BRASAVOLA, Girolamo
Nato a Ferrara il 25 genn. 1536 da Antonio Musa e Cassandra Roberti, seguì il padre nello studio della medicina e riportò un discreto successo, dovuto anche alla fama del padre, con cui venne a volte confuso. Fu professore di filosofia, medicina e lingua greca nell'ateneo ferrarese. Sostituì il fratello Renato, alla morte di questo, nella carica di medico primario alla corte di AlfonsoII d'Este duca di Ferrara. Dalla prima moglie, Isabella Carrara, ebbe due figli, Antonio Musa il Giovane e Antonio Maria; in seconde nozze sposò Lucia Buccellini, dalla quale non ebbe figli. Il B. morì a Ferrara il 13 ott. 1594.
Negli ultimi anni della vita pubblicò due operette di carattere medico. La prima, De officiis medicis libellus, Ferrariae 1590, dedicata a Alfonso IId'Este, si compone di quarantanove fogli, ripartiti in diciassette capitoli, ed è volta a illustrare, in uno stile quasi catechistico, l'utilità e i compiti della professione medica.
Il B. concorda con Ippocrate nel ritenere che la funzione del medico sia essenzialmente quella di amministrare e disciplinare i rimedi che la natura stessa suggerisce, e ciò in vista di un triplice scopo: conservativo, preservativo e curativo. Gli strumenti di ricerca del medico sono la ragione e l'esperienza, che insieme danno luogo alla "artificialis coniectura", forma di conoscenza basata non sul certo ma sul probabile: i mezzi d'intervento a disposizione del medico sono poi la dieta, la farmacopea e la chirurgia.
Il secondo scritto del B., In Aphorismum I. Hippocratis expositio, Ferrariae 1594, dedicato a Margherita d'Este, consiste in una esposizione schematica delle lezioni da lui tenute su quella che - in base alla partizione attribuita a Galeno - risulta essere la prima delle sette sezioni in cui furono tradizionalmente raggruppati gli aforismi di Ippocrate. Seguendo fedelmente l'ordine del testo ippocrateo, l'autore dedica gran parte delle novantanove pagine di cui si compone Poperetta all'analisi delle partizioni della medicina e delle funzioni del medico. per trattare poi in forma schematica la questione della dieta (pp. 90-94) e il problema delle evacuazioni (purgationes; pp. 95-99). In conclusione, tanto quest'opera quanto la precedente vanno considerate mere esposizioni didattiche, non prive di una certa efficacia nell'impianto, ma aliene da ogni originalità scientifica.
Un altro Girolamo Brasavola, anch'egli discendente di Antonio Musa, del quale volle ricordare i meriti facendo affiggere nel 1704una lapide nell'atrio dell'università di Ferrara, fu spesso confuso col precedente. Nacque a Ferrara il 25giugno 1628 da Bartolomeo e Margherita Visdomini; studiò nella locale università e in essa divenne professore di medicina teorico-pratica. Nel 1652fu chiamato dal cardinale Pio di Savoia a Roma, dove insegnò medicina all'università della Sapienza. Fondò un'accademia di medicina, il Congresso medico romano, che divenne luogo di incontro dei più prestigiosi uomini di scienza romani. Fu medico nei conclavi del 1655 e del 1676, e divenne in seguito archiatra dei pontefici Innocenzo XI, Alessandro VIII, Innocenzo XII e Clemente XI, che lo ricopersero di numerose onorificenze; fu inoltre medico personale di Cristina di Svezia. In Roma, dove aveva fissato la propria residenza e preso in moglie la nobildonna Marzia Ficorelli, morì il 31 luglio 1705.
Fra le sue opere, oltre ad alcuni componimenti poetici rimasti inediti, si ricordano: Problema an clysteres nutriant affirmative resolutum, in Congressus Medico-Romanus habitus in aedibus D. Hieronymi Brasavoli, Romae 1682; Institutiones Philosophico-Medicae, Romae 1695.
Bibl.: G. Baruffaldi, Commentario istorico-erudito all'iscriz. eretta nell'almo Studio di Ferrara l'anno 1704,in mem. del famoso Antonio Musa Brasavola ferrarese, Ferrara 1704, p. 153 (per il B.), pp. 164-66 (per il suoomonimo); G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, p. 2029; L. Ughi, Diz. stor. degli uomini ill. ferraresi, I, Ferrara 1804, p. 95; Bibliografia romana, Roma 1880, p. 42.