MONTEGNACCO, Girolamo
MONTEGNACCO, Girolamo. – Nacque a Udine nel 1507 da Sebastiano e da Aloisa Corbelli.
La famiglia (chiamata anche Montegnaco, Montagnacco e Monteniano, da Mons Iani, supposto nome latino della località a nord di Udine), in origine fu probabilmente al servizio dei patriarchi di Aquileia; nel 1270 venne ascritta alla nobiltà cittadina di Udine; a partire dal secolo XV fu legata ai Savorgnan, filoveneziani. L’antenato Giovanni Francesco aveva acquistato nel 1458 dai Savorgnan della Bandiera la giurisdizione di Cassacco, dando origine a questa linea del casato, che però solo nel 1570 fu ammessa nel Parlamento friulano tra il ceto feudale. Il padre di Montegnacco, Sebastiano, ricostruì il castello, ottenendo anche la gastaldia di Tricesimo. Un fratello maggiore, Giovanni Francesco, morto nel 1541, visse a Roma e fu coinvolto nel Sacco del 1527. Ebbe stretti rapporti con il pittore Giovanni da Udine. Canonico di Aquileia, nel 1528 passò a Cividale; lasciò il canonicato a un altro membro della famiglia, Francesco (forse suo cugino), noto per la missione del 1549-50 presso Ferdinando I d’Asburgo, durata dieci mesi, per chiedere di ripristinare i diritti del patriarca sulla città di Aquileia.
Nel 1520 Montegnacco fu mandato dal padre a studiare a Tolmezzo, dove ricevette una completa educazione umanistica; si laureò poi in utroque iure a Padova. Nel 1534 sposò Zenobia di Colloredo, dalla quale ebbe 12 figli, tra maschi e femmine. Fu membro autorevole del Consiglio municipale di Udine, che assistette con i suoi consigli legali, intervenendo spesso come mediatore nelle contese tra la nobiltà cittadina e quella castellana (feudale); dopo la morte del padre (1540) amministrò i cospicui beni della famiglia. Protesse umanisti ed eruditi, come Antonio Belloni e Giampietro Astemio, acquistando fama di mecenate generoso e appassionato; nel castello di Cassacco raccolse epigrafi e frammenti di statue romane. Nel 1542 fece ricopiare il codice trecentesco dell’Itinerariumdi Odorico da Pordenone, conservato presso il convento di S. Francesco a Udine, per salvaguardarne il testo; all’inizio del manoscritto aggiunse alcune sue poesie latine in onore di Odorico (pubblicate in B. Asquini, Vita e viaggi del b. Odorico, Udine 1737, pp. XIII s.). Il notaio e cronista Antonio Belloni gli offrì la sua opera De vitis et gestis patriarcharum Aquileiensium, chiamandolo nella dedica «antiquorum patriae monumentorum studiosissimus» (ed. in L. A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, XVI, Milano 1730, p. 23).
Compose poesie latine e tradusse in latino un’orazione di Demostene, ma non lasciò nulla a stampa; anche i suoi scritti inediti, nel Settecento nelle mani dello storico dei letterati friulani Gian Giuseppe Liruti, sono andati dispersi.
Morì a Cassacco l’11 aprile 1573, ma volle essere sepolto a Udine nella cappella del beato Odorico, annessa alla chiesa di S. Francesco.
Il figlio maggiore, Giacomo, nacque il 12 gennaio 1536 a Udine. Nel 1548 fu mandato alla scuola di Giampietro Astemio a San Daniele, insieme con i fratelli Massimiliano e Mario; dei suoi studi non si conosce altro. Certamente venne avviato presto alla carriera ecclesiastica, prendendo gli ordini minori e nel gennaio 1563 fu consacrato prete a Venezia. Il mese dopo, con bolla di Pio IV, ottenne il canonicato di Aquileia, che da decenni era trasmesso all’interno della famiglia, per la rinuncia del cugino Giovanni Battista, figlio dello zio paterno Leonardo: la pratica, iniziata già nel 1562, venne curata a Roma da Giovanni Carga, altro discepolo di Astemio, impiegato alla Segreteria di Stato. Come canonico aquileiese Giacomo partecipò al sinodo indetto dal patriarca Giovanni Grimani nel settembre 1565, presieduto dal vicario generale Iacopo Maracco, e nell’occasione tenne un discorso in latino. Nel maggio 1569 divenne camerario della cattedrale; in agosto ottenne il lucroso beneficio della cappella dei Ss. Ermacora e Fortunato. Morì a Udine il 3 agosto 1572, compianto dai letterati friulani: il 7 agosto Cornelio Frangipane il Vecchio scrisse una commossa lettera di condoglianze al fratello Massimiliano.
Giacomo fu soprattutto poeta latino, come il padre, e come lui non pubblicò quasi nulla. A stampa rimangono un carme nella raccolta Helice di Cornelio Frangipane (Venezia, Al segno della salamandra, 1566, p. 31) e quattro epigrammi nel volume di autori friulani per la morte di Salomè di Münsterberg e Öls, moglie del goriziano Giorgio Della Torre di Santa Croce (Oratio in funere ... dominae Salomonis ducis Munsterbergi et Olssenii in Silesia..., Venezia, V. Valgrisi, 1568, pp. 42 s.). Giorgio Della Torre e la moglie, sudditi austriaci, erano apertamente luterani e il friulano Frangipane aveva simpatia per la Riforma: difficile però dire se Giacomo avesse avuto una qualche vicinanza con gli ambienti filoprotestanti friulani. La sua produzione poetica inedita, comprendente 75 poesie in latino e 16 in italiano, è conservata nella copia settecentesca di Domenico Ongaro nella Biblioteca arcivescovile di Udine, Fondo Bartolini, ms. 17, cc. 96r-161v (Iacobi Monteniaci domini carmina ex autographo). Tra le composizioni più interessanti una parafrasi in esametri del primo canto dell’Orlando Furioso e i poemetti d’ispirazione ovidiana Cancer e Silvanus sive aucupium.
