ZANE, Girolamo
– Nacque a Venezia nel 1495 dal matrimonio, celebrato nel 1487, tra Bernardo di Girolamo, del ramo detto da S. Polo, ed Elisabetta Morosini di Roberto (Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, b. 107, c. 356v). Gli si conoscono almeno due fratelli e una sorella: Pietro, canonico di Treviso (25 settembre 1518; Sanuto, 1888-1895, XXVI, col. 56); Carlo, savio agli Ordini, consigliere a Retimo, provveditore alla Sanità, sposato con Andriana Nani; Giovanna, morta in tarda età nubile in famiglia.
Le forme di tassazione straordinaria istituite per finanziare le urgenze delle guerre di Cambrai e della Lega Santa, consentirono a Zane un precoce ingresso in politica, prima come officiale alle Beccarie e poi nella Quarantia civile nuova, con pagamento di 200 ducati (4 ottobre 1515 e 14 dicembre 1516; Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII. 816, c. 244r; 817, c. 64r). Fece esperienza come savio agli Ordini (31 marzo 1519; Sanuto, 1888-1895, XXVII, col. 121), venendo confermato il 10 marzo 1520 (XXVIII, col. 336). Non terminò il secondo mandato, partendo invece «mercadante» con la muta delle galee di Beirut, accrescendo con i suoi traffici le ricchezze della famiglia (12 agosto 1520; XXIX, col. 110). L’8 giugno 1525, il console di Alessandria, Francesco Bragadin di Girolamo, gli conferì l’incarico, con l’autorità di viceconsole, di difendere gli interessi di alcuni mercanti veneziani davanti al governatore del Cairo, Chairbech (XXXIII, coll. 37, 211, 261, 389).
Informato il Senato dell’esito positivo della missione (28 giugno 1525; XXXIII, col. 385), riprese i commerci. Per questioni di dazi, fu imprigionato ad Alessandria con Antonio Contarini di Federico e Benedetto Bernardo di Francesco; furono poi liberati grazie agli offici di Bragadin (21 luglio 1526; XLII, col. 205). Si garantì da simili future esperienze versando i 1500 ducati necessari per essere eletto, lui assente, console a Damasco (25 ottobre 1526; XLIII, col. 129), dove si trattenne per i cinque anni seguenti.
Di ritorno a Venezia, il 31 maggio 1531 sposò Elisabetta Vitturi di Matteo (Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, reg. 87, c. 328v). Ebbero quattro figli: Bernardo, senatore, consigliere di Venezia, che sposò Marina Mocenigo di Tommaso, dalla quale ebbe discendenza; Matteo, più volte ambasciatore e patriarca di Venezia; Agnese, moglie di Alvise Venier di Lorenzo; Maria, unitasi con Giovanni Soranzo di Francesco.
Rientrò in politica il 2 marzo 1533, come padrone all’Arsenale (Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., VII.820, c. 140r), resse la podestaria di Treviso (14 ottobre 1538; VII.821, c. 176r) e, il 30 settembre 1540, entrò nella Zonta del Senato (c. 302r). Tali titoli, disponibilità economiche e l’esperienza fatta in Levante, gli fecero ottenere, il 28 maggio 1541, la nomina a bailo di Costantinopoli (Archivio di Stato di Venezia, Segretario alle Voci. Maggior Consiglio, reg. 3, c. 192). Nella commissione, speditagli il 12 novembre 1541, gli furono affidati i 63.500 ducati di tributi dovuti alla Porta Ottomana, il compito di liberare alcuni patrizi veneziani imprigionati dai turchi per liti commerciali e quello, ben più gravoso – reso tale dall’ordine espresso di mantenere buone relazioni con il sultano Süleyman I – di recuperare le isole di Stampalia a Francesco Querini, quella di Scarpanto ai Corner di Candia e Nanfio (oggi Anafi) a Giacomo Pisani, conquistate da Khayr al-Din, il Barbarossa nella guerra veneto-turca da poco conclusa (Senato. Secreta, reg. 61, cc. 112v-115r).
Non riuscì nell’intento e il rifugio, dato nella «casa bailaggia» da un suo sottoposto a uno schiavo fuggiasco (10 novembre 1542; reg. 62, c. 82r), ne provocò il richiamo e la sostituzione con Vincenzo Zantani di Giovanni (29 dicembre 1542; c. 102v). Di nuovo in patria, fu eletto nella Zonta del Senato (30 settembre 1543; Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII.822, c. 172r) e, il 13 luglio 1544, fu designato capitano a Padova (c. 221rv). Fu presente nei consigli: riuscì per nove volte senatore e per tredici consigliere dei Dieci, o della Zonta. Podestà a Brescia (6 luglio 1550; reg. 823, c. 305r-v), fu consigliere di Venezia per il sestiere di Cannaregio (16 marzo 1550; cod. 823, c. 283r v), di Castello (17 dicembre 1553; cod. 824, c. 205rv) e, per due volte, di S. Polo (20 marzo 1558 e 24 novembre 1560; cod. 825, cc. 161rv, 359rv). Entrò per la prima volta tra i savi del Consiglio il 31 dicembre 1553 e accettò la podestaria di Verona (28 agosto 1558; c. 188rv). Ricoprì inoltre magistrature di nomina senatoria: provveditore all’Armar (6 ottobre 1552; cod. 824, c.114v), sopra le fortezze (8 ottobre 1552 e 4 aprile 1553; cc. 114v, 149v), all’Arsenale (15 maggio 1553; c. 156v), sopraprovveditore alla Sanità (12 luglio 1557; cod. 825, c. 108v).
Il 31 gennaio 1560 fu inviato, con Melchiorre Michiel di Tommaso e Girolamo Grimani di Marino, a Roma, per l’ambasceria di complimento per l’elevazione al soglio pontificio di Girolamo Angelo Medici, papa Pio IV (31 gennaio 1560; cod. 825, c. 305v). La commissione fu decretata il 27 aprile 1560 (Archivio di Stato di Venezia, Senato. Roma ordinaria, reg. 2, cc. 5r-6v) e il 14 maggio i tre ebbero udienza segreta da Pio IV, nella quale tentarono di assicurare alla Repubblica lo iuspatronato dell’arcivescovato del Regno di Cipro. Congedato dal papa con la nomina a cavaliere, il 19 maggio 1560, rientrò in patria dove, in Collegio, l’8 giugno, il collega Michiel lesse la relazione finale (Relazioni degli ambasciatori veneti, a cura di E. Alberi, 1857, pp. 10, 14).
La politica attiva lo vide ancora savio del Consiglio, senatore e consigliere dei Dieci, poi conservatore delle leggi (4 maggio 1562; Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII.826, c. 94v) e provveditore alle Fortezze (16 aprile 1563; c. 147r). Il 28 dicembre 1565 fu nominato ambasciatore straordinario per il conclave che portò all’elezione del cardinale Antonio Ghislieri, papa Pio V (c. 70v). Gli furono colleghi Nicolò Da Ponte di Antonio, Girolamo Grimani di Marino e Marino Cavalli di Sigismondo. La commissione li raggiunse a Roma, il 27 aprile 1566 (Senato. Roma ordinaria, reg. 2, cc. 5r-6v), e qualche giorno dopo, il 12 e il 14 maggio 1566, in udienza segreta, chiesero formalmente l’assegnazione effettiva del patriarcato di Aquileia al patriarca eletto Giovanni Grimani, ma senza successo, perché su di lui gravava il sospetto di eresia (Senato. Dispacci Roma, f. 1, cc. 142r-148v).
Letta la relazione ai Pregadi il 1° giugno 1566 (Nunziature di Venezia..., 1963-1977, p. 54), Zane prese possesso della carica di conservatore delle leggi – vi era stato votato mentre era a Roma, il 14 maggio 1566 –, ma la notizia del riarmo della flotta turca, il 21 luglio successivo, lo impose come capitano generale da Mar (Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII.827, c. 23rv). La missione si fermò a Liesena dove Zane incontrò nella galea generalizia gli inviati del sultano. Questo colloquio rese inutile anche l’elezione di Zane ad ambasciatore straordinario a Costantinopoli appena decretata (24 ottobre 1566; Archivio di Stato di Venezia, Senato. Dispacci Costantinopoli, f. 1, c. 290r).
Rientrato, il 14 maggio 1568 ebbe l’onore della Procuratoria di S. Marco di Citra per merito (Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VII.827, c. 141rv) e poco più di un mese dopo, il 20 giugno, nelle occorrenze della guerra di Cipro, fu riconfermato capitano generale da Mar (c. 148rv). Ormai settantacinquenne, troppo anziano per riuscire a mediare conflitti e dispareri tra capi da Mar veneziani e comandanti delle flotte alleate, tergiversò nel portare soccorsi all’assediata Famagosta, che cadde. Richiamato, nei fatti imprigionato dal provveditore generale da Mar Agostino Barbarigo, fu condotto a Venezia. Processato per la condotta inefficace delle operazioni belliche, venne pure accusato di malversazioni e peculato assieme ai figli Bernardo e Matteo (28 aprile 1571; Archivio di Stato di Venezia, Inquisitori di Stato, b. 926).
Morì a Venezia il 13 ottobre 1572 e il processo non ebbe più seguito (Tucci, 1976, pp. 409-433). Fu sepolto nella chiesa dei Frari, nell’altare da lui edificato, di lì a poco completato con il grande San Girolamo, scultura di Alessandro Vittoria ordinata nel testamento (10 febbraio 1570; Archivio di Stato di Venezia, Notarile. Testamenti, b. 1259/521).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, regg. 87, c. 328v; 107, c. 356v; 165 (=IV), c. 397r; Collegio. Relazioni Ambasciatori, b. 20/3: Relatione [...] Marchiò Michiel... (edita in Relazioni degli ambasciatori veneti, a cura di E. Alberi, Firenze 1857, pp. 1-20); Avogaria di Comun. Penale, b. 255 (=4405)/11; Capi Consiglio dei dieci. Lettere rettori..., b. 82 (Padova), 2 febbraio 1544 m.v., nn. 68, 69, 81, 83; Cariche da Mar. Processi, b. 4 (non consultabile); Inquisitori di Stato, b. 926, 23 febbraio-28 aprile 1571; Misc. codd., I, Storia veneta, 23: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de patritii veneti..., VII, c. 324; Notarile. Testamenti, bb. 1259/521; 1263, cc. 86v-87r; Segretario alle Voci. Maggior Consiglio, reg. 2 c. 192; Pregadi, regg. 3, cc. 2, 6, 22; 4, c. 74; Senato. Dispacci Costantinopoli, f. 2, cc. 288r-299v, 308r-311v, 317r-318v; Senato. Dispacci Roma, f. 1, cc. 14r-15v, 38r-39v, 122r-151v; Senato. Roma ordinaria. Deliberazioni, regg. 1, cc. 5r-6r, 139rv, 2, cc. 5r-6r, 8rv; Senato. Secreta. Deliberazioni, regg. 61, cc. 112v-115, 120v-121v, 128r-129r, 131r-132v; 62, cc. 15r-17v, 19v-20r, 21v-22r, 27v-29r, 29v-32r, 35r-36r, 40r-42v, 46r-50v, 51v-52r, 58r-59r, 61r-62v, 67r-69v, 69v-71r, 78r-80v, 82r, 91rv, 100v-102v, 105v-108r; 63, cc. 2r-5r, 7rv, 9rv, 17v-18v, 28v-29r, 37v-39r, 44v-45r, 55r-56v, 69v-71v, 74r-76r, 82v-83v, 88v, 94rv, 99r-100r, 101r-102r, 105rv, 111v-112r, 117v-118v, 122r-123r, 124v-125; 76, cc. 80r, 81rv; Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Mss. Cicogna, 2504: M. Barbaro, Discendenze patrizie..., VII, cc. 156-157; 3101/XXIII: Viaggio [...] Gieronimo Zane [...] Capitan general da Mar...; 3757: B. Sagredo, Istoria delle tre guerre veneziane con Turchi..., cc. 203-364; Biblioteca nazionale Marciana, Mss. It., VI, 187 (=6039): Sopra la Fortificatione di Ancona..., c. 16r; VII.18 (=8307): G.A. Cappellari Vivaro, Campidoglio Veneto..., IV, c. 207r, 212; Consegi..., VII.816 (=8895), c. 244r; 817 (=8896), cc. 67r, 273v; 819 (=8898), c. 54r; 820 (=8899), c. 140r; 821 (=8900), 172r, cc. 176r; 822 (=8901), cc. 172r, 221r; 823 (=8902), c. 199r; 824 (=8903), cc. 97r, 141r, 189r, 322r; 825 (=8904), cc. 47r, 147r, 305r, 334r, 345r, 359r; 826 (=8905), cc. 94r, 110r, 147r, 159r, 179r, 227r, 240r, 242r, 253r, 270r; 827 (=8906), cc. 13r, 23r, 31r, 32v, 73v, 104r, 141v, 148rv.
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