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GREGORI, Girolamo

di Rossella Faraglia - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 59 (2002)
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GREGORI, Girolamo

Rossella Faraglia

Nacque a Ferrara nel 1690 (Boschini, in Baruffaldi, p. 593). Le notizie principali per la sua biografia si devono al Catalogo istorico di C. Cittadella, dato alle stampe nel 1783 (pp. 228-245).

Cittadella, che si fondò principalmente sulle Pitture e scolture di C. Barotti (1770) e sulle Memorie istoriche di G.A. Scalabrini (1773), si avvalse però anche di una conoscenza personale del G. che, oltre a essere stato suo padrino di cresima, gli fu precettore di pittura e gli lasciò in eredità diverse opere e il suo ricco materiale di studio: gessi, stampe e disegni (Baruffaldi, pp. 575 s.). Il ritratto tracciato da Cittadella non risulta del tutto lusinghiero: alla "grande abilità" e "somma prontezza" vantate dallo stesso G. si accompagnava infatti a suo parere "frettolosità" e scarsa accuratezza.

Cittadella indicava naturalmente le coordinate della formazione artistica del G., senza specificarne la cronologia.

Fu allievo di G. Parolini, forse il migliore pittore ferrarese della prima metà del Settecento, cui viene generalmente riconosciuto il ruolo di rinnovatore della pittura a Ferrara dopo un lungo periodo di stasi, iniziato con la devoluzione del Ducato allo Stato pontificio (1598) e protratto per tutto il Seicento. Molto presto però il G. passò a Bologna, dove frequentò la scuola di G.G. Dal Sole, per tornare poi a Ferrara per apprendere le regole dell'architettura da G. Filippi, architetto, quadraturista e ornatista. Si interessò anche, ancora secondo Cittadella, alla pittura di paesaggio che lo condusse ad avvicinarsi a G. Zola, specialista di quel genere pittorico che proprio in quegli anni era oggetto di un rinnovato interesse da parte della committenza privata, e a recarsi a Venezia, dove si stabilì per qualche anno ma senza legarsi ad alcuna scuola.

Le opere citate dalle fonti, quasi esclusivamente dipinti a carattere religioso, destinati a chiese o conventi, costituiscono un corpus molto vasto, ma la maggior parte di esse non è più rintracciabile. Ciò è in gran parte dovuto al fenomeno di dispersione delle opere d'arte a seguito dei rivolgimenti politici di fine Settecento, degli espropri napoleonici e conseguenti spoliazioni, nonché ai gravi danni subiti dal patrimonio artistico durante la seconda guerra mondiale. Per queste ragioni la conoscenza dell'arte ferrarese del Settecento risulta irrimediabilmente compromessa.

In mancanza di appropriata documentazione e della scarsa attenzione alle datazioni riscontrata nelle fonti, è possibile proporre un percorso cronologico di opere del G., eseguite tutte per chiese ferraresi, basato soltanto sull'esame stilistico o su dati cronologici indiretti.

Quasi certamente datata al periodo giovanile, visto l'influsso di G.G. Dal Sole, è una tela oggi collocata nel Conservatorio della Provvidenza con il Riposo in Egitto, identificata con quella che le guide antiche citano nella chiesa parrocchiale di S. Agnese, forse pendant di un'altra tela, sempre del G., con Il sogno di Giuseppe (Riccomini, p. 52).

In S. Apollonia si trovava una delle opere più lodate del pittore, la S. Anna con Maria bambina e i ss. Francesco di Paola, Giovanni Nepomuceno, Eurosia, Luigi re di Francia ed Elisabetta, oggi nella chiesa parrocchiale di Runco (Novelli, in Brisighella, pp. 374 s.). Sempre in S. Apollonia le fonti citano, ugualmente come opere eccellenti del G., due grandi tele con miracoli di S. Antonio e altre due con miracoli della Vergine, tutte disperse.

Ancora al periodo giovanile, per gli influssi paroliniani riscontrabili nel colore chiarissimo, è assegnabile una pala con Maria in gloria e s. Luigi in atto di dedicarle la sua purezza, oggi nel convento di S. Spirito, identificata con quella ricordata da Cittadella nella sacrestia della chiesa del convento (Giovannucci Vigi, p. 26).

In S. Domenico prese parte alla vasta campagna di decorazione che seguì alla ristrutturazione della chiesa, avvenuta tra il 1710 e il 1726, eseguendo affreschi sulle volte di sei delle nove cappelle minori. Vi lavorò in collaborazione con G. Filippi, architetto e quadraturista, la cui morte, nel 1757, costituisce un termine ante quem per la datazione degli affreschi. Di tutte le decorazioni solo tre sono oggi conservate: l'Eucarestia nella cappella di S. Tommaso d'Aquino, l'Eterno in quella dei Santi domenicani e il Trionfo dellaChiesa nella cappella di S. Pio V, per la quale Cittadella (p. 237) ricordava che il G. aveva rifatto il quadro d'altare, raffigurante S. Pio V in ginocchio con il Bambino e i ss. Caterina e Giuseppe su di una tela già dipinta da un ignoto pittore romano con un S. Vincenzo Ferrer (Riccomini, p. 53).

Una tela con S. Filippo Benizzi in adorazione della Vergine è ricordata da Cittadella, che asserisce di averla vista dipingere (p. 240) in S. Maria della Consolazione (Brisighella, pp. 441, 444; Toschi Cavaliere, 1975).

