(ebr. Yĕhūdīt, gr. 'Ιουδίϑ, lat. Iudith) Nella Bibbia, eroina del libro che porta il suo nome. Il libro è conservato in greco; il canone ebraico lo esclude mentre quello cattolico lo accetta. Giovane e ricca vedova di Betulia, Giuditta, quando ormai la città, giunta allo stremo delle sue forze, sta per arrendersi a Oloferne, generale di Nabucodonosor che l'assedia da tempo, passa accompagnata da una schiava e splendidamente abbigliata nel campo nemico: vi è ben accolta dallo stesso Oloferne colpito dalla sua bellezza. Ma, una notte, mentre il generale giace nella sua tenda oppresso dal vino, Giuditta gli taglia la testa e la porta, involta in un panno, nella città. I cittadini sono tanto rincuorati che fanno una sortita, sconfiggendo gli Assiri sconvolti dalla morte del generale. È tuttora discusso il fondamento storico di tale racconto, il cui testo originale (ebraico e aramaico) è andato perduto e del quale esistono altre recensioni più tarde: anche gli esegeti cattolici non nascondono le difficoltà molto notevoli di conciliarne i dati con la storia del periodo (Nabucodonosor re degli Assiri; Betulia mai nominata in altri documenti antichi; il popolo ebraico governato dal sommo sacerdote in tempi anteriori all'esilio, ecc.), ma si sono cercate invano da parte di varî studiosi soluzioni soddisfacenti in senso allegorico (Lutero, ecc.), o persino nel genere apocalittico (A. Scholz). La critica moderna in genere si limita a negarne il carattere storico, senza tuttavia escludere che da concreti personaggi e fatti possa aver preso l'avvio.
La storia di Giuditta fu ripresa, nel Medioevo, dal poemetto anglosassone Judith (giunto a noi frammentario), e dai poemetti tedeschi Die ältere Judith e Die jüngere Judith. Nell'età moderna sono da ricordare il poema croato Judita di M. Marulič (1521), il dramma sacro di H. Sachs (1551), la tragedia Judith di F. della Valle (1627), la più notevole di tutte, e quella di F. Hebbel (1839). Tra le innumerevoli composizioni musicali giova ricordare l'oratorio Juditha triumphans di A. Vivaldi (1730 circa, ma eseguito solo nel 1941, a Siena), l'opera Holofernes di E. N. von Reznicek (1923) e l'opera Judith di A. Honegger (1926).