SEGATO, Girolamo
Viaggiatore e scienziato, nato a Vedana nel Bellunese il 13 giugno 1792, morto a Firenze il 3 febbraio 1836. Dopo avere studiato nel Liceo di Belluno, passò a Venezia col proposito di recarsi all'estero e nel settembre 1818 si imbarcò per l'Egitto, dove, giunto ad Alessandria, fu favorevolmente accolto dal console generale Carlo Rossetti e si legò in amicizia con molti studiosi italiani, come il Belzoni, il Frediani, il Forni, il Masi. Nel dicembre dello stesso anno 1818 compiè un viaggio a Suez e ne riportò numerosi disegni e gli elementi per delineare la carta della provincia di al-Buḥairah col progetto del nuovo canale Maḥmūdiyyah; poi col Masi attese agli studî per l'escavazione di questo canale. Assunto al principio del 1820 come vicecancelliere del consolato tedesco al Cairo, partì tuttavia nel luglio di quello stesso anno per accompagnare, con altri studiosi, la spedizione militare guidata da Ismail pascià al Sennaar; raggiunse Assuan, visitò Ipsambul (Abu Simbel) e i suoi templi, soggiornò a Wādī Ḥalfā studiando il progetto di un canale che girasse quelle cateratte; escluso per intrighi dalla spedizione al Sennaar, compié una serie di itinerarî nella Nubia, visitando Dongola, Berber, spingendosi di qua a Suakin, donde fece ritorno a Wādī Ḥalfā e poi al Cairo (29 novembre 1829). In questo viaggio compì molte e svariate osservazioni, che dimostrano la sua versatilità, rilevò e descrisse monumenti antichi e si inoltrò anche in paesi pressoché inesplorati, come il regno di Chiollo o Sciollo, difficilmente identificabile (forse nell'area allora mal nota fra il Nilo, l'Atbara e il Barca) del quale delineò la carta.
Tornato al Cairo, declinò l'offerta del barone prussiano Enrico Minutoli di accompagnare questo all'Oasi di Sīwah. Fu sostituito dall'ingegnere Gruoc, ma morto quest'ultimo al ritorno, il S. assunse l'incarico di completare i piani e i disegni rimasti incompiuti, e nell'autunno del 1821 si recò egli stesso a Sīwah, tracciando molto accuratamente l'itinerario del viaggio. Nei mesi precedenti aveva iniziato, d'accordo col Minutoli, scavi molto importanti nella piramide a scaglioni di Saqqārah; dopo la partenza del Minutoli per l'Europa continuò a lavorare per lui ed eseguì, tra l'altro, la pianta della città di Alessandria.
Nel 1823 il S. rimpatriò e si fissò a Livorno come rappresentante del Rossetti; ma pochi mesi dopo un incendio distrusse tutte le collezioni scientifiche e archeologiche che il S. aveva lasciato al Cairo nonché i disegni e anche il giornale, che accuratissimamente egli aveva tenuto, del suo soggiorno in Egitto. Scoraggiato, decise di non più tornare in questo paese e si dedicò a lavori cartografici e alla pubblicazione dei materiali che aveva potuto salvare presso di sé. Si stabilì a Firenze ove entrò in rapporto col circolo che faceva capo a G. P. Vieusseux.
Nel 1827 aveva pubblicato, insieme col Masi, un primo fascicolo di Saggi pittorici, geografici, statistici, idrografici, catastali sull'Egitto, appunto come saggio di un'opera di larghissimo disegno, per la quale veniva sollecitando aiuti e appoggi. Ma questi in gran parte mancarono, e inoltre il Masi lo abbandonò appropriandosi anche il materiale pronto per un secondo fascicolo. Allora il S. si dedicò a lavori cartografici e pubblicò, tra l'altro, una grande carta dell'Africa settentrionale secondo le più recenti scoperte (Firenze 1830), e una carta geometrica della Toscana (Firenze 1832).
Più che dai viaggi e dagli studî geografici, il S. ebbe popolarità da alcuni studî chimici che, iniziati in Egitto e ripresi allora a Firenze, lo condussero alla scoperta di un sistema per conservare intatti, mediante pietrificazione, corpi animali o umani o parti di essi anche molli, senza alterazione di forma, di volume, di colore. Questa scoperta suscitò grande scalpore, ma il S. ne recò il segreto nella tomba.
Attratto dalla nuova fama del S., il suo concittadino Americo Viviani, professore all'università di Padova, si offrì di aiutarlo per pubblicare una nuova descrizione e illustrazione dell'Egitto e a tale intento furono avviate intese con l'editore-calcografo Fumagalli di Firenze. Ma il S. non poté vedere il completamento della grande opera, che fu pubblicata postuma col titolo Atlante del basso e alto Egitto illustrato dal prof. D. Valeriani e compilato dal fu G. S. coi disegni tratti dalle opere del Denon, ecc., Firenze 1836 (voll. 2, con 105 tavole).
Bibl.: G. Pellegrini, Elogio di G. S., Padova 1836; D. Wolynski, G. S. viaggiatore, cartografo, chimico, in Boll. Soc. geogr. ital., 1892-93; notizie di E. Breccia e A. Mori, in L'opera degli Italiani per la conoscenza dell'Egitto, Roma 1926; C. Della Valle, G. S. (1792-1836), ivi 1934.