Per S. Francesco dipinse due quadri, il Miracolo di s. Giuseppe da Copertino e S. Giuseppe da Copertino in orazione, tra le sue ultime opere conosciute, tutt'ora in situ ed eseguite dopo il 1767, data di canonizzazione del santo.

Le fonti ricordano altre opere, tutte perdute. Intorno al 1770 realizzò per S. Michele, oggi sconsacrata e destinata ad autorimessa, un affresco sul soffitto con la Caduta degli angeli ribelli in collaborazione con L. Corni (Scalabrini, p. 68). Per la parrocchiale di S. Pietro, soppressa e poi venduta nel 1811, dipinse un S. Giorgio, copia da M. Scannavini, e due medaglioni con Ss. Anna e Francesco di Paola (Barotti, pp. 361 s.). In questa stessa chiesa le fonti ricordano un suo restauro di un dipinto di C. Ricci, Le anime del Purgatorio imploranti la Madonna di Loreto, ora nella Galleria Colonna di Roma (Novelli). Nella chiesa di S. Andrea (parzialmente distrutta) eseguì diverse opere tra cui, secondo Cittadella e Scalabrini, una Beata Chiara da Montefalco, attribuita a ignoto autore da Barotti e da Brisighella, e un S. Francesco di Paola. Nella chiesa della Madonnina (Madonna della Porta di sotto) realizzò le portelle che coprivano l'antica immagine della Madonna, probabilmente distrutte nell'incendio dell'abside verificatosi nel 1921 (Toschi Cavaliere, 1988). Delle numerose altre opere non più rintracciabili alcune si trovavano in chiese e parrocchiali di diverse città e provincie del territorio emiliano e romagnolo (Cittadella, pp. 243-245; Riccomini, pp. 74 s.). Altre, quasi tutte a carattere devozionale, erano in collezioni private. Tra le numerose possedute da Cittadella figurava un'Estasi di s. Teresa, mentre la famiglia Ginnani di Ravenna gli commissionò Le storie di Giuditta.

Il G. lavorò fino a tarda età e morì a Ferrara in seguito a una brevissima malattia nel gennaio del 1773. Fu sepolto nella chiesa parrocchiale di S. Andrea.

Fonti e Bibl.: C. Brisighella, Descrizione delle pitture e sculture della città di Ferrara, con aggiunte di G. Baruffaldi e G.A. Barotti, a cura di M.A. Novelli, Ferrara 1991, ad indicem; G. Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi (sec. XVIII), a cura di G. Boschini, II, Ferrara 1846-48, pp. 575 s., 593 (Indice ragionato…, a cura di A. Mezzetti - E. Mattaliano, III, Bergamo 1983, pp. 27, 42 s., 60); C. Barotti, Pitture e scolture che si trovano nelle chiese, luoghi pubblici e sobborghi della città di Ferrara, Ferrara 1770, pp. 59-64, 86, 112 s., 121, 133, 140 s., 181, 361 s.; G.A. Scalabrini, Memorie istoriche delle chiese di Ferrara e de' suoi borghi, Ferrara 1773, pp. 54 s., 68, 185, 257; C. Cittadella, Catalogo istorico de' pittori e delle opere loro con in fine una nota esatta delle più celebri pitture delle chiese di Ferrara, IV, Ferrara 1783, pp. 228-245; M.A. Novelli, Lo Scarsellino, Bologna 1955, p. 43; E. Riccomini, Settecento ferrarese, Milano 1970, pp. 52 s., 74 s.; C. Toschi Cavaliere, S. Maria della Consolazione: ricerca di una identità, in Musei ferraresi, 1975, n. 4, pp. 111, 128; B. Giovannucci Vigi, Schede settecentesche, ibid., 1978, n. 8, pp. 23-40; Cesare Cittadella e il patrimonio artistico ferrarese, Indice, a cura di A.C. Venturini, Bologna 1985, pp. 75 s.; C. Toschi Cavaliere, I muri di Maria. Tradizioni iconografiche e devozione popolare a Ferrara, Bologna 1988, p. 77; Ferrara: chiese, palazzi, musei, a cura di B. Giovannucci Vigi, Bologna 1991, ad indicem; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 578.

Vedi anche
abside architettura   ● Struttura architettonica a pianta semicircolare, sulla quale si imposta una volta a calotta semisferica (catino), utilizzata come motivo di articolazione spaziale interna ed esterna di un ambiente (talora con funzione di contrafforte); può presentarsi anche con andamento poligonale, ... affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). altare Superficie piana, talvolta a livello del suolo, più spesso elevata, su cui si compiono sacrifici (semplici offerte o immolazioni di vittime) alla divinità. È compreso nel numero delle installazioni rituali della maggior parte delle religioni conosciute.  antichità I primi esempi di altare, risalenti ... Bologna Comune dell’Emilia (140,7 km2 con 373.026 ab. nel 2007), capoluogo dell’omonima provincia e della regione Emilia-Romagna. È posta sulla Via Emilia, a 54 m s.l.m., allo sbocco della valle del Reno.  ● La pianta della città mostra l’originario nucleo romano a insulae rettangolari (6 cardini e 7 decumani, ...
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gregoriano1 gregoriano1 agg. – Relativo a un personaggio storico di nome Gregorio, per lo più con riferimento a pontefici. In partic.: 1. Canto g. (anche s. m., il g.), canto monodico (costituito cioè da una sola linea melodica), corale...
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