BERARDI (Berardo), Girolamo
Visse a Ferrara, alla corte di Ercole I e poi di Alfonso d'Este nella seconda metà del sec. XV e probabilmente fino ai primi decenni del XVI. Nessúna fonte permette di fissare con maggior precisione i suoi dati biografici; l'unica attività che abbia concrete testimonianze è quella di traduttore d'opere teatrali plautine. Dovette essere uno dei tanti letterati minori che sotto i due duchi estensi costituirono una vera e propria "redazione", impegnata nella volgarizzazione del teatro classico: due commedie di Plauto (la Casina e la Mostellaria) videro la luce a Venezia (presso N. D'Aristotele detto lo Zoppino) nello stesso anno 1530, entrambe da lui tradotte in terza rima. Sempre nel 1530 usciva, presso lo stesso editore, una traduzione anonima dei Menaechmi, che per molte ragioni, ricorrendovi tra l'altro la tipica amplificatio del B., la storiografia settecentesca tendeva ad attribuire a lui. La rappresentazione di queste tre commedie risale agli anni del ducato d'Ercole I: i Menaechmi furono dati sulle scene nel 1486 (ripetuti nell'89), la Casina nel 1502, la Mostellaria nel 1503, dopo una nuova edizione dei Menaechmi ad opera di Niccolò da Correggio. Questo permetterebbe di risalire alquanto addietro, rispetto ai tempi che piuttosto incertamente lo Zeno e il Mazzuchelli propongono per la traduzione delle due opere: il grande ritardo nella pubblicazione (che potrebbe anche essere avvenuta dopo la morte del B.) si può spiegare con i divieti di Ercole e di Alfonso, che non volevano si traesse copia delle commedie per rappresentarle altrove.
Del B. si legge un sonetto a c. 62 delle Rime scelte di poeti ferraresi (Ferrara 1613); altri componimenti in terza rima sono in un codice di G. B. Parisotti (cfr. la sua Prefazione ad un capitolo di incerto, cavato da detto codice, a c. 39 della Raccolta d'opuscoli scientifici e filolog., Venezia 1738, XVIII).
Bibl.: F. Borsetti, Historia Gymnasii Ferrariae, Ferrariae 1735, p. 331; F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, II, Milano 1741, p. 377; III, 2, Milano 1744, p. 78; A. Zeno, Lettere, III, Venezia 1752, p. 179; G. Fontanini-A. Zeno, Bibliot. dell'eloquenza ital., I, Venezia 1753, p. 402; G.M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 914; A. D'Ancona, Origini del teatro in Italia, II, Firenze 1877, p. 241; K. von Reinhardtstoettner, Plautus. Spätere Bearbeitungen plautinischer Lutspiele, Leipzig 1886, pp. 369-75, 451-54; F. Monnier, Le Quattrocento, II, Paris 1901, p. 359; F. Flamini, Il Cinquecento, Milano s. a., p. 260; M. Catalano, Vita di L. Ariosto, I, