GIUDICARIE (A. T., 24-25-26)
Regione della Venezia Tridentina sudoccidentale, formata dalla valle del Chiese, dalle sorgenti allo sbocco nel Lago d'Idro, e da quel tratto della valle della Sarca che comprende l'alto corso del fiume, fino al Ponte delle Arche, dove esso piega verso sud; essa si appoggia a NO. all'Adamello-Presanella, a NE. al gruppo di Brenta, a S. al Cadria e alle Prealpi Bresciane. Non si tratta quindi d'una denominazione connessa con una valle e con un corso d'acqua, ma d'un termine geografico regionale, che politicamente si è identificato anche col capitanato di Tione (1910: 1227 kmq. e 36.928 ab.), nel qual caso viene compresa anche la Valle di Vestino. La regione era pure detta Sette Pievi (il nome Giudicarie ricorre per la prima volta nel 927) perché il territorio era appunto suddiviso amministrativamente in sette parrocchie, 2 nella valle del Chiese (Bono e Condino) e 5 in quella della Sarca (Rendena, Tione, Banale, Bleggio, Lomaso). Essa comprendeva inoltre le signorie di Lodrone, Molveno e Bondone, il borgo di Storo, e, fino al 1785, anche Bagolino. Queste antiche ripartizioni hanno in molti casi tuttora valore di alcuni diritti collettivi. La valle del Chiese risulta separata da quella del Sarca dal Passo del Bondo (m. 841). La prima si denomina anche Giudicarie esteriori, la seconda Giudicarie interiori. Prende nome di "linea delle Giudicarie" una notevole dislocazione alpina, tra lago d'Idro e Merano, che costituisce un netto limite geologico.
Storia. - La regione era abitata indubbiamente nel periodo eneolitico; non è del tutto azzardato localizzarvi gli Stoni, che devono rappresentare un'unità antropica non dissimile da quelle stanziate prima del periodo dei Cenomani negli altri quattro Cantoni alpini di Brescia (Camunni, Trumplini, Sabini e Benacenses), data la somiglianza della toponomastica prelatina. Fino a qual punto siano state celtizzate le popolazioni più settentrionali delle valli bergamasche è per ora impossibile di stabilire. Vinti gli Stoni dal console G. Marcio nel 78 a. C. (dopo che già nel 117 a. C. i Romani avevano riportato una prima vittoria), il territorio fu assegnato a Brescia (tribù Fabia), il cui confine verso Trento (tribù Papiria) correva al torrente Finale. Decisamente ambientate verso Trento ci si presentano le Giudicarie, sia per il martirio del vescovo Vigilio (nel 400), sia per la chiesa antichissima di Vigo Lomaso, dedicata a S. Lorenzo al pari di quella di Tenno presso Riva, di Folgaria, di Meclo e Sarnonico in Val di Non, di Trento che, lungo la via Claudia Augusta, segnano il centro e i limiti del primitivo vescovado. Dubbia è invece la tradizione che Carlo Magno abbia donato alla chiesa di Trento Riva con le Giudicarie e Rendena nel 744; certamente tridentina era questa terra nel secolo IX, per quanto il capitolo veronese vantasse su qualche villaggio antichi diritti fino al 1284. Un diploma di Ottone II del 983 colloca Breguzzo, Bondo, Bolbeno e Vadagone in comitatu tridentino. Nel Medioevo il concetto geografico delle Giudicarie non è ben chiaro; nel sinodo del 1336 vi figurano le pievi del bacino del basso Sarca, compresi Ledro e Nago. Il centro del dominio vescovile fu Stenico, del cui castello Adelpreto II investì Bozzone nel 1163. Per difendere il dominio vescovile Egnone si valse dei conti d'Arco che, con l'aiuto dei valligiani, vinsero i Seiani, partigiani di Mainardo II nel 1273. Dopo l'usurpazione di Lodovico di Brandeburgo - durante la quale il capitolo di Trento diede il vicariato delle Giudicarie e di Ledro nel 1398 a Iacopo da Carrara - il possesso delle valli rimase dal 1359 alla chiesa tridentina; ma le lotte fra i conti d'Arco e di Lodrone, che durarono fino al 1441, dilaniarono le Giudicarie che nel 1447 appaiono divise in Giudicarie interne (4 pievi occidentali) e in G. esterne (3 pievi orientali: Lomaso, Bleggio, Banale), stato di cose riconosciuto dal vescovo Giorgio II nel 1451. Gravi danni subirono le Giudicarie interne nella guerra di Sigismondo d'Austria contro i Veneziani (1487-1512); e ancora più tardi le valli furono teatro di guerre accanite: nella guerra del 1579 determinata dal fatto che i Giudicariesi non accettarono le "compattate" del vescovo Lodovico Madruzzo con Ferdinando d'Austria; durante le guerre napoleoniche, specialmente nel 1809; nel 1849 quando i volontarî bergamaschi penetrati dal Caffaro (corpo Allemandi) avanzarono in un primo tempo fino a Vezzano. Nel 1866 le Giudicarie furono il teatro delle operazioni di Garibaldi.
