SEGATO, Girolamo. –
Nacque, terzo di tredici figli, da Benedetto e da Giustina Lante, il 13 giugno 1792 a Vedana (Belluno), dove la famiglia conduceva un’azienda agricola per conto dei patrizi Erizzo.
Dopo essere stato educato da don Antonio Biagini, arciprete di Sospirolo, dal 1808 trascorse un breve periodo a Treviso come contabile di negoziante e poi a Belluno come amministratore della tenuta della zia materna. Riprese nel 1813 gli studi nel liceo di Belluno e compì ricerche naturalistiche e mineralogiche nei monti del Feltrino e nella valle di Agordo, valendosi dei consigli del naturalista Tommaso Antonio Catullo.
Coltivò sempre molteplici interessi, ma la sua attività più apprezzata fu quella di archeologo e di studioso di egittologia, iniziata alla fine del 1818. Dopo aver sostituito per due anni il fratello Vincenzo, ammalato, nelle funzioni di cassiere del Demanio di Rovigo, il console generale di Russia a Venezia, dove Segato si era recato alla ricerca di un impiego, lo presentò al triestino Annibale De Rossetti. Questi gestiva un’avviata attività commerciale al Cairo, dove Segato giunse il 26 ottobre. Nel corso del 1819 visitò diversi monumenti dell’antico Egitto, di cui compilò disegni. Gli furono anche affidati importanti incarichi dal pascià Mohammed Alì, il quale gli fece rilevare canali già scavati e gli affidò lo studio del tracciato di canali nuovi; gli chiese inoltre di disegnare la pianta della città di Alessandria e della campagna immediatamente circostante.
Aggregato alla spedizione militare guidata da Ismail Pascià nel Sennar per cercare di impadronirsi di ricchi giacimenti auriferi e per procurarsi manodopera forzata, aveva ricevuto la nomina a cancelliere del viceconsolato tedesco del Cairo. Lasciata la città il 6 maggio 1820, Segato si dedicò a tempo pieno alle ricerche archeologiche e visitò inizialmente Cinopoli, Antinoe, Ermopoli, Tani e l’isola di File. Disegnò i monumenti con meticolosa precisione e prese nota di usi, costumi e tradizioni locali. Si inoltrò poi, con un servo e pochi viveri di scorta, nel deserto sudanese degli Abadi, dove raccolse materiale di grande interesse sul ‘regno di Chiolo’ (Sciollo). Rientrato al Cairo il 29 novembre, fu presentato al barone Heinrich Carl Menu von Minutoli, un ufficiale dell’esercito prussiano che stava per intraprendere una missione scientifica nell’Alto Egitto e in Nubia. L’ufficiale si fece consegnare i suoi appunti e i suoi disegni, utilizzati poi in una sua pubblicazione (Reise zum Tempel des Jupiter Ammon..., 1824), e lo aggregò come disegnatore alla spedizione scientifica che stava per intraprendere.
Partito dal Cairo il 19 dicembre, dopo aver visitato le piramidi di Giza, Segato rimase a Sakkara per dedicarsi agli scavi in corso nell’area della piramide a gradoni. Ebbe la fortuna di trovare un bellissimo sarcofago di granito e individuare dopo pochi giorni l’ingresso principale, riuscendo a rilevare la pianta del corridoio e a disegnarne i dettagli. Costretto a interrompere un’altra spedizione in Siria, sempre al seguito del barone von Minutoli, iniziata il 18 aprile 1821, a causa dello scoppio della guerra greco-turca tornò al Cairo in giugno. Lì si dedicò a imballare in novanta casse il materiale archeologico raccolto dalla spedizione prussiana. Settanta di quelle casse andarono perdute alle foci dell’Elba per un naufragio e le rimanenti venti contenevano i reperti che dettero vita al primo fondo della sezione egizia del museo di Berlino-Charlottenburg.
Sempre per incarico di von Minutoli, fra il settembre e il novembre del 1821, si recò all’oasi di Siwa per portare a termine i rilevamenti topografici e le osservazioni astronomiche dell’ingegnere piemontese Gruoc, da poco deceduto. Completata la missione, aveva ripreso a disegnare oggetti e monumenti antichi; avendo a disposizione il ben attrezzato laboratorio farmaceutico dei fratelli De Rossetti, si dedicò anche a ricerche sugli antichi metodi di produzione dei papiri e sulla composizione chimica dei colori usati per i dipinti nelle tombe di Giza. Sembra che a questo periodo risalga l’inizio delle sue indagini sulla pietrificazione dei corpi umani e animali, in seguito fonte di problemi, ma anche di una certa fama postuma. Riuscì infatti a mettere a punto un metodo, basato su un procedimento, impropriamente chiamato pietrificazione, ancor oggi non compreso, per prevenire la decomposizione della materia organica senza alterarne il colore, in una sorta di artificiosa immortalità fissata in una solidità lapidea. Numerosi reperti di questa sua attività si trovano oggi nella sezione di anatomia del Museo di storia naturale dell’Università di Firenze, nel museo civico di Belluno, nella reggia di Caserta e nel palazzo dei Normanni di Palermo.