Un altro figlio di Montegnacco, Massimiliano, nacque a Udine il 10 gennaio 1538. Dopo gli studi a San Daniele presso Giampietro Astemio, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a Padova, dove ebbe per maestri i friulani Tiberio Deciani e Francesco Mantica. Il 26 febbraio 1563 conseguì la laurea in diritto canonico, il 27 marzo seguente quella in diritto civile, promotore Deciani. Destinato a continuare il casato (anche il terzo fratello Mario era ecclesiastico, prima a Trento al servizio dei cardinali Cristoforo e Ludovico Madruzzo, poi canonico di Aquileia), nel 1569 sposò la nobile udinese Narcisa Tealdi. Fu consigliere e magistrato della città di Udine, ma anche, come signore di Cassacco, membro autorevole del Parlamento friulano, di cui in varie circostanze difese gli interessi presso la Signoria veneziana. Nel 1606 fece parte della delegazione che portò a Venezia le congratulazioni al nuovo doge Leonardo Donà.
La produzione letteraria a stampa di Massimiliano è interamente legata agli incarichi di rappresentanza che gli furono affidati. Comprende il Ragionamento... fatto a nome della Patria ai provveditori della fortezza di Palmanova, subito dopo la sua costruzione (Udine, G.B. Natolini, 1594); l’Oratione al luogotenente del Friuli Luigi Foscarini per la sua partenza dal Friuli (ibid. 1603); l’Oratione ... al sereniss. principe Leonardo Donato (Venezia, B. Alberti, 1606; ristampata lo stesso anno a Udine, G.B. Natolini). Sono perdute le note biografiche che aveva steso sui principali membri del suo casato e le orazioni inedite, che ancora Liruti poté vedere. Massimiliano perse ancora in vita i due figli maschi, Girolamo, ecclesiastico, e Ferdinando. Ferdinando (1571-1603) pubblicò molti versi in varie raccolte poetiche stampate a Udine tra il 1594 e il 1599, in particolare 34 sonetti e 23 madrigali compresi nelle Rime di diversi elevati ingegni de la città di Udine, a cura di Giacomo Bratteolo (Udine, G.B. Natolini, 1597, pp. 101-113). Nel 1591 aveva sposato Ziliola di Brazzacco e Cergneu, assicurando la continuità del casato; il ramo di Cassacco, tuttavia, nella seconda metà del Seicento andò in rovina e uscì dall’ambito della nobiltà friulana. I nipoti ebbero l’investitura dei feudi di Massimiliano nel 1620; dunque egli morì poco prima di quella data, probabilmente nel 1619.
Fonti e Bibl.: Lettere e documenti a Verona, Biblioteca Civica, ms. 294 (Miscellanea Ongaro), V, cc. 35v-88v, 129r-v; G.G. Capodagli, Udine illustrata da molti suoi cittadini, Udine 1665, pp. 289 s., 326 s. (non attendibile); G.G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da’ letterati del Friuli, IV, Udine 1830, pp. 98-110; E.A. Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847, pp. 205, 318, 335, 339, 401; J. Valentinelli, Catalogus codicum manuscriptorum de rebus Foroiuliensibus ex Bibliotheca Palatina ad D. Marci Venetiarum, in Archiv für Kunde österreichischer Geschichtsquellen, XVIII (1857), p. 353, 368 s.; F. Di Manzano, Annali del Friuli, III, Udine 1860, pp. 89 s.; G. Valentinelli, Bibliografia del Friuli, Venezia 1861, pp. 47 s., 351, 384-386; Id., Aggiunta all’Epoca VI degli Annali del Friuli, Udine 1879, pp. 44 s., 157, 165; Id., Cenni biografici dei letterati ed artisti friulani dal secolo IV al XIX , Udine 1884, pp. 132 s.; G. De Renaldis, Memorie storiche dei tre ultimi secoli del patriarcato di Aquileia (1411-1751), Udine 1888, pp. 238, 258-264 (sul canonico Francesco); [A. Noacco], Al reverendissimo signore d. Virgilio nob. di Montegnacco parroco di Marano Lagunare. Albero genealogico della nob. famiglia di Montegnacco, Udine 1894, p. 14; G. Comelli, Annali tipografici di Giovan Battista Natolini, Firenze 1954, pp. 38, 66, 73; Giovanni da Udine. I libri dei conti, a cura di L. Cargnelutti, Udine 1987, pp. 14-16; Divus Maximilianus: una contea per i Goriziani, 1500-1619, a cura di S. Cavazza, Mariano del Friuli 2002, pp. 229, 305, 309; L. Casarsa, Montegnacco (di) Giacomo (ramo di Cassacco, Montenianus), canonico, in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei Friulani, II, L’età veneta, Udine 2009, pp. 1720-1722; D. Padovan, Montegnacco (di) Massimiliano, giurista, ibid., p. 1722.