FILONI, Girolamo
Non si conoscono notizie sulla vita di questo stampatore attivo a Ferrara dal 1687 al 1705. Si può comunque ripercorrere la sua attività attraverso le edizioni rintracciate nei repertori bibliografici del secolo XVII e in particolare attraverso le recensioni apparse sul Giornale de' letterati, il periodico stampato e forse anche edito dal F. a partire dal 20 luglio 1688, presentato da G.A. Filoni e cessato nel giugno 1689, il quale ha come rilegatura un ottavo a sé stante n.n. dal titolo Giornali di Ferrara ovvero Atti eruditi de letterati dell'anno 1688-1689, Ferrara 1689.
Il secondo titolo dei giornale rinvia alla conoscenza che il F. ebbe degli Acta eruditorum, iniziati a Lipsia da O. Mencke nel 1682. Il programma del giornale, espresso in un breve proemio nel primo numero, proponeva di "giovare alla Repubblica Litteraria" e di collocare Ferrara all'altezza di altri importanti centri che si erano già dati un proprio giornale letterario. Fra dissertazioni, lettere e libri recensiti, ad eccezione della rubrica "Libri nuovi", che è una mera elencazione di titoli, su 156 indicazioni di testi recensiti provementi soprattutto d'Oltralpe, i testi di medicina assommano a ben 53. Ciò sembra indicare un'inclinazione editoriale del F., che in qualità anche di editore intraprese la pubblicazione di opere di scienziati e medici, prima fra tutte una di O. Borch (Borrichius), erudito e medico danese, la Dissertatio de lapidum generatione in macro et microcosmo (1687), e successivamente le opere del medico ferrarese G. Lanzoni, che trovano posto nelle recensioni accanto alle più famose dissertazioni di Th. Sydenham e di Marcello Malpighi, quasi a sottolineare l'importanza dell'autore locale, la cui notorietà raramente oltrepassò le mura ferraresi.
Le opere del Lanzoni stampate dal F. rappresentano la quasi totalità della sua produzione, e sono, in ordine cronologico: Animadversiones variae ad medicinam anatomiam et chirurgiam maxime facientes (1688), con il falso luogo di stampa "Coloniac" e altrettanto falso stampatore "Ibeodor Sckenck", nella quale si sottolinea il legame tra erudizione e conoscenze scientifiche pratiche; l'edizione di un'opera del medico danese H. van Møinichen, il quale studiò in Italia, dove con ogni probabilità entrò in contatto con il Lanzoni, Observationes medico-chirurgicae missae ad Th. Bartholinum, nunc a Josepho Lanzono scholiis adaucte quibus accessere aliorum D. M. observationes (1688) e una delle sue opere maggiori di erudizione, Zoologia parva, sive Tractatus de animalibus ad medicinam facientibus (1689), per terminare poi con la Dissertatio medica de clysteribus (1691) e con Dell'uso delle ghirlande e degli unguenti ne' conviti degli antichi, Divertimento erudito (1698).
Nel 1687 pubblicò l'unica sua edizione esteticamente curata, con il frontespizio in rosso e nero in calce al quale in un nastro sta il motto "Floret semperque florebit", su di una xilografia rappresentante un fuoco ardente che non ci è più dato rinvenire nei frontespizi di altre edizioni del F. e con all'interno capilettera e finalini xilografici: si tratta delle Poesie liriche del sig. Vincenzo da Filicaia accademico della Crusca consacrate all'illustriss. sig. conte Antonio Estense Mosti. Questa edizione, esemplata sicuramente sulla princeps del 1684 dello stampatore fiorentino P. Matini, dovette rimanere molto circoscritta se anche i biografi coevi non ne fanno cenno.
Inferiore per pregio è la Vita beatae Zitae ex vetustissimo codice m. s. fideliter transumpta (1688), a cura di F. Fatinelli "auditore e luogotenente civile della legazione di Ferrara", presso la cui famiglia si conservava il manoscritto. Interessante è notare che nell'antiporta vi è l'effigie della b. Zita incisa all'acquaforte da quella suor Isabella Piccini, monaca francescana in S. Croce a Venezia, alla quale si devono numerosissime raffigurazioni religiose del Seicento.
Ordinata dalle autorità di governo fu la pubblicazione dei Capitoli, e regole, per il buon governo dell'illustre Communità di Ficarolo stabilite dal... cardinal G. R. Imperiali, legato a latere di Ferrara e suo Ducato (1692).
