VELO, Girolamo Egidio
VELO (di Velo), Girolamo Egidio. – Nacque a Vicenza il 12 settembre 1792 da Girolamo Giuseppe, discendente da un’antica famiglia nobile che fin dall’Alto Medioevo dominò la valle di Velo d’Astico e l’altopiano dei Sette Comuni, e dalla contessa ‘giacobina’ Ottavia Negri, considerata una delle donne più influenti di Vicenza ancora all’aprirsi del nuovo secolo. Oltre a Girolamo Egidio la coppia ebbe anche una figlia, Isabella, chiamata affettuosamente Bellina.
Sposata dal 1805 al nobile vicentino Giulio Scroffa, Isabella fu a lungo punto di riferimento degli intellettuali cittadini negli anni della Restaurazione. A lei è indirizzata la maggior parte delle lettere che Girolamo Egidio scrisse tra il 1814 e il 1829.
Per l’educazione del giovane uomo dal «carattere ostinato e caparbio» – come ricorda il suo primo biografo Giovanni Da Schio (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Fondo Gonzati, Persone memorabili in Vicenza, ms. 3004, t. 15 lettera V, p. 167) – i genitori scelsero prima il collegio dei Gesuiti di Parma, poi quello di Santa Caterina di Venezia. Nell’aprile del 1812, «la coscrizione minacciandolo», Girolamo Egidio venne mandato a Parigi per perfezionarsi nelle lingue straniere e completare la sua formazione immergendosi nel brillante mondo della capitale (ibid., p. 172). Dei mesi che vi trascorse, dai primi di giugno del 1812 a metà luglio del 1813, vi è un dettagliato resoconto nel Giornale in due volumi che compilò: il primo – di cui è rimasta solo una copia, lacunosa – copre il periodo fino al settembre del 1812, il secondo quello dal gennaio al luglio dell’anno successivo. Nelle sue pagine il ventenne di Velo ricorda i suoi rapporti con la corte imperiale (da Napoleone a Maria Luigia, da Giuseppina Beauharnais alla regina d’Olanda), i salotti frequentati («ogni sera cambiate società, e ne avete due, tre per serata [...] e poi in queste società quasi sempre ritrovare delle persone amabili ed erudite» (Giornale del mio soggiorno a Parigi, 4-5-6 giugno 1813, p. 231), il mondo dei letterati e degli artisti, le serate passate a teatro o giocando al ‘ventuno’, le passeggiate nei giardini di Tivoli e nel parco di Ermenonville. Non mancano, ma non sono numerosi, i cenni all’incupimento della capitale davanti sia alle notizie che giungevano dal fronte sia alla crisi economico-finanziaria fattasi sempre più grave. A metà luglio, lasciata Parigi, Girolamo Egidio partì per un lungo viaggio attraverso l’Europa; visitò le Fiandre, l’Olanda, la Germania e la Svizzera. Rientrò a Vicenza nel mese di novembre, ma solo per restarvi qualche anno. Nell’inverno del 1816 lo si ritrova ancora una volta in viaggio: prima tappa Roma, dove conobbe Gino Capponi e Federico Confalonieri che divennero i suoi ‘consiglieri politici’. Dopo Roma fu la volta di Napoli e poi nel marzo del 1817 della Sicilia – in compagnia dell’ormai inseparabile Capponi – dove restò colpito dalle violentissime proteste seguite alla riunificazione del Regno delle due Sicilie e alla conseguente disapplicazione della Costituzione che Ferdinando I aveva concesso all’isola nel 1812. Visitate le più importanti città siciliane, alla fine di maggio fece ritorno a Vicenza. Ripartì per Parigi, in compagnia dell’amico Capponi, nel novembre del 1818, spinto dal desiderio di conoscere le soluzioni che la Francia stava sperimentando nel tentativo di darsi un nuovo assetto politico. Nella capitale i due incontrarono Leopoldo Cicognara e con lui presenziarono all’apertura della Camera per capire, così di Velo scrisse alla sorella Isabella, «come si stabilisce il sistema rappresentativo e se i Francesi resi definitivamente alla loro indipendenza sanno godere di sì utile istituzione» (21 dicembre 1818), perché, come poi precisò in una lettera successiva, «il costituzionalismo monarchico» è il solo che «può convenire alla Francia» (28 dicembre 1818): se ne renderanno conto anche i «volubili francesi» quando potranno «conoscerne tutti i vantaggi» (22 febbraio 1819). Proprio per approfondire i ‘vantaggi’ del ‘costituzionalismo monarchico’, nell’aprile del 1819 i tre amici lasciarono Parigi per recarsi in Inghilterra. Negli otto mesi che vi trascorsero di Velo incontrò Ugo Foscolo, con il quale a Londra passò «lunghe serate in dispute, progetti, in confessioni reciproche» (Tabarrini, 1879, p. 77). Ebbe anche numerosi contatti con