Le operazioni nelle Giudicarie. - Fin dal primo giorno della guerra mondiale, le truppe italiane della 6ª divisione, abbattute le insegne di confine, si spinsero nelle Giudicarie, occupando le prime posizioni dominanti e i passi più importanti. Nei giorni seguenti, facilmente vincendo le deboli resistenze avversarie, si proseguì nell'avanzata; il 28 maggio si poté occupare Cima Spessa e il 1° giugno gli abitati di Storo e di Condino. Poco dopo, un breve e vittorioso scontro ci diede il possesso di monte Porna del Bosco; il 24 luglio furono tolti all'avversario il monte Lavanek e la cima Pissola, migliorando così la nostra situazione difensiva.
Nell'ottobre del 1915 la 6ª divisione svolse una serie di operazioni di qualche rilievo, per ampliare la nostra occupazione in Val d'Ampola e in Val di Ledro e per affacciarsi al Lago di Garda. Dopo 3 giorni di tenace avanzata, le truppe della 6ª divisione (III corpo d'armata) raggiunsero il 16 ottobre la linea cosiddetta della Colletta, tra cima Nodic e cima del Bal, dominanti lo specchio del lago. Il giorno 18, poi, il 78° fanteria (brigata Toscana) attaccava l'importante posizione di monte Melino e il 61° (brigata Sicilia) il monte Palone, a ovest di cima Pissola; dopo viva resistenza il nemico fu costretto a sgomberare entrambe le posizioni, lasciando in tal modo agl'Italiani il dominio dell'intero solco Daone-Ampola-Ledro. Nei giorni successivi l'occupazione italiana si estendeva - ricalcando indimenticate orme garibaldine del 1866 - agli abitati di Tiarno, Pieve di Ledro, Mezzolago, Molina, Biancesa e Bezzecca. Nel tardo autunno fu anche espugnato dalla brigata Sicilia il monte Vies, a nord di Bezzecca (9-10 dicembre) nonché un importante sperone del monte Mascio (quota 1707) a sud-ovest del Nozzolo.
Con altre piccole operazioni di rettifica, compiute nella primavera del 1916, la situazione in questo settore si rese decisamente stabile, essendo ormai tutto il saliente della Val Chiese e della Val Caffaro in possesso degl'Italiani. Dopo la ritirata dell'ottobre-novembre 1917 dall'Isonzo al Piave, parve pronunziarsi una minaccia austriaca dalle Giudicarie verso Brescia, tanto che parte delle forze alleate giunte in Italia si concentrarono a portata della Val Chiese. Risulta, infatti, che il Conrad avesse formulato anche un progetto del genere, ma che vi dovesse poi rinunziare per la piega che prese la lotta sul Grappa e sugli Altipiani. Nulla di nuovo, quindi, accadde nelle Giudicarie fino a quando, ai primi di novembre 1918, anche le truppe italiane di quel settore poterono partecipare all'avanzata generale (v. guerra mondiale).