Apostolo. Negli elenchi di Luca (6, 16) e Atti (1, 13) è ricordato all'undicesimo posto come G. di Giacomo: designazione che va intesa nel senso proprio di "figlio di" (come spiegano certe recensioni del Diatessaron di Taziano), e non di "fratello" come vogliono alcuni esegeti. Matteo (10, 3) e Marco (3, 18) hanno invece al decimo posto (invertito con quello di Simone nelle altre due liste) Taddeo; ma alcuni codici, anziché θαδδαῖος (significante in aramaico "dal largo petto; magnanimo"), hanno Lebbeo (Λεββαῖος "coraggioso"). Altri manoscritti fondono le due designazioni: "Lebbeo soprannominato Taddeo"; infine, quelli delle versioni latine pregeronimiane hanno "Giuda Zelote". Questo dimostra che l'identificazione di Giuda di Giacomo con Taddeo, come epiteto, è antica. In Giovanni (14, 22) è "Giuda, non l'Iscariota" che domanda a Gesù come mai egli si mostri a loro (i discepoli) e non al mondo, e a cui Gesù risponde con un lungo discorso. Altre notizie dirette non si hanno e quelle fornite dalla tradizione differiscono tra loro; non è comunque probabile che si fosse recato a Edessa, ed Eusebio ha cura di distinguere G. T. da Addai, o Taddeo. Festa, presso i Latini, con s. Simone, il 28 ottobre.