MARCIANO, Girolamo
Nacque a Leverano, presso Lecce, presumibilmente il 28 nov. 1571, da Merante (o Merate) e Natalizia Fapane.
Studiò medicina a Napoli con Bernardino Longo e Francesco Mezzapinta; come collega ebbe Epifanio Ferdinando di Mesagne. Dopo essersi addottorato nel 1593, tornò in patria, dove si stabilì senza mai più distaccarsene ed esercitando per tutta la vita la professione medica. A Lecce strinse amicizia con l'umanista Francesco Antonio De Giorgio, nipote di Scipione Ammirato e membro della locale Accademia dei Trasformati; per qualche periodo soggiornò a Novoli, presso il conte Alessandro Mattei, che gli mise a disposizione la sua ricca biblioteca e intrecciò con lui un proficuo sodalizio intellettuale. Forse dopo un matrimonio giovanile con Margherita Pascali, si sposò con Diamante Miccoli, dalla quale ebbe numerosi figli, e poi con Porzia Grande di Leverano. La carica di sindaco di Leverano, dal 1627, testimonia la sua partecipazione alla vita politica locale.
Il M. morì il 13 maggio 1628 a Leverano; fu sepolto nella cappella di famiglia nella chiesa madre.
Per quanto risulta, il M. sarebbe stato autore unius libelli, intitolato Descrizione, origine e successi della provincia d'Otranto, una dissertazione enciclopedica sulla provincia salentina, nella quale egli riversò le sue cognizioni umanistiche e scientifiche, coniugando l'interesse didascalico per la corografia e la storia della Terra d'Otranto con un chiaro intendimento celebrativo. La Descrizione, in quattro libri, fu edita solo nel 1855 a Napoli, a cura di D. Capasso e F.P. Del Re (ed. anast. con introd. di D. Novembre, Galatina 1996). Il manoscritto utilizzato per l'edizione era appartenuto all'erudito Michele Tafuri e fu riprodotto, senza alcuna cautela filologica, con le "aggiunte" del filosofo e medico secentesco Domenico Tommaso Albanese di Oria, già non più distinguibili dal testo originale. Anche nei numerosi altri manoscritti dei secoli XVIII-XIX che contengono la Descrizione (spesso in forma parziale o compendiaria) sono frequenti interpolazioni dei copisti e arbitrari ampliamenti, inseritisi nel corso della tradizione e divenuti col tempo parte integrante dell'opera. Perciò, in assenza dell'autografo, anche una sistematica collazione tra i diversi manoscritti non consentirebbe oggi di individuare le contaminazioni (eccezion fatta per quelle caratterizzate da evidenti anacronismi). La riscoperta e valorizzazione nel secolo XIX ripropose la Descrizione nel circuito della erudizione locale: nella Biblioteca provinciale di Lecce è custodito un esemplare della stampa (Mss., 262) con annotazioni e correzioni dello storico Luigi Giuseppe De Simone.
Nell'opera del M. sono riconoscibili tutte le innovazioni che la trattatistica corografica di matrice umanistica (Biondo Flavio, A. De Ferrariis detto Galateo, L. Alberti) aveva inserito sull'originaria formula straboniana: utilizzo dell'epigrafia, dell'archeologia, dell'antiquaria e dell'etnologia come ausilio alla ricostruzione storico-geografica; esame personale e diretto dei luoghi; ricorso a uno schema descrittivo codificato nei suoi passaggi essenziali; sviluppo progressivo della rappresentazione topografica dalle località costiere verso l'entroterra. Particolarmente importante risulta l'influsso del modello galateano del De situ Iapigiae, da cui discende la rivendicazione di ordine regionalistico nei confronti di una tradizione corografica nazionale (Biondo Flavio, L. Alberti), che aveva trascurato la provincia di Terra d'Otranto. Oltre a Galateo, la Descrizione richiama, in forma ampliata ed elaborata, la precedente letteratura storiografico-corografica sull'area ionico-salentina, riproponendola nella rinnovata veste della scienza erudita secentesca. La Descrizione è però anche il frutto di spunti personali e di osservazioni dirette, che corroborano il cospicuo e talora esorbitante corredo documentario. Ricorrono commenti personali dell'autore (spesso di carattere etico e didascalico) e digressioni su svariate materie (geologia e mineralogia, archeologia e antiquaria, botanica e zoologia, etnografia, economia, gastronomia).
Nel libro I, articolato in 23 capitoli, dopo quello introduttivo contenente l'"intenzione dell'autore" e il topico incipit descrittivo della penisola italica, il M. si concentra sulle origini delle popolazioni che per prime si insediarono in Terra d'Otranto (Ausoni, Messapi, Salentini, Greci ecc.), servendosi del tradizionale sistema di classificazione cronologica, che computava le epoche storiche a partire dal diluvio universale, e riservando ampio spazio alle eziologie mitizzanti. Il libro II, composto di 18 capitoli, alterna alle informazioni di carattere corografico, lunghe divagazioni di vario argomento: per esempio, il capitolo VI sulla "natura" e i "costumi" della popolazione locale; i capitoli X-XIV sulle tarantole e sul tarantismo; il capitolo XVIII (derivante da Galateo) sulle "fantasime" o "mutate", in cui il M. polemizza contro la falsa credenza di coloro che ritenevano alcune contrade salentine infestate da spettri (in realtà, fenomeni ottici dovuti a esalazione di vapori). Il libro III, in 54 capitoli, passa in rassegna i centri marittimi e costieri: Metaponto, Taranto, Gallipoli (fonte evidente è qui la Descriptio Callipolis galateana), Castro, Otranto, Brindisi, Egnazia. Il libro IV, in 23 capitoli, comprende la descrizione delle città dell'entroterra. Grande risalto il M. attribuisce anche all'aspetto religioso, inserendo puntuali cronotassi dei vescovi delle diocesi salentine. Nella scia dell'archetipo galateano, tutta la Descrizione è ricca di riferimenti ai culti locali, alle controversie relative ai patronati, alle usanze religiose e all'analisi della società ecclesiastica del tempo. L'indagine sulla dimensione religiosa avviene nell'alveo di una sicura ortodossia controriformistica, in netta difformità dalle suggestioni riformatrici che percorrevano il De situ Iapigiae. Pur nella varietà delle tematiche, la Descrizione si distingue per la compattezza dell'impianto strutturale e per l'uso di una prosa nitida e di uno stile lineare, che tendono alla divulgazione. Con queste caratteristiche la Descrizione rappresentò il fondamentale supporto per una folta schiera di viaggiatori e di studiosi sette-ottocenteschi (G.B. Pacichelli, F. Gregorovius, S. Castromediano, C. De Giorgi, L.G. De Simone e altri), interessati alle peculiarità storico-naturalistiche della regione salentina.
Codici della Descrizione si conservano ad Avellino, Biblioteca provinciale, Mss., 46 a-c, 38; Bari, Biblioteca nazionale, Mss., I.110; Lecce, Biblioteca provinciale, Mss., 58, 59, 61-63, 261; Brindisi, Biblioteca pubblica arcivescovile, Mss., D/3; Manduria, Biblioteca comunale, Mss., A.V; Napoli, Biblioteca nazionale, S. Martino, agg. 61/1-3; Taranto, Biblioteca comunale, Mss., 7.
Fonti e Bibl.: Brindisi, Biblioteca pubblica arcivescovile, Mss., D/5: G.B. Lezzi, Memorie dei letterati salentini, c. 1043; E. Ferdinandi, Centum historiae, seu observationes, et casus medici…, Venetiis 1621, p. 251; F. Gregorovius, Relazione degli studi storici dell'antica Calabria all'Accademia bavarese delle scienze, in S. Castromediano, Relazione della Commissione conservatrice dei monumenti storici e di belle arti per l'anno 1875, Lecce 1876, p. 71; G. Arditi, La corografia fisica e storica della provincia di Terra d'Otranto, Lecce 1879, pp. 300 s.; E. Aar, Studi storici in Terra d'Otranto, a cura di L.G. De Simone, Firenze 1888, p. 15; P. Marti, Nella terra di Galateo. Frammenti di bibliografia di storia e di arte salentina, Lecce 1930, pp. 193-198; A. Zecca, G. M. e la sua casa in Leverano, in La Zagaglia, V (1960), pp. 62-66; A. Catamo, G. M. vegliese, in Rassegna salentina, I (1976), pp. 41-48; A. Laporta, Il Cinquecento leveranese e la figura di Geronimo M., in Leverano e il convento S. Maria delle Grazie, Leverano 1984, pp. 37-48; V. Zacchino, G. M. leveranese illustre e dimenticato, in Tempi, uomini e cose di Leverano, a cura di M. Paone, Galatina 1985, pp. 185-199; G. Cosi, Nuovi documenti sulla vita di Geronimo M., in Contributi, IV (1985), pp. 33-48; Id., G. M. questo sconosciuto, in Id., Il notaio e la pandetta. Microstoria salentina attraverso gli atti notarili (secc. XVI-XVII), a cura di M. Cazzato, Galatina 1992, pp. 184 s.; Id., Altri documenti sulla vita di Geronimo M., in Id., Cronache del Cinquecento salentino (da documenti notarili), Alessano 2006, pp. 162-165; G. M. salentino illustre, Castrignano dei Greci 2006.