NIGRISOLI, Girolamo
NIGRISOLI, Girolamo. – Nacque il 4 aprile 1621 a Cornacervina, un borgo poco distante da Ferrara, dove il padre Alessandro possedeva una tenuta.
La famiglia, che faceva risalire le proprie origini a un principe africano di nome Nigersol, contava tra i suoi membri importanti medici, giuristi e letterati.
Compiuti i primi studi forse presso i gesuiti (una fonte indica tra i suoi maestri Niccolò Cabeo), si indirizzò alla medicina, divenendo allievo dell’anatomico e professore di filosofia naturale Maurizio Calani. Si laureò in filosofia e medicina presso l’Università di Ferrara nel 1644. Si avviò subito alla carriera universitaria e risulta iscritto nei rotuli dello Studio ferrarese dallo stesso anno; ricoprì le letture di metafisica (fino al 1647) e logica (dal 1647 al 1651). Si dedicò anche alla professione medica, acquisendo in breve tempo una notevole fama anche al di fuori dei confini della legazione ferrarese, dalla fine del Cinquecento parte dello Stato della Chiesa. Il successo professionale, oltre ai legami instaurati dalla famiglia con le corti dei ducati di Modena e di Mantova, gli valsero la chiamata come medico di Ferrante III Gonzaga, duca di Guastalla, dove si trasferì nel 1650 con la moglie Diana Merli e i figli.
All’epoca il Ducato di Guastalla, che comprendeva anche i territori di Luzzara e Reggiolo, era minacciato nei suoi confini dalle pretese territoriali del vicino e più potente Stato di Mantova, retto dal ramo dei Gonzaga Nevers. Ferrante III, storico alleato degli spagnoli e dell’Impero, aveva tuttavia rafforzato la sua posizione grazie al matrimonio con Margherita d’Este, figlia del duca di Modena e Reggio Alfonso III, e riuscì non solo a conservare l’integrità del proprio territorio ma a giocare un ruolo importante negli equilibri politici della regione, arrivando persino a rivendicare la successione del ducato di Mantova. Questo tentativo non gli riuscì e alla sua morte, avvenuta nel 1678, i territori del ducato passarono proprio al duca di Mantova Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers in virtù del matrimonio celebrato con Anna Isabella, figlia di Ferrante.
Nigrisoli visse a Guastalla una quindicina d’anni, occupandosi della salute della famiglia ducale, dei membri della corte ma anche di persone di classi meno altolocate. Alcuni dei casi da lui affrontati in questo periodo, riguardanti soprattutto donne, confluirono in una raccolta di Progymnasmata, pubblicata a Guastalla nel 1665 e dedicata al duca Ferrante. Quest’opera, l’unica pubblicata da Nigrisoli, è composta da sei ‘pre-esercitazioni’ accomunate dall’appartenenza al campo della medicina pratica, ma differenti in quanto a genere letterario. Vi si trovano infatti alcuni trattatelli su argomenti specifici, un consulto medico in forma epistolare e uno scritto appartenente alla letteratura sugli errori medici. Ciascun esercizio è indirizzato a colleghi, tra i quali spiccano i nomi di Maurizio Calani, maestro di Nigrisoli ai tempi dell’università, e Marcantonio Geminello, archiatra del duca di Mantova.
Le pre-esercitazioni più significative, il cui titolo è riportato anche sul frontespizio dell’opera, riguardano due questioni di medicina pratica strettamente legate tra loro e relative al salasso, uno dei metodi terapeutici più importanti nella medicina d’età moderna. Nella prima Nigrisoli prese in considerazione l’applicazione di sanguisughe all’interno dell’utero in casi di soppressione delle mestruazioni o di problematiche post-parto, dichiarandosi favorevole a questa pratica, recuperata dal medico portoghese Abraão Zacuto Lusitano, e riportando vari casi di guarigione da lui ottenuti negli anni della sua attività a Guastalla. In particolare descrisse il caso di una puerpera portatagli da un chirurgo nel 1659, di due ragazze vergini con soppressione delle mestruazioni, di una donna che aveva partorito un bambino morto nel 1664 e di due donne ebree. Dalle pagine di questo scritto emerge l’interesse di Nigrisoli per le malattie femminili, a dimostrazione che già in questo periodo il medico era presente sulla scena del parto, soprattutto in caso di complicazioni, e interveniva personalmente nella cura delle donne, affiancando altre figure sanitarie come le levatrici.
Altrettanto interessante è l’altra pre-esercitazione, nella quale Nigrisoli trattò dell’uso della flebotomia nelle febbri maligne, quelle cioè che si manifestavano nel caso di malattie contagiose o ‘pestilenziali’, e in particolare dell’applicazione di questo metodo alle vene superiori o inferiori del corpo. Anche in questo scritto Nigrisoli mostrò la sua apertura verso metodi innovativi rispetto alla pratica tradizionale, difendendo la proposta del medico rinascimentale Orazio Augenio di estrarre il sangue dalle vene inferiori, contrariamente a quanto prescritto dalle fonti classiche e dalla terapeutica consolidata.
Continuò a essere iscritto nei rotuli dell’Università di Ferrara durante tutto il periodo della sua permanenza a Guastalla, come lettore di filosofia naturale, dal 1651 al 1658, e di Ippocrate, dal 1658 al 1665. Morto in quell’anno Maurizio Calani, i riformatori dello Studio gli offrirono la cattedra primaria di filosofia naturale ed accettò così di tornare in patria, lasciando l’impiego presso la corte di Ferrante III. A Ferrara, oltre a insegnare, continuò l’attività medica, lavorando anche presso l’ospedale cittadino di S. Anna, e fu chiamato a ricoprire cariche pubbliche di rilievo. In particolare, venne ripetutamente eletto nel Consiglio centumvirale come membro del secondo ordine cittadino e fece parte del Maestrato dei savi, il massimo organo politico elettivo della città (sempre però sottoposto al potere del legato papale) nel 1677 e nel 1682. Nel 1680 si stabilì con la famiglia in un appartamento all’interno del palazzo del Paradiso, la sede dell’Università, prendendolo in affitto dalla Municipalità per 40 lire all’anno.
Morì a Ferrara il 10 giugno 1689.
Fonti e Bibl.: Ferrara, Arch. storico dell’Università, Serie I, 184, 250, 473; Biblioteca comunale Ariostea, Autografi Cittadella, 2076, Classe I, 525.15; F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii, II, Ferrara, 1735, p. 243; J.J. Manget, Bibliotheca scriptorum medicorum, II, 1, Ginevra 1731, pp. 412 s.; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, II, Ferrara 1804, pp. 88 s.; Continuazione delle memorie istoriche di letterati ferraresi, Ferrara 1811, pp. 166 s.; B. Nigrisoli, I Nigrisoli da cinque secoli famiglia di medici, in Il Policlinico, LIV (1947), pp. 2-7; R. Pasi, I Nigrisoli, Ravenna 1986, p. 31; I maestri di medicina ed arti dell’Università di Ferrara, 1391-1950, a cura di F. Raspadori, Firenze 1991, passim.