Tornato in Italia nell’aprile del 1823, dopo che un incendio aveva distrutto la casa della famiglia De Rossetti dove erano conservate quasi tutte le carte (diari di viaggio, disegni, appunti) e le collezioni naturalistiche e mineralogiche degli anni egiziani, decise di stabilirsi prima a Livorno e poi a Firenze. Sperava di ottenere dal granduca Leopoldo II un aiuto finanziario per la pubblicazione di un’opera sull’Egitto. Non essendo riuscito a ottenere l’aiuto sperato, decise di procedere a sue spese e il primo fascicolo vide la luce a Firenze nel luglio del 1827 (Saggi pittorici, geografici, statistici...). Mentre si apprestava a preparare il secondo, il suo socio fuggì in Francia con il denaro che Segato si era fatto prestare e con i disegni originali che dovevano illustrarlo. Nel 1833, dopo aver rifiutato la cattedra di chimica tecnologica presso il Museo della Specola, iniziò a scrivere una nuova opera in collaborazione con l’incisore milanese Paolo Fumagalli, che apparve nel 1837, dopo la sua morte, avvenuta a Firenze il 3 febbraio 1836. Fu sepolto nella basilica di S. Croce, nel cui chiostro grande si trova un monumento a lui dedicato, opera della scuola di Lorenzo Bartolini. Dopo la morte le sue case di Vedana e di Belluno furono saccheggiate, provocando la dispersione dei suoi lavori.
Opere. Wörter der Dongolasprache von Segato mitgeteilt nach deutscher Aussprache geschrieben, piccolo dizionario pubblicato in appendice all’opera di H. von Minutoli, Reise zum Tempel des Jupiter Ammon in der Libyschen Wüste und nach Ober-Aegypten in den Jahren 1820 und 1821, Berlin 1824; Saggi pittorici, geografici, statistici, idrografici e catastali sull’Egitto, Livorno 1827 (con L. Masi); Carta geometrica della Toscana, accresciuta d’indicazioni ed incisa da Girolamo Segato, Firenze 1832; Atlante monumentale del Basso e dell’Alto Egitto, illustrato dal prof. Domenico Valeriani e compilato dal fu Girolamo Segato, Firenze 1837-1838.
Fonti e Bibl.: Diverse lettere inedite di Segato furono pubblicate tra il 1936 e il 1938 in Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore (1936, nn. 43, 45, 46; 1937, nn. 51, 52; 1938, n. 55) e in Rivista delle scienze mediche e naturali, XXIII (1932), 5-6, nell’insieme curate da C. Della Valle, G. Fabbiani e L. Alpago-Novello; manoscritti e disegni si conservano nella Biblioteca statale di Lucca (Wolynski, 1893, pp. 1029 s.).
G. Pellegrini, Della artificiale riduzione a solidità lapidea e inalterabilità degli animali scoperta da G. S., Firenze 1835; C. Busetto, La giovinezza di G. S., Pesaro 1877; A. Wolynski, G. S., viaggiatore, cartografo e chimico: ricerche biografiche e geografiche con documenti inediti, in Bollettino della Società geografica italiana, s. 3, 1892, vol. 4, pp. 437-451, 541-546, 613-628, 810-826, 1077-1094; 1893, vol. 5, pp. 51-71, 238-249, 753-765, 888-918, 995-1030 con un’appendice di trenta lettere e un elenco delle carte manoscritte di Segato cedute nel 1882 da G. Fumagalli alla Biblioteca di Lucca; C. Della Valle, G. S. (1792-1836), Roma 1934; L. Alpago-Novello, Tre documenti dell’Archivio Segreto Vaticano riguardanti G. S., Feltre 1936; G. Pieri, G. S., Belluno 1936; O. Millo, Ricordo di G. S. (1792-1836), in Dolomiti, IV (1981), pp. 39-47; E. Bresciani, G. S. e le sue carte inedite presso la Biblioteca Statale di Lucca, in La conoscenza dell’Asia e dell’Africa in Italia nei secoli XVIII e XIX, a cura di U. Marazzi, I, 2, Napoli 1984, pp. 871-880; F. Cimmino, G. S., in Viaggiatori veneti alla scoperta dell’Egitto. Itinerari di storia e arte. Rassegna internazionale di cinematografia archeologica (catal., Verona), a cura di A. Siliotti, Venezia 1985, pp. 113-116; Belluno e l’Egitto, a cura di A. Siliotti, Verona 1986; I. Pocchiesa - M. Fornaro, G. S., esploratore dell’ignoto, scienziato, viaggiatore, cartografo (1792-1836), Belluno 1992; B. Zanenga, Quattro inediti di G. S. nel bicentenario della nascita, in Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore, LXIII (1992), pp. 153-164; G. Barbella, G. S. il rotolatore del sole custode dell’immortalità, Brescia 2012 (http:// www. webalice.it/gbarbella /doc/segato_girolamo.pdf, 11 febbraio 2018).