giubileo 2000
giubilèo 2000. – Come indicato nella bolla di indizione (Incarnationis mysterium, 29 novembre 1998), il 26° anno santo ordinario, svoltosi dal 24 dicembre 1999 al 6 gennaio 2001, è stato dedicato alla commemorazione dei duemila anni dalla nascita di Gesù, coincidenti con l’inizio del terzo millennio cristiano. Il giubileo indetto da Karol Wojtyła ha registrato una partecipazione di fedeli senza precedenti, visibile anche dalla massiccia risposta agli appuntamenti dei grandi raduni giubilari (da quello dei bambini ai più poderosi raduni dei giovani e delle famiglie, passando per i giubilei delle varie categorie professionali e di volontariato, fino al significativo giubileo nelle carceri). Anche all’esterno del mondo cattolico gli eventi che hanno caratterizzato l’anno santo sono stati seguiti con grande attenzione, soprattutto per la forte carica simbolica e innovativa di alcuni di questi, mentre la preparazione al Grande giubileo era stata caratterizzata da una serie di petizioni promosse dal papa polacco (contro la pena di morte, per la cancellazione del debito estero dei paesi poveri) che avevano mobilitato l’opinione pubblica mondiale. Nella seconda parte dell'anno giubilare si sono però moltiplicate le correzioni di rotta, di cui immagine più eloquente è la contestuale beatificazione, avvenuta il 3 settembre, di papa Giovanni XXIII e di Pio IX. La dichiarazione Dominus Iesus (6 agosto), che ha affermato l’unicità di Cristo e della Chiesa, e il pellegrinaggio dei tradizionalisti lefebvriani, che l’8 e il 9 agosto poteva compiersi a Roma con l’accordo delle autorità vaticane, sono serviti invece a compensare le aperture al dialogo interreligioso ed ecumenico che avevano caratterizzato la prima parte dell’anno. Alla Porta santa varcata da Giovanni Paolo II la notte del 24 dicembre nella basilica di San Pietro, il 18 gennaio è stata infatti affiancata quella della basilica di San Paolo fuori le mura, aperta a sei mani dal pontefice cattolico, dal metropolita ortodosso Athanasios e dal primate anglicano John Carrey, al termine di una celebrazione ecumenica che ha riunito ventidue Chiese e organizzazioni cristiane di tutto il mondo. Con l’apertura della Porta ecumenica, il giubileo, che nella tradizione si era sempre caratterizzato come cattolico e mai aveva visto o auspicato una presenza ecumenica alle celebrazioni giubilari, si è offerto come occasione di incontro tra le Chiese cristiane. Il 7 maggio al Colosseo si è potuta inoltre tenere, alla presenza dei delegati delle diverse Chiese, una Commemorazione ecumenica dei testimoni della fede del 20° sec., che ha ricordato più di 13.000 nuovi martiri di tutte le appartenenze. Tuttavia, il gesto inedito e dirompente compiuto da Giovanni Paolo II in occasione del giubileo del 2000 è stato il mea culpa per i peccati della Chiesa, compresi i peccati commessi a danno dell’unità dei cristiani, le colpe nei confronti di Israele e gli abusi 'nel servizio della verità', ovvero dell’Inquisizione. Un atto di penitenza che, dopo la solenne celebrazione della Giornata del perdono (12 marzo) all’interno della basilica vaticana, è stato ripetuto due settimane dopo durante il secondo pellegrinaggio giubilare del pontefice (il primo lo aveva visto sul Sinai dal 24 al 26 febbraio) a Gerusalemme, quando Giovanni Paolo II, dopo essersi recato in visita allo Yad Vashem e aver incontrato il Gran Mufti sulla Spianata delle moschee, ha inserito in una fessura del Muro del pianto la propria richiesta di perdono a Dio per la persecuzione degli ebrei (20-26 marzo).