MOLIN, Girolamo
Nato nel 1500, ebbe a guida negli studî, ai quali si dedicò con maggior amore che alla politica, il Bembo e Trifone Gabriello. Coltivò la musica, la pittura, la scultura, ma soprattutto la poesia, in cui presto emerse fra concittadini e forestieri (l'Aretino, lo Sperone, il Varchi, il Doni), che l'amarono e l'onorarono. Fu amico di Bernardo Tasso e protettore di Torquato, di cui favorì col Venier la pubblicazione del Rinaldo; fu il mecenate di Celio Magno. I suoi viaggi in Oriente, quale sopracomito di galera e capitano (egli si occupò nei suoi studî anche di arte militare), le cariche sostenute in patria, i litigi per interessi col padre sempre adirato e col fratello Niccolò, non scemarono in lui l'ardore degli studî, fino alla morte avvenuta il 25 dicembre 1569.
La sua produzione poetica (77 sonetti, 10 canzoni, una sestina, 29 fra canzonette e madrigali, 2 capitoli), che vide la luce per opera degli amici (Giulio Contarini, Celio Magno, Domenico Venier) nel 1573 con una biografia panegirica di G. M. Verdizzotti, è di carattere petrarchesco, di varia ispirazione amorosa, religiosa, morale e politica. Non ha la leggiadria e la musicalità del Bembo, ma ha, specie nella politica, accenti di vera originalità, dettati dall'amore per Venezia e l'Italia.
Bibl.: E. Greggio, G. da M., in teneo VEneto, 1894, pp. 188-202.