CAVALLARI, Giulia
Nata a Imola il 5 marzo 1856 da Cesare e da Maria Tossani, s'iscrisse nel 1878 alla facoltà di lettere di Bologna, dove ebbe a compagni di studio G. Pascoli e S. Ferrari, e a maestro G. Carducci, del quale fu la prima allieva.
Del Carducci conservò sempre la stima e l'affetto. Questi le affidò l'istruzione della figlia Libertà, la Titti di Davanti San Guido, e il 20 sett. 1889, quando la giovane si sposò, con lei volle accompagnarla in municipio (cfr. G. Cavallari Cantalamessa, I figli nella poesia di Carducci, in La Romagna, IV[1907], 5, pp. 292-302; notevolmente ampliato sta in A. Lumbroso, Miscellanea carducciana, Bologna 1911, pp. 51-80).
Vinto nel 1879 un premio di incoraggiamento dell'amministrazione provinciale bolognese, il 16 giugno 1882 la C., prima fra le donne italiane, si laureò in lettere e filosofia, nello stesso giorno del Pascoli. Dedicatasi all'insegnamento (nella famiglia della C., la nonna Maddalena Montreschi aveva fondato a Imola la prima scuola per ragazze), il vivo interesse per i problemi didattici e pedagogici la portò a iscriversi alla Società didascalica italiana e a collaborare a L'Annotatore, suoorgano ufficiale. Nel 1884 ottenne la cattedra di latino e greco presso la scuola superiore femminile "E. Fuà Fusinato" in Roma, dove rimase fino al 1886 quando, sposato il medico I. Cantalamessa, primario dell'Ospedale maggiore di Bologna e docente universitario, si trasferì a Bologna, ritirandosi dall'insegnamento.
Rimasta vedova nel 1896, la C. si rivolse al Carducci per riottenere una cattedra. Lo stesso anno era chiamata come docente di italiano nella scuola normale di Bologna, e l'anno seguente era nominata direttrice della locale scuola professionale femminile che, da lei riorganizzata, divenne scuola comunale col nome di "Regina Margherita". Promosse anche la costituzione della Società operaia femminile a Bologna. Chiamata nel 1899 a dirigere l'Istituto delle figlie dei militari della Villa della Regina a Torino, incarico che ricoprì per un trentennio, riuscì a introdurvi nuovi e più aperti sistemi pedagogici.
La C. si dedicò anche a una eclettica attività letteraria. Come conferenziera, parlò Della dignità della donna (Rocca San Casciano 1884) e su La donna nel Risorgimento nazionale (Bologna 1892): esaltando il contributo delle donne alla vita familiare, sociale e politica, sosteneva che solo il lavoro e una nuova dignità avrebbero potuto dare loro l'indipendenza. Scrisse ancora, o tenne conferenze, su Zuinglio e la sua riforma (Rocca San Casciano 1887), su L'ottavo centenario dello Studio bolognese (ibid. 1888), su Niccolò Tommaseo (ibid. 1889), su Mario Cornacchia (Ascoli 1892). Dei frequentatori del suo salotto bolognese molti, fra cui A.Costa, A. Saffi, F. Cavallotti, il Carducci, il Pascoli, S. Ferrari, rimasero con lei in corrispondenza (andata distrutta durante la seconda guerra mondiale). Della sua attività di conferenze e brevi corsi di studio tenuti agli emigrati italiani in Baviera, dove la C. si recava in villeggiatura, parlò intervenendo al XX congresso (Brescia 22-26 sett. 1909) della Società Dante Alighieri.
Per offrire ai ragazzi strumenti di ricreazione, scrisse numerose commedie, tra le quali Dottoresse (Torino 1911), Un'ora alla Villa della Regina duecento anni fa - Bozzetto drammatico per fanciulle (ibid. 1911), Commedie per giovanette (ibid. 1911) e La cometa - Commedia in due atti per fanciulli (ibid. 1913). Delle sue liriche sparse in giornali e riviste, una raccolta, Intima, fu pubblicata a Bologna nel 1914;altri versi furono musicati e in gran parte raccolti nel volume Canti di guerra, di vittoria e di pace (Milano 1925).
Morì a Bologna il 6 nov. 1935.
Altri scritti: Una professoressa di greco (Clotilde Tambroni), Napoli 1907; Alcune lettere di Adelaide Cairoli Bono, in Misc. di studi in onore di A. Manno, Torino 1912, II, pp. 527-552; Inno guerriero per la guerra italo-turca, musica di F. Chiesa, ibid. 1912; La signora Annetta, Roma 1913; Il canto della vittoria, musica di A. Amadei, Torino 1920; L'opera di una donna nel periodo di guerra MCMXV-MCMXIX, Bologna 1920; Piccole cose - Letture per le scuole, Bologna-Rocca San Casciano 1931; Pensieri (a cura della figlia L. Cantalamessa), Bologna 1938.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. Centr. d. St., Ministero della Pubblica Istruz., Personale, fasc. 397/64 B; Roma, Arch. stor. della Società Dante Alighieri, Resoconto stenogr. del XX Congresso, Brescia 1909, seduta V antim., pp. 6-8; comm. in I diritti della scuola, 20 nov. 1935, p. 96; B. Rava Pergola, In memoria di G. C. C., in La donna italiana, XII (1935), pp. 562 s.; G. Carducci, Lettere, ediz. naz., XIII, n. 2733, pp. 129 s.; XVII, n. 4419, p. 247; XIX, n. 5356, pp. 257 s. e n. 5382, p. 272; XXI, n. 6045, p. 100; Id., Opere, ediz. naz., XXVIII, p. 263; L. Cantalamessa, Brevi note biografiche di G. C. e una lettera inedita di G. Pascoli, in La Piè, XXII(1954), 11-12, pp. 277 s.; E. Chiorboli, Ricordi pascoliani di G. G. C., in L'Archiginnasio - Bollettino della Biblioteca comunale di Bologna, XLIX-L (1954-55), pp. 128-133; C. Catanzaro, La donna ital. nelle scienze, nelle lettere, nelle arti. Diz. biogr. delle scrittrici e delle artiste viventi con prefaz. di G. Manzi, Firenze 1890-1892, pp. 240-243; A. De Gubernatis, Dict. international des écrivains du monde latin, Rome-Florence 1905, p. 295; T. Rovito, Diz. bio-bib. dei lett. e giorn it. contemp., Napoli 1907, p. 63; G. Casati, Diz. degli scrittori d'Italia, Milano 1925, II, p. 108; P. Gorgolini, Italica - Prose e poesie della terza Italia, Torino 1928-1929, I, p. 386; E. Codignola, Enc. biogr. e bibliogr. ital., s. XXXVIII, Pedagog. ed educatori, Milano 1939, p. 110; M. Bandini Buti, Enc. biogr. e bibliogr. ital., serie VI, Poetesse e scrittrici, Roma 1941, I, p. 150; Lex. der Frau, Zürich 1953, I, col. 598.