marzo 1756), nella parte di Josabeth, in Israel in Egypt (17 marzo 1756), in Il trionfo del tempo e della verità (11 marzo 1757), nella parte della Bellezza, in Judas Maccabaeus (23 marzo 1759), nella parte della prima donna israelita.
Molti di questi oratori furono replicati numerose volte, anche in altre città: a Oxford nel 1754, 1756, 1759, a Salisbury nel 1758, 1761, 1765, a Ranelagh nel 1751, 1752 e per nove anni consecutivi al Three Choir festival (1756-64).
Dal 1745 al 1752 la F. visse a Londra in Great Pulteney street (Golden square), poi si trasferì a Gerard street, dove abitò per molti anni con la figlia avuta nel luglio 1743 da Charles Churchill, futuro cognato di Horace Walpole.
Dotata d'una bella e robusta voce di soprano, la F. rimase sulla scena per circa 30 anni, traendo i suoi maggiori vantaggi professionali dagli insegnamenti e dalle interpretazioni degli oratori di Händel. Il compositore apprezzava molto le sue qualità espressive, più che quelle tecniche, poiché ben sapeva quanto la cantante fosse poco dedita allo studio e all'applicazione. Era comunque molto apprezzata dal pubblico inglese ed ebbe ottime critiche, in particolare a Salisbury. Secondo quanto riferisce W. Dean, il Burney la ricordava agli inizi della carriera come fanciulla di aspetto grazioso e interessante, con una voce dolce e pura e uno stile naturale e spontaneo anche se freddo e distaccato, che però piaceva al pubblico e alla critica. La sua pronuncia dell'inglese era impeccabile, più precisa e più articolata degli inglesi stessi.
Oltre a interpretare i lavori di Händel, la F. continuò a cantare anche in concerti per beneficenza e in opere e oratori di altri autori, quali V.L. Ciampi (Adriano in Siria, 1750), G.B. Pergolesi (La serva padrona, 1750), T.A. Arne (Alfred, 1753 e Eliza, 1756), J.C. Smith (The fairies, 1755) con il celebre Gaetano Guadagni, accanto al quale riportò uno dei suoi maggiori successi. Il 5 apr. 1756 si esibì al King's theatre in un concerto per beneficenza, il 14 maggio 1758 cantò ancora in un lavoro di G. Cocchi, Issipile e nel 1760 nell'oratorio di Smith, Paradise lost. Dal 1760 al 1764 si esibì in vari teatri inglesi. Dal 1764 in poi le sue apparizioni in pubblico si fecero meno frequenti. Nel 1767 apparve al Covent Garden di Londra in Esther il 6 marzo e alla Haberdashers' Hall nel Messiah il 10 dicembre dello stesso anno.
Fece le ultime sue apparizioni al King's theatre nel 1769 in Judas Maccabaeus, sempre di Händel, e in Artaxerxes di T.A. Arne, nella parte di Artabanes, in una serata dedicata al compositore, e nel 1770 di nuovo in Judas Maccabaeus, sempre per beneficenza.
Negli ultimi anni la vita dispendiosa e stravagante la ridussero in miseria, tanto che per i debiti accumulati fu costretta a fuggire in Francia, a Calais, dove morì nel 1772.
Fonti e Bibl.: E. Ferrettini, C.W. Gluck, Torino 1914, p. 31; P.H. Lang, Händel, Milano 1985, pp. 511 s., 536, 555, 560, 585; A. Loewenberg, Annals of opera, I, 1597-1940, Genêve 1955, col. 228; P.H. Highfill - K.A. Buenim - E.A. Langhans, A biographical Dict. of actors, actress, musicians… in London, 1660-1800, V, Carbondale, IL, 1978, pp. 398 s.; W. Dean, G. F., in The New Grove Dict. of music and musicians, London 1980, VI, p. 808; Diz. enc. univ. della musica e dei musicisti, App., pp. 292 s.; The New Grove Dict. of Opera, II, pp. 289 s.