Ad attestare la versatilità del F. è ancora importante segnalare che egli si unì ai tipografi Joseph Nassim e Abrahm [ben] Chaim (cfr. La chiesa di S. Giovanni Battista ...) per dar vita ad una società che nel 1693, con bellissimi tipi, mise in luce il libro di preghiere di un anonimo Siddur miberakhah seu Ordo benedictionis (Biblioteca Ariostea di Ferrara, segnatura G 2, 12: si trova unito ad un altro libro ebraico stampato nella tipografia veneziana Bragadin nel 1685). In questa bellissima pubblicazione si notano, in alcune incisioni, raffigurazioni dei segni del celebrante nella liturgia pasquale. Fu un caso isolato, poiché il F., a seguito di provvedimenti contro gli ebrei, fuse i tipi ebraici e sciolse la società.
Nell'ambito delle pubblicazioni religiose diede alla luce nel 1688 Meditazioni sopra le feste principali de santi carmelitani..., opera di un religioso del medesimo Ordine. Nei tardi anni della sua attività, come si rileva nella citata opera Dell'uso delle ghirlande, si sottoscrive "stampatore episcopale". Ciò forse spiega perché negli ultimi anni di attività seguì il filone devozionale. Del 1694 è il Convito del Divino Amore, Dio innamorato dell'huomo, Christo Sacramentato ... di L. Kreydter de Corvini, di cui un esemplare si conserva nella Biblioteca interuniversitaria di Montpellier; nel 1696 stampò un'operetta di carattere normativo per la iniziazione del clero, La strada al santuario mostrata a' chierici, che aspirano al sacerdozio del gesuita A. Foresti.
Manca nelle edizioni del F., quasi sempre tipograficamente dimesse, la marca tipografica se si esclude la vignetta e il motto nel frontespizio del Filicaia e che si ritrova anche come finalino nell'edizione della Vita b. Zitae (p. 41).
Nel complesso però va rilevato come questo stampatore, in un periodo di crisi della tipografia ferrarese, abbia saputo reggere alla concorrenza, impersonificata soprattutto dal tipografo B. Pomatelli, ancorato alla produzione locale, con opere aggiornate e di un certo spessore culturale.
Fonti e Bibl.: Le scarsissime notizie sul F. si rilevano da L.N. Cittadella, Notizie relative a Ferrara per la maggior parte inedite ricavate da documenti, Ferrara 1854, riprese poi da G. Agnelli, La stampa nella provincia di Ferrara, in D. Fava, Tesori delle biblioteche d'Italia. Emilia e Romagna, Milano 1932, pp. 451-483. Notizie sulle sue edizioni in D. Cavallina - M.G. Dalla Ca', Brevi note sulla storia dell'editoria ferrarese nel secolo XVII, in La chiesa di S. Giovanni Battista e la cultura ferrarese del Seicento, Milano 1981, pp. 171-178; A. Chiappini, Immagini di vita ferrarese nel sec. XVII, ibid., pp. 9-57, nei quali si elaborano, con edizioni alla mano, indicazioni presenti in G.B. De Rossi, De thypographia Hebraeo-Ferrariensi, Parmae 1780, e S. Magrini, La stampa giudaica a Ferrara, in Il Diamante, IX-X (1929), pp. 5-8. Sul Giornale de' letterati esaustivo è l'articolo di G. Panizza in La biblioteca periodica. Repertorio dei giornali letterari del Sei-Settecento in Emilia e in Romagna, a cura di M. Cappucci - R. Cremante - G. Gronda, Bologna 1985, I, pp. 255-292.
Le edizioni da noi rintracciate si ricavano dai seguenti repertori: British Library, Catalogue of seventeenth century Italian books, London 1986; R.L. Bruni- D. Wyn Evans, Italian seventeenth century books. Indexes ..., based on the Libreria Vinciana's "Autori italiani del '600", Exeter 1984; S. Michel - P.-H. Michel, Répertoire des ouvrages imprimès en langue italienne au XVII siècle conservés dans les bibliothèques de France, Paris 1972-1984; Id., Répertoire des ouvrages imprimès en langue italienne au XVII siècle (lettere A-B), Firenze 1970-1979; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, Bruxelles-Paris-Toulouse 1890-1930.
Per l'edizione del Filicaia, vedi: M. G. Tavoni, Di una rara edizione poetica del Filicaia, in Il linguaggio della biblioteca. Scritti in onore di D. Maltese, a cura di M. Guerrini, II, Firenze 1994, pp. 803-815.