BRUSAFERRO, Girolamo
Nacque nel 1684 circa: lo si deduce dal fatto che nel 1726, nel "Rollo di tutti i pittori" di Venezia (Binion), risulta avere quarantadue anni, abita a S. Giovanni Decollato, non ha figli, né assistenti. Iscritto nella Fraglia pittorica di Venezia dal 1702 al 1721, fu allievo di N. Bambini, di cui imitò la maniera; si accostò poi a S. Ricci. Una delle sue prime opere, eseguita nel 1700 circa, è S. Giovanni in estasi cui appare Gesù, nella chiesa di S. Teresa a Mantova. Al periodo giovanile appartiene anche S. Domenico che salva una donna dal naufragio nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Padova, dipinto in collaborazione con A. Marini, al quale spetta lo sfondo con la burrasca (Brandolese). In quest'opera, come nella grandiosa tela del presbiterio nella chiesa di S. Moisè di Venezia raffigurante Mosè che riceve le tavole della legge, il B. si mostra ancora legato ai modi del Bambini. La personalità del pittore si afferma invece in pieno nella Crocefissione, sempre nella medesima chiesa veneziana.
È questa una delle sue opere più impegnative e notevoli, dove, oltre all'influsso di G. A. Pellegrini, si nota un certo parallelismo con la maniera del giovane Tiepolo. La data di tale dipinto si deduce da una postilla autografa alla Guida per visitare Venezia di Grazio Braccioli (Biblioteca Estense di Ferrara, ms. 1712): "nel 1718 ho veduto (a San Moisè) due gran quadri sopra le due porte laterali una sopra quella che rimane a destra nell'uscire è di mano di Gerolamo Brusaferro...".
Tra le opere più significative del B. deve essere anche annoverato l'affresco della cupola della chiesa di S. Caterina a Venezia, con quattro chiaroscuri nei pennacchi, raffiguranti le Virtù. Sembra pure appartenere al periodo di piena maturità la pala con S. Giacomo,s. Lorenzo,s. Francesco di Sales e s. Veronica, conservata nella chiesa di S Salvador a Venezia.
Una tela con S. Antonio da Padova cui appare il Bambino Gesù, che si trovava nella chiesa di S. Michele a Rovigo, recava la firma e la data: "H. s. Brusaferro P. MDCCXX" (Bartoli, p. 48). La pala dell'altare maggiore con S.Michele arcangelo, tuttora nella medesima chiesa, è firmata e datata 1730. Del 1732 esiste nella chiesetta di villa Giacomini, già Emo Capodilista, a Magnadola di Chiarano (Treviso), una piccola pala con S. Pietro,s. Andrea e s. Marco. Forse del medesimo tempo l'affresco del soffitto raffigurante l'Ascensione, derivato da S. Ricci. Altra opera che ricalca in modo evidente la maniera del Ricci è il soffitto di Ca' Pesaro raffigurante Giove,Giunone e Iride, con quattro Storie di Giunone in chiaroscuro: l'affresco è citato come opera del B. nell'Inventario del Palazzo (1797), redatto da P. Edwards e custodito al seminario patriarcale di Venezia (Fiocco, 1925). Riccesche sono anche le Allegorie affrescate nel salone centrale pure a Ca' Pesaro. La vena pittorica sembra inaridirsi nella pala con la Madonna che appare a s. Marco,s. Pietro e s. Foca, datata 1737, nella chiesa di S. Stefano. Morì a Venezia verso il 1760.
Le fonti citano altre opere del B. a Venezia, oltre ad affreschi a San Martino di Conegliano. Sono firmate due tele del ciclo carmelitano nella chiesa veneziana dei Carmini: La morte di s. Cirillo d'Alessandria e S. Cirillo che prega la Madonna.
Secondo V. da Canal il B. "fu un degno pittore di buon carattere, spezialmente a fresco... È di mano spedita e di buon colorito..." Critica però i troppo intricati ammassi di gruppi di più figure che si vedrebbero nella gran tela della Crocefissione a S. Moisè. Zanetti riconosce che il B., pur avendo seguito Bambini e Ricci, aveva nel suo stile "qualche cosa di originale".
Bibl.: V. da Canal, Della maniera del dipingere moderno [1733], in Mercurio filosofico, 1810, pp. 15 s.; A. M. Zanetti, Descriz. di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia, Venezia 1733, pp. 168, 185, 387; P. A. Orlandi-P. Guarienti, Abbecedario pittor., Venezia 1753, ad vocem; N. Cochin, Voyage d'Italie, Paris 1758, III, pp. 32, 37; G. Cadioli, Descriz. delle pitture..., Mantova 1763, p. 25; A. M. Zanetti, Della pittura veneziana, Venezia 1771, p. 431; F. Bartoli, Le pitture,sculture e archit. di Rovigo, Venezia 1793, ad Indicem; P. Brandolese, Descriz. di tutte le pitture,sculture e architetture di Padova, Padova 1795, pp. 109, 164; L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, Bassano 1795-96, II, p. 205; D. M. Federici, Memorie trevigiane, Venezia 1803, II, p. 134; G. A. Moschini. Guida per la città di Venezia, Venezia 1815, I, ad Indicem; L. Crico, Lettere trevigiane, Treviso 1837, p. 296; J. Mariette, Abecedario, I, Paris 1851-53, pp. 99 s.; G. Fiocco, Palazzo Pesaro, in Rivista di Venezia, IV (1925), p. 396; Id., Aggiunte di F. M. Tassi,ibid., VI (1927), pp. 151, 153; Id., La pittura venez. del Sei e Settecento, Verona 1929, pp. 45, 69; E. Arslan, Il concetto di luminismo e la pittura veneta barocca, Milano 1944, p. 46; R. Pallucchini, La pittura venez. del Settecento, Roma 1960, pp. 49, 52 5.; O. Benesch, Disegni veneti della Albertina di Vienna, Venezia 1961, p. 61, fig. 86; R. Bassi Rathgeb, Due disegni inediti del B., in Arte Veneta, XXI (1967), p. 225; S. Mason Rinaldi, Ilrecupero dell'Erezione della croce del B., ibid., XXIII (1969), pp. 241 s.; A. Binion, The Collegio dei pittori in Venice, in L'Arte, 1970, 11-12, pp. 96, 100; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 146.