SERRA, Girolamo
Uomo politico e storico, nato a Genova il 22 luglio 1761, ivi morto il 10 maggio 1837. Studiò al collegio Theresianum di Vienna, ebbe nella repubblica aristocratica notevoli uffici: era colonnello e comandante del Golfo della Spezia mentre il fratello Gian Carlo favoriva la cospirazione antioligarchica; si trovò a Genova durante i torbidi del maggio 1797 che provocarono la caduta della repubblica aristocratica ed ebbe parte notevole nelle trattative col rappresentante francese Faypoult.
Inviato, con Michelangelo Cambiaso e Luigi Carbonara, al Bonaparte, stipulò o piuttosto subì la convenzione di Mombello (5-6 giugno 1797) che trasformava la repubblica in democratica ottenendone l'ampliamento coi feudi imperiali. Mandato rappresentante presso il Bonaparte e venuto in sospetto dei democratici più accesi, presto si dimise. Tornato in patria durante il consolato, fece parte della Commissione di governo nominata dopo l'assedio e il breve governo austriaco del 1800. Costante fautore dell'autonomia ligure, avversò l'unione alla Repubblica Italiana e anche l'opprimente protezione di Cristoforo Saliceti inviato della Francia a Genova, per opera del quale fu allontanato ancora dal governo. Avvenuta l'annessione all'impero, fu chiamato a presiedere l'università e a far parte dell'Accademia di scienze e lettere e partecipò attivamente ai suoi lavori. Dopo l'occupazione di Genova da parte di lord Bentinck, nell'aprile 1814, fu chiamato a presiedere il governo provvisorio e pose ogni sforzo con fermezza d'animo e vivo amore di patria a ristabilire la repubblica autonoma adattandone l'ordinamento ai nuovi bisogni e ai tempi nuovi e a farla riconoscere dalle potenze. Ma i suoi sforzi furono vani, per l'ormai decisa annessione al regno di Sardegna e, perduta ogni speranza, abbandonò il governo col dignitoso proclama del 20 dicembre. Ritiratosi a vita privata e agli studî, non accettò di far parte nel 1821 della Giunta provvisoria di Torino, e tentò invano di riaprire per via diplomatica la questione dell'indipendenza di Genova. Salito al trono Carlo Alberto parve maggiormente acconciarsi al nuovo governo e fu il primo ligure nominato a far parte della regia deputazione di storia patria.
Oltre a scritti speciali pubblicati nelle memorie dell'Accademia imperiale di scienze e lettere e ad alcune biografie di liguri illustri, nella raccolta diretta da Luigi Grillo, scrisse la Storia dell'antica Liguria e di Genova che arriva sino al 1843 (voll. 4, 1ª ediz., Torino 1834; 2ª ediz., Capolago 1835) con soverchia ampiezza di disegno e fredda e togata nobiltà di forma e con intransigente spirito regionale e cattolico; e lasciò inedite le Memorie pubblicate da P. Nurra nel vol. LXII (1933) degli Atti della Soc. ligure di storia patria, che si riferiscono ai due momenti più importanti della sua vita: la fine della repubblica aristocratica e il tentativo del 1814; ricche di notizie e d'importanti giudizî, ma naturalmente passionate e personali. Altri documenti inediti del S. sono stati rintracciati nel gennaio 1936.
Bibl.: L. T. Belgrano, Della vita e delle opere del marchese G. S., Genova 1859; V. Palazzi, L'attività politica del marchese G. S., in Il Risorgimento italiano, X (1917); V. Vitale, Onofrio Scassi e la vita genovese del suo tempo, in Atti Soc. lig. st. patria, LIX (1932), con la bibliografia anteriore.