giornalisti, banchieri, filosofi, storici e letterati. E visitò miniere e fabbriche, conquistato dallo sviluppo scientifico e industriale di cui il Paese stava godendo, frutto della libertà: «certe idee che sembrano puramente illusioni del bene qui si vedono realizzate», scrisse alla sorella; certo, libertà e democrazia non eliminano i conflitti sociali, lo provano «le commozioni popolari» che «continuano a dare dell’inquietudine», anche perché qui «ha veramente luogo il caso di Mida, che il basso popolo muore in mezzo all’oro della nazione» (Londra, 11 maggio 1819). Visitate la Scozia e l’Irlanda, alla fine dell’anno, di Velo fece ritorno a Parigi. Trovò una capitale in cui ben poco era cambiato: qui «tutto è nella confusione, Preti, Gesuiti, missionari, giacobini, realisti, liberali tutti gridano» (lettera alla sorella, 7 gennaio 1820). Un clima pesantissimo, che portò all’assassinio del duca di Berry. Deluso e intimorito dalla piega che avevano preso gli avvenimenti, nell’aprile del 1820 rientrò a Vicenza e si ritirò nella sua villa di Velo d’Astico «in panciolle, e col capo in seno» dedicando al riposo «sedici ore al giorno», come scrisse Capponi a Foscolo (19 settembre 1820). Ai «mille progetti, ch’io gli avea fatti, o non mi rispose, o mi rispose a traverso, come sogliono rispondere i morti alle intimazioni dei maghi» (Foscolo, 1974, p. 207). Non uscì dalla «sua mollissima e imperturbabile apatia» anche nei mesi che seguirono, sottolineò Capponi (questa volta a Confalonieri) il 16 aprile 1821. Forse perché, aggiunse in quella stessa lettera, «spera ancora un non so che per l’Italia dalla propagazione di quei lumi, sul valore dei quali noi abbiamo avuto lite insieme più volte» (Tabarrini, 1879, p. 117)
Nel dicembre di quello stesso 1821, ad accrescere la frustrazione e i timori di Velo, vi fu l’arresto dell’amico Confalonieri, accusato di essere tra gli organizzatori dei movimenti indipendentisti in Lombardia. La repressione fu durissima in tutto il Lombardo-Veneto, e i sospetti degli austriaci caddero anche su di lui. Le sue amicizie, le sue frequentazioni, i suoi viaggi avevano attirato le attenzioni della «sopraffina polizia» che non riuscendo a trovare prove di un suo coinvolgimento «nel tentativo [...] d’indipendenza italiana», si limitò a privarlo del passaporto (G. Da Schio, Persone memorabili in Vicenza, cit., p. 172).
Sempre più amareggiato e preoccupato, rinchiuso nella sua villa di Velo d’Astico, Girolamo Egidio trascorse le giornate occupandosi delle sue terre e frequentando solo un ristretto gruppo di amici, confrontandosi su quali potessero essere le iniziative politiche da mettere in atto dopo il fallimento dei moti carbonari. Uno stimolo a quelle riflessioni venne certamente dai costanti contatti mantenuti con l’amico Capponi e con il mondo dell’Antologia. La rivista, fin dall’uscita del suo primo numero, era infatti diventata un punto di riferimento per le intelligenze più aperte del tempo che accanto a quelle scientifiche e culturali affrontavano le questioni politiche. Al rafforzamento di quei contatti sono legati anche i tre mesi che di Velo trascorse a Firenze nell’inverno del 1823, e le visite che Capponi gli fece a Velo d’Astico in occasione dei suoi soggiorni alle terme di Abano.
Nel 1824, sollecitato da amici italiani e stranieri, Velo decise di strasferirsi a Roma per prendere parte agli scavi alle Terme di Caracalla. «Di quegli scavi che lo videro impegnato per tre o quattro anni», così ricorda Giovanni Da Schio, «il prodotto più bello fu un mosaico che il conservatore delle antichità di Roma [...] gli impedì di trasportare in patria»: a Vicenza riuscì a portare solo alcune «parti di colonna in granito» (G. Da Schio, Persone memorabili in Vicenza, cit., p. 174), conservate ancora oggi nel giardino di villa Velo. Ammalato di tubercolosi, dopo tanti viaggi, tanti contatti, tanti progetti, tanti sogni, tornò a rifugiarsi in quella villa, dedicando ogni sua energia all’agricoltura, sperimentando metodi rivoluzionari: «Si era preso di una certa idea di mantenere con poco foraggio molto bestiame. Gli economisti da lui studiati gliela avevano inculcata». Le povere bestie morivano di fame «ed ululavano da spaventare il villaggio [...]». Non ci volle di più perché «tutti gli amici che tante volte erano venuti ad assiedersi ai deschi suoi in villa, ed in Vicenza, lo escludessero dalle loro case e società» (ibid., p. 175).
