GIUDA il Santo (ebr. Jĕhūdāh ha-Nāsī)
Patriarca (Nāsī), ossia capo supremo degli Ebrei dell'Impero romano e presidente dell'accademia giudaica palestinese, carica già precedentemente ereditaria nella sua famiglia e perpetuatasi in essa anche dopo di lui. Nacque probabilmente nel 135 d. C. e morì verso la fine del sec. II o al principio del III. È designato spesso col solo titolo di rabbī, cioè "il maestro" per eccellenza; talvolta con la denominazione di Rabbēnū ha-qādōsh (il nostro santo maestro) a causa della sua vita moralmente esemplare. L'autorità della sua carica fu da lui esercitata con disinteresse e mitezza, ma al tempo stesso con grande dignità; anzi egli volle accrescerla accentrando nella persona del patriarca alcuni diritti che prima erano di spettanza dell'intera accademia. È opera sua la redazione della Mishnāh, costituente il corpus delle tradizioni giuridiche del giudaismo, ossia della così detta "legge orale".
Redazioni parziali erano già state fatte precedentemente: dapprima erano state raggruppate le più notevoli tradizioni secondo il nome dei tradenti o altri criterî esteriori, poi si era cominciato a raccoglierle secondo l'argomento, redigendo così dei trattati dedicati ciascuno a un soggetto determinato. Ma quest'opera di ordinamento, nella quale aveva avuto parte precipua rabbī ‛Ăqībā (v.), non aveva avuto, a quanto pare, estensione tale da comprendere tutto il campo della tradizione, né aveva conseguito un riconoscimento ufficiale. Un ordinamento generale della vasta materia si ebbe con la Mishnāh (v.) di rabbī Giuda il Santo, nella quale vennero incorporati anche trattati messi insieme da precedenti dottori. Per i suoi pregi intrinseci e per l'autorità del suo redattore, essa fu definitivamente riconosciuta come canone della "legge orale", e fece dimenticare tutti i precedenti tentativi di ordinamento. Se la Mishnāh fu da G. posta per scritto ovvero se continuò a essere insegnata oralmente, tutt'al più con l'aiuto di appunti, e solo più tardi fu definitivamente posta per scritto, è cosa su cui divergono le opinioni.
Varî aneddoti tramandati dalla letteratura talmudica, che hanno evidentemente carattere leggendario, ma sembrano contenere un nucleo di verità storica, presentano Giuda il Santo in rapporti amichevoli con un imperatore romano indicato col nome di Antonino. Chi sia il personaggio designato con questo nome è molto discusso: è stato pensato ad Antonino Pio, a Marco Aurelio, a Lucio Vero, a Settimio Severo, a Caracalla e ad Alessandro Severo (in quest'ultimo caso non si tratterebbe del redattore della Mishnāh, ma dell'omonimo nipote), ovvero ad Avidio Cassio pretendente al trono imperiale; ma nessuna di queste ipotesi è provata.
Bibl.: H. L. Strack, Einleitung in Talmud und Midraš, 5ª ed., Monaco 1921, p. 133, e la bibliografia ivi citata.