MASINI, Girolamo
– Nacque a Firenze il 27 dic. 1840 da Luigi e da Giuliana Simonetti. Fu battezzato il giorno seguente ed ebbe come padrino il nonno materno Leopoldo (Firenze, Arch. dell’Opera del duomo, Registro battesimi, Maschi, 1840, f. 201).
Compì gli studi d’arte a Firenze, dove nel 1855 frequentò l’Accademia di belle arti seguendo il corso di disegno tenuto da E. Pollastrini. Completò la sua formazione nel 1858 sotto la guida dello scultore A. Costoli che, riconosciutane l’abilità nella modellazione, lo inserì in un gruppo di giovani scultori impegnati nella decorazione della facciata della chiesa fiorentina di S. Croce, per la quale realizzò quattro medaglioni raffiguranti i santi Pietro, Tommaso, Giovanni e Iacopo.
Nel settembre 1866 vinse il concorso per una borsa di studio triennale fuori della Toscana grazie alla quale poté perfezionarsi nell’arte della scultura. La pensione annuale di 2000 lire gli permise di trasferirsi a Roma. Qui stabilì il proprio studio in via Flaminia, attiguo a quello di Giulio Monteverde, con il quale strinse una lunga e sincera amicizia.
Nel 1870 partecipò all’Esposizione religiosa romana con il gesso Fabiola (1868) e l’anno successivo fu, con L. Majoli e T. Malpieri, tra i consiglieri della sezione scultura nell’Associazione artistica internazionale. Nell’agosto 1871, insieme con Monteverde, fece parte della commissione incaricata di stabilire il programma di concorso per il monumento dedicato all’Unità d’Italia. Nel seguente mese di settembre inviò due opere all’Esposizione del Circolo artistico internazionale: il busto in gesso di Cola di Rienzo che, riprodotto in marmo, andò a decorare la passeggiata del Pincio, e la scultura in marmo di Pia de’ Tolomei, acquistata nel 1872 da Massimiliano Errázuriz Zañartu, fratello del presidente del Cile, che gli commissionò anche un’altra versione della Fabiola. Ancora nel 1872 il M. partecipò al premio artistico della Provincia di Roma con la statua del tribuno Cola di Rienzo che, sebbene riconosciuta di molto merito, non riscosse il pieno consenso della critica (Roma artistica, 1871-72, p. 78). In quello stesso anno, impegnato nella commissione direttiva dell’Associazione artistica internazionale, si prodigò nell’organizzazione della festa degli artisti alle grotte di Cervara.
Nel settembre del 1873 una nuova versione in marmo della Fabiola (dal 1866 a Roma, Galleria nazionale d’arte moderna) fu premiata all’Esposizione universale di Vienna (Catalogo generale degli espositori italiani, p. 191, n. 139). Il successivo 16 novembre espose al concorso del Municipio di Roma la statua raffigurante Adelaide Bono, madre dei fratelli patrioti Cairoli, che fu molto apprezzata dal pubblico.
La scultura, in marmo bianco a figura intera, era stata commissionata dal Comune di Gropello (Pavia), dove fu ufficialmente presentata il 24 ott. 1875. L’opera testimonia l’immutato interesse del M. per i soggetti moderni d’impronta verista.
Sul finire del 1873 partecipò al concorso del R. Istituto di belle arti, concorrendo per un posto di professore di disegno modellato misurandosi con lo scultore S. Galletti, sostenuto dagli accademici; dalla sua parte si schierò l’incisore A. Jovari, dietro sollecitazione di Monteverde. Il seguente 31 dicembre accettò la nomina di professore, con un contratto biennale e uno stipendio annuo di 2400 lire. Il 10 ag. 1875 ottenne la conferma a professore stabile presso l’Istituto di belle arti.
Raggiunta ormai la stabilità economica, sposò la veneziana Regina Paccagnella, dalla quale, il 24 marzo 1876, ebbe il figlio Tito. La famiglia si stabilì in un appartamento in via della Frezza, da dove si trasferì nel 1877 in piazza dell’Oca.
Risale al 1876 la Vestale (Cantalamessa, p. 167), opera che va ad arricchire la serie delle figure femminili ispirate a immagini storiche eseguite dal M. e che nuovamente rivela l’attenzione dello scultore al dato naturale, desunto da un diligente studio dal vero.
Dopo la morte del re Vittorio Emanuele II (9 genn. 1878), il M. intervenne nei lavori del cantiere istituito al Pantheon per celebrare le esequie del sovrano, modellando le statue che dovevano ornare il catafalco funebre (Roma artistica, 1878, p. 415). Nel marzo dell’anno seguente prese parte con L. Amici, F. Azzurri, E. Rosa e Monteverde alla commissione nominata per l’esame dei modelli della scultura commemorativa a Giordano Bruno. Ancora nel 1879 presentò senza successo un bozzetto per il monumento a Vittorio Emanuele II a Torino.
All’Esposizione nazionale di belle arti di Torino del 1880 presentò Rebecca al pozzo, che vinse il gran premio e ottenne dallo scultore Giusto Giusti un sincero elogio che rilevava come l’ispirazione del M., pur dominata dalla scuola accademica antica, si era andata traducendo in uno studio accurato della forma e dell’esecuzione (Ennio, Rebecca…). Questa scultura fu nuovamente ammessa all’Esposizione di Milano del 1881; e ottenne un così ampio favore da parte del pubblico, che nel 1883 il M. ne eseguì una seconda versione.
In occasione dell’Esposizione artistica nazionale di Roma del 1883 presentò Cleopatra (Esposizione di belle arti in Roma 1883, Roma 1883, p. 122, n. 58), che fu acquistata dal Comune di Roma (Roma, Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea; una versione precedente dell’opera è menzionata da Cantalamessa). Sempre nel corso del 1883 il M. realizzò il monumento del Generale Marazan per la Repubblica del Salvador, una «delle primissime opere di scultura italiane comparse oltre l’Atlantico» (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna, Arch. bio-iconografico, s.v.), e una Madonna per una chiesa del Guatemala (Cantalamessa, p. 167).
Nell’ultimo anno di vita il M. si dedicò intensamente all’attività accademica: l’11 apr. 1885 era tra i componenti del consiglio della commissione d’esami per il conferimento del diploma di professore di disegno architettonico.
Nel corso della sua carriera ebbe una numerosa schiera di valenti allievi, tra i quali M. Benini, L. Croce, A. Laurenti, D. Pagano, E. Biondi e M. Parlatore. Tra gli ultimi impegni accademici si adoperò per ottenere dal Museo nazionale di Napoli alcune copie in gesso di famose opere classiche con lo scopo di facilitare lo studio dei suoi studenti. Fu inoltre accademico di merito degli Istituti di belle arti di Firenze, Milano, Bologna, Urbino e Carrara; e per i suoi meriti fu insignito delle onorificenze di cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro e della Corona d’Italia.
Morì a Firenze il 21 dic. 1885 (Cronaca della città, in La Nazione, 22 dic. 1885).
Il 20 sett. 1887 venne inaugurata alle pendici del Campidoglio la statua bronzea di Cola di Rienzo alla «chetichella e senza veruna cerimonia» (Tordi, p. 53); nello stesso anno la scultura Rebecca fu presentata all’Esposizione artistica di Venezia (Catalogo ufficiale…, Venezia 1887, p. 56, n. 52).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale Antichità e belle arti, I versamento, b. 251, f. 118, ins. 27; ibid., Archivio generale, Accademie e istituti di belle arti, 1862-81, b. 64, f. 9; ibid., Fascicoli personali (Divisione arte antica), M. G., b. 21; ibid., Arch. stor. del Vicariato, S. Giacomo in Augusta, Stati delle anime, anni 1875-1876, 191; ibid., Battesimi, anni 1859-88, 190, n. 33; S. Maria del Popolo, Stati delle anime, anno 1878, 114; L’Esposizione romana delle opere di ogni arte eseguite pel culto cattolico, 13 apr. 1870, n. 7, pp. 53 s.; Roma artistica, I (1871-72), pp. 16, 21, 32, 56, 78; IV (1878), p. 415; V (1879), p. 80; Il Giorn. artistico. Periodico di belle arti, scientifico e letterario, 1° sett. 1873, p. 104; 26 novembre, p. 139; 20 genn. 1874, p. 166; 18 marzo, p. 181; B. Odescalchi, Ricordi artistici, Roma 1875, pp. 30-35; G. Giusti, L’Esposizione nazionale di belle arti in Torino. Lettere…, Torino 1880, p. 58; L. Bellinzoni, Guida critica della Esposizione artistica nazionale di Roma 1883, Roma 1883, p. 135; H. De Horatis, G. M. e la sua «Cleopatra» e la sua scuola, in Roma. Giorn. illustrato della Esposizione di belle arti 1883, Roma 1883, pp. 47 s., 97, 99; Ennio, Cleopatra. Statua in marmo del prof. Gerolamo M., in L’Italia. Periodico artistico illustrato, I (1883), 5, pp. 38 s.; Id., Rebecca. Statua in marmo del prof. Gerolamo M., ibid., 14, p. 110; F. Fontana, Pennelli e scalpelli. Esposizione internazionale di belle arti Roma 1883, Milano 1883, p. 197; Da Roma a Roma, in Capitan Fracassa, VI (1885), 351, pp. n.n.; G. Cantalamessa, G. M., in L’Italia. Periodico artistico illustrato, III (1885), 11, pp. 162, 167; D. Tordi, La pretesa tomba di Cola di Rienzo: due memorie, in Il Buonarroti, s. 3, III (1887), pp. 52 s.; A. Riccoboni, Roma nell’arte. La scultura nell’Evo moderno dal Quattrocento ad oggi, Roma 1942, p. 412; M. Maffioli, La facciata di S. Croce. Storia di un cantiere, in S. Croce nell’800 (catal.), Firenze 1986, p. 77 nn. 42, 89; M.E. Tittoni, Gli acquisti del re e del Comune di Roma, in Il Palazzo delle Esposizioni (catal.), a cura di R. Siligato - M.E. Tittoni - M. Riposati, Roma 1990, p. 137; L. Berggren - L. Sjöstedt, L’ombra dei grandi: monumenti e politica monumentale a Roma (1870-95), Roma 1996, pp. 17, 23 n. 36, 32, 117 s., 122 n. 108; La passeggiata del Pincio, Roma 2000, p. 39; F. Di Castro, Via Margutta: cinquecento anni di storia e d’arte, Roma 2006, p. 197; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi: pittori, scultori e architetti, Firenze 1906, p. 285; P.A. Corna, Diz. della storia dell’arte in Italia, II, Piacenza 1930, p. 638; A.P. Torresi, Scultori d’accademia. Diz. biografico… dell’Acc. di belle arti a Firenze, Ferrara 2000, p. 88; A. Panzetta, Nuovo Diz. degli scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, Torino 2003, pp. 573 s.