Nel 1829 decise di trasferirsi a Isola Vicentina, presso la sorella Isabella, dove infine morì il 12 febbraio 1831, a soli trentotto anni, senza eredi. Per disposizioni testamentarie lasciò alla città di Vicenza i suoi marmi, i quadri e una somma di denaro, ma non le terre, che andarono invece a quattro giovani contadini di Velo, a condizione che frequentassero un collegio per la loro istruzione. In quello stesso anno, sull’Antologia l’amico di sempre Capponi ne tracciò un affettuoso ricordo.
Fonti e Bibl.: Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Fondo Gonzati: G. Da Schio, Persone memorabili in Vicenza, ms. 3404, t.15, ora consultabile anche in versione digitale; Id., Miscellanea di carte erudite trovate presso i defunti fratelli Girolamo Egidio di Velo e Isabella di Velo Scroffa, ms. 3371; G.E. di Velo, Giornale del conte Girolamo di Velo. Anno 1812. Comprende il suo viaggio a Parigi e la sua dimora colà fino al 3 settembre – copia, ms. 1753; Id., Giornale del mio soggiorno a Parigi, ms. 2431. Di questo secondo volume sono conservati sia l’originale (ms. 2431) sia una copia (ms. 1754); Id., Epistolario di Girolamo Egidio di Velo, ms. E 130; I. di Velo Scroffa, Epistolario, ms. E 132. Altri scritti di Girolamo Egidio di Velo sono conservati a Firenze presso la Biblioteca nazionale (Capponi VI 1925, b. 20, Lettere di Girolamo Egidio di Velo a Gino Capponi; vieux 118, ins. 142 144, Lettere di Girolamo Egidio di Velo a Gino Capponi n. 19) e presso l’Archivio di Stato di Roma (Camerlengato II, titolo IV, b. 152).
G. Capponi, Necrologia al nob. G. E. di V., in Antologia, XLII (1831), pp. 167-170; G.E. Velo, Estratti da un giornale di viaggi del Conte Girolamo Egidio Velo, a cura di A. Bertagnoni, Vicenza 1854; M. Tabarrini, Gino Capponi: i suoi tempi, i suoi studi, i suoi amici, Firenze 1879; G. Capponi, Lettere di Gino Capponi e di altri a lui, a cura di A. Carraresi, Firenze 1882-1890; L. Salin, Ricordi di Isola di Malo, Vicenza 1898; S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, Venezia 1905-1909; A. von Reumont, Gino Capponi e il suo secolo, Milano 1881; A. Previtali, Villa Velo dopo i restauri del 1967: guida artistico-storica, Seghe di Velo 1967; U. Foscolo, Epistolario, a cura di M. Scotti, VIII, 1819-1821, Firenze 1974; F. Fontana, G. E. di V. e le origini del liberalismo vicentino, in Schio XXIV Giugno, n.u., 1976, pp. 52-54; G. Mantese, I mille libri che si leggevano e vendevano a Vicenza alla fine del secolo XVIII, Vicenza 1978; F. Piva, La cultura francese nelle biblioteche venete del Settecento: Vicenza, in Archivio veneto, s. 5, CXV (1980), pp. 33-83; M. Sardo, Ottavia, le bisce e Bonaparte, Vicenza 1989; G. Ghirardini, La collezione di sculture antiche di G. E. di V. conservate al Museo Civico di Vicenza, in Quaderni di archeologia del Veneto, VII (1991), pp. 212-220; F. Fontana, Isola Vicentina e Villa Velo ora Guardini nelle lettere di Isabella e G. E. di V. e di Giovanni Villoresi, Isola Vicentina 1996; G.L. Fontana, Il Conte Velo, Capponi, Foscolo e i circoli culturali della Restaurazione, in L’aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento (1797-1814), a cura di A. Chemello - G.L. Fontana - R. Zironda, Vicenza 1999, pp. 61-73; M. Dal Corso, Quanta mediocrità, piaggeria e “timidità” nella Parigi di Napoleone. Il severo giudizio di G. E. V. sulla “repubblica delle lettere”, in Studi francesi, 2001, vol. 134, n. 2, pp. 310-322; Id., Il Giornale parigino di G. E. V. 1812-1813, Moncalieri 2009.