COMI, Girolamo
Poeta, nato a Casamassella (Lecce) il 23 novembre 1890; da giovane dimorò a lungo a Parigi; a Roma, dal 1928 al '40 curò le edizioni di poesia "Al tempo della fortuna"; nel 1949 ha fondato a Lucugnano (Lecce), dove risiede, la rivista di cultura L'Albero, e l'omonima casa editrice.
La sua poesia, iniziatasi nel pieno delle esperienze postdannunziane, è stata, con quella di A. Onofri (da cui deriva più di un modo), una delle prime a tener conto della lezione del simbolismo francese, dal Rimbaud al Mallarmé, e a percorrere quella via che poi condurrà all'ermetismo (Poesia, 1918-1928, Roma 1929; Cantico del tempo e del seme, ivi 1930; Nel grembo dei mattini, ivi 1931; Cantico dell'argilla e del sangue, ivi 1933). Ma successivamente, attraverso un lungo travaglio spirituale di cui sono testimonianza i saggi Necessità dello stato poetico (ivi 1934) e Aristocrazia del cattolicesimo (Modena 1937) e che porterà C. da posizioni paniche, orfiche e antroposofiche ad una visione cristiana e cattolica della vita, la sua poesia si evolverà verso forme sempre più limpide, esprimendo, in un'accentuata intensità ritmica, l'anelito a ben altra e più alta armonia (Adamo-Eva, Roma 1935; Poesia, ivi 1939; Spirito d'armonia, Lucugnano 1954; Canto per Eva, ivi 1958; Sonetti e poesie, Milano 1960).
Bibl.: N. Moscardelli, in L'Italia letteraria, 12 aprile 1931; R. Prati, in Circoli, genn.-febbr. 1934, e prefaz. a Poesia, 1939; C. Betocchi, in Il frontespizio, maggio 1934; A. Bocelli, in N. Antologia, i° ottobre 1934; in Il Mondo, 10 agosto 1954, e prefaz. a Sonetti e poesie; P. P. Pasolini, in Paragone, dic. 1954.