MARINONI, Girolamo
– Nacque a Fossombrone, come egli stesso dichiara nel suo primo libro di mottetti, intorno al 1590. Non è noto con quale maestro seguì gli studi musicali e quando si trasferì a Venezia. Nel gennaio 1612 entrò a far parte della Cappella di S. Marco per la voce di tenore. Come tutti i cantori e strumentisti della Cappella Marciana, oltre al salario annuo, godeva di altre opportunità di guadagno offerte dalle Scuole grandi, dai monasteri e, per la musica profana, dai patrizi che ospitavano nei loro palazzi serate musicali e dagli organizzatori di feste pubbliche o private.
Per tali esibizioni i musicisti marciani si erano costituiti in compagnie, cooptando anche altri membri non legati alla Cappella ducale, con lo scopo di monopolizzare il mercato musicale cittadino.
Nell’ambito di questa attività musicale nel 1615 il M. era presente al vespero presso la chiesa delle monache di S. Lorenzo, le quali si lamentarono con la compagnia perché non aveva permesso che due cantori si esibissero come solisti in un mottetto a voce sola con accompagnamento di chitarrone: i due erano Giovanni Strambali e il M., noto anche come suonatore di chitarrone.
Il 6 apr. 1614 il salario del M. presso la Cappella Marciana fu portato a 80 ducati all’anno «atesa la bona servitù da lui prestata et che tuttavia presta così nel cantar in capella come nelli concerti in organo, tanto con la voce quanto con l’istromenti, principiando la presente paga de settembrio ottobrio» (Fabbri). Non è noto, dopo tale conferma, dove abbia continuato la sua attività artistica e con quale incarico. È noto invece che l’attività di compositore, non certo copiosa, si svolse tra il 1613 e il 1614; questo termine temporale riguarda, tuttavia, solo le musiche pubblicate, non essendo pervenuti altri suoi lavori manoscritti.
Nel 1613 compose il madrigale Sopra l’orecchia - Afflitte voci mie per il Canoro pianto di Maria Vergine sopra la faccia di Christo estinto… a una voce da cantar nel chitarone o altri instrumenti simili (Venezia 1613), una raccolta di madrigali spirituali di vari autori.
I testi sono di Angelo Grillo; la silloge fu curata da Angelico Patto, accademico giustiniano, che la dedicò a Giacomo Barozzi. Tra i compositori che aderirono all’iniziativa di Patto figurano rinomati musicisti quali Stefano Bernardi, Amadio Freddi, Francesco Dognazzi, Amante Franzoni, nonché Claudia Sessa. Nella raccolta vi è un altro madrigale spirituale Sopra le guancie - Come due vive piaghe attribuito a «Hieronymo Fosumbruno» che, confrontato con l’altro, potrebbe essere ricondotto al Marinoni. La musica di questi due mottetti è sobria nell’andamento, controllata nell’uso delle diminuzioni e ben accompagna il mesto soggetto concernente il compianto di Cristo morto.
Il 20 sett. 1614 il M., che si qualifica «Musico della Serenissima Signoria di Venezia in S. Marco», omaggiò Giovanni Corner (Cornaro), procuratore di S. Marco, del suo Primo libro de motetti a una voce et in fine una Salve Regina à doi posti in musica per alfabeto (Venezia 1614). Nella lettera dedicatoria egli esterna l’obbligo e il debito di riconoscenza verso l’illustre personaggio per i «molti beneficij» ricevuti e scrive che «questo mio libro di musiche (quali esse si siano)» rappresentano le «primitie delle mie fatiche».
I mottetti sono composti nella «seconda prattica». La numerica del basso continuo è riservata alle successioni 3-4-3, 6-5 e 7-6. La settima è sempre preparata, il cromatismo è molto sobrio e non sono presenti madrigalismi. La scrittura, a differenza che nei due mottetti del Canoro pianto, qui esplode in virtuosistici passaggi per il largo impiego delle diminuzioni e per un compiacimento nell’uso delle progressioni. I due brani per voce di basso mostrano alcuni limiti nella contrapposizione della linea del basso con quella del continuo per l’insistente incontro di unisoni e ottave. In Salve Regina, per soprano e alto, prevale la scrittura omoritmica con abbondante impiego di terze e seste, piuttosto che quella contrappuntistica. Quasi tutti i mottetti sono scritti per soprano o tenore, e ciò può significare che il M. li abbia composti per fare sfoggio nelle pubbliche esecuzioni della sua prodigiosa tecnica vocale: una ricerca, dunque, dell’effetto piuttosto che degli affetti. Certamente interessante dal punto di vista della prassi esecutiva risulta la scrittura per esteso delle diminuzioni, perché anticipa quanto sarà codificato nei due celebri trattati di Antonio Brunelli (Varii esercitii… per i quali si potrà con facilità acquistare la dispositione per il cantare con passaggi…, Firenze 1614) e di Francesco Rognoni Taeggio (Selva di varij passaggi secondo l’uso moderno per cantare e suonare - I veri principij per cantar polito, e bene…, Milano 1620).
Non sono note altre pubblicazioni o ristampe delle musiche del M., ma alla fine dell’Ottocento il mottetto Assumpta es Maria, tratto dal suo primo libro, è stato pubblicato in H. Goldschmidt, Die italienische Gesangsmethode des XVII. Jahrhunderts (Breslau 1892).
Non si conoscono il luogo e la data di morte del M., che si presume possa essere avvenuta intorno alla metà del XVII secolo.
Fonti e Bibl.: P. Canal, Della musica in Mantova. Notizie tratte principalmente dall’Arch. Gonzaga, in Memorie del R. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti, XXI (1881), p. 94; P. Fabbri, Monteverdi, Torino 1985, p. 186; G.M. Ongaro, La musica come professione nelle attività dei musicisti marciani tra la fine del Cinquecento e il primo Seicento, in La Cappella musicale di S. Marco nell’Età moderna. Atti del convegno internazionale di studi… 1994, a cura di F. Passadore - F. Rossi, Venezia 1998, p. 223; Répertoire international des sources musicales, s. A/I, Einzeldrucke vor 1800, V, M 699, p. 428; s. B/I, Recueils imprimés, XVIe-XVIIe siècles, 1613/3, p. 440; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, V, p. 335; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, VIII, col. 1657; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 667; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, pp. 865 s.