DOSI, Girolamo
Nacque a Carpi (prov. Modena) il 28 dic. 1689, figlio di Stefano e di Livia Galvani (Carpi, cattedrale, Libro XX dei nati, p. 229, n. 127): apparteneva ad una famiglia di antica nobiltà locale, ormai decaduta.
Le notizie sulla vita e sull'attività artistica del D. sono compendiate in modo diretto dal contemporaneo Eustachio Cabassi e ampiamente riportate da G. Tiraboschi (1786).
A quindici anni il D. lasciò Carpi insieme con un fratello per raggiungere Roma, dove -studiò dapprima legge e matematica e poi si dedicò completamente allo studio dell'architettura presso la scuola dell'architetto Carlo Fontana. In questo campo raggiunse ben presto risultati positivi tanto che nel 1725 partecipò al concorso clementino di architettura di I classe presso l'Accademia di S. Luca ottenendo il secondo premio. Nello stesso anno eseguì la copia manoscritta della Descrizione dell'anfiteatro Flavio, appena dato alle stampe all'Aia (1725) da Carlo Fontana, disegnando tutte le tavole illustrative.
Questo lavoro, attualmente perduto, fu dapprima di proprietà degli eredi del D. a Carpi, poi fu annoverato da G. Tiraboschi tra i mss. della Biblioteca Estense di Modena (Guaitoli, 1894-95, p. 151).
La protezione influente di Carlo Fontana gli permise di ottenere i favori della Curia romana per cui durante il pontificato di Benedetto XIII redasse una Descrizione in prospettiva di tutte le fortezze e porti dello Stato della Chiesa, raccolta imponente dì disegni che andò perduta durante il viaggio di ritorno a Carpi.
A questa serie apparteneva, con ogni probabilità, la superstite Veduta del castello di Bracciano (Carpi, Museo civico; disegno acquerellato su pergamena), resa con immediato e oggettivo realismo.
Dai pontefici Clemente XII e Benedetto XIV fu nominato architetto pontificio ed ottenne molte commissioni di lavori dai cardinali di Curia. Non sono tuttavia confermati da documenti i vari interventi ricordati dal Tiraboschi: una villa per il cardinale Cibo, lavori per il lazzaretto di Ancona, progettato da Luigi Vanvitelli, per l'orto botanico di Roma, per la fortezza di Civita Castellana, interventi di restauro alla basilica di S. Maria Maggiore di Roma ed il rifacimento in forme settecentesche delle medievali cattedrali di Velletri ed Albano. Nel 1738 lavorò ad una Dissertazione sopra un conca di granito orientale, opera rimasta manoscritta che si ritiene perduta.
Ritornato nel 1768 a Carpi, svolse mansioni di consulente tecnico: fu ad esempio, insieme con l'architetto modenese Pietro Termanini, responsabile della decisione (1770) di far abbattere per un terzo la nuova cupola della cattedrale di Carpi, appena costruita dal suo concittadino Carlo Lugli, per fondati timori di instabilità e di improvvisi dissesti della grandiosa mole.
Morì il 23 nov. 1775 nella villa di campagna che la famiglia possedeva a Santa Croce, nel suburbio di Carpi, e fu sepolto in quella chiesa parrocchiale; l'epitaffio fu dettato dal parroco, lo storico don Natale Marri.
Solo alcuni dei "numerosi disegni" del D. ricordati a Carpi dal Cabassi e dal Tiraboschi sono giunti a noi (tutti conservati presso il Museo civico di Carpi); cinque di essi sono stati realizzati su pergamena e rifiniti all'acquerello, i rimanenti sono su carta. I disegni con composizioni architettoniche offrono un'eloquente documentazione dell'abilità e della bravura inventiva del D.; in particolare due Vedute di Roma, raffiguranti da due diverse angolazioni il Campo Vaccino, dimostrano l'interesse del D. per l'osservazione dal vero e per lo studio diretto dei monumenti dell'antichità. Le architetture sono trasformate in quinte prospettiche che determinano evidenti effetti scenografici ed è palese il riferimento agli studi bibieneschi della veduta d'angolo e all'interpretazione già preromantica del rovinismo e dell'antico di G. Vasi e G. B. Piranesi. Due disegni firmati presentano il progetto di una Fontana monumentale a pianta circolare e il Prospetto di un edificio pubblico, arricchito di fontana che, dall'iscrizione nel timpano, si direbbe destinato a sede di tribunali. La facciata piatta è scandita da paraste che includono le finestre definite da cornici rettangolari, sobria interpretazione dei canoni edilizi settecenteschi.
Fonti e Bibl.: Carpi, Archivio capitolare, Fabbriceria, cupola, filza 22, Partiti capitolari, 1770, cc. 124 s.; Ibid., Museo civico, Arch. Guaitoli, filza 92, fasc. 6: Famiglia Dosi; Ibid., ms. 237.IV: E. Cabassi (sec. XVIII), Notizie degli artisti carpigiani con le aggiunte di tutto ciò che ritrovasi in Carpi d'altri artisti..., p. 58; Ibid., ms. 246: L. Tornini (sec. XVIII), Dei matematici, architetti... più riputati di Carpi, in Storia di Carpi, cap. VIII, ser. XI, pp. 325 s.; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese..., VI, 2, Modena 1786, pp. 409 ss. (con data errata di nascita); Carpi, Biblioteca del Seminario, Archivio Tirelli: A. Sammarini (sec. XIX), Notizie ed opere degli architetti, pittori... nel territorio di Carpi, p. 35 (con data errata di nascita); Id., Ilduomo di Carpi, memorie storico-artistiche, Modena 1894, pp. 88 s.; P. Guaitoli, Carteggio fra l'ab. Girolamo Tiraboschi e l'avv. Eustachio Cabassi, in Mem. stor.... di Carpi, VI, Carpi 1894-95, pp. 61, 125, 151 s., 159 s., 471 s.; Modena, Soprint. Ai Beni artistici e storici: A. Garuti, Schede di catalogo del Museo civico di Carpi: Disegni, schede 1-9 (1973); P. Marconi-A. Cipriani-E. Valeriani, I disegni di architettura dell'Arch. stor. d. Acc. di S. Luca, Roma 1974, p. 13, nn. 309-313; A. Barbieri, Arte e artisti a Modena, Modena 1982, pp. 451 s.; A. Garuti, La cattedrale di Carpi..., in Un tempio degno di Roma. La cattedrale di Carpi, Modena 1987, p. 27; Id., La scagliola carpigiana, in L'Illusione barocca, Modena 1990, p. 97; E. Guaitoli Panini, G. D. architetto (1689-1775), tesi di laurea, Milano, Politecnico, fac. di architettura, a.a. 1990-91; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 493 (con data errata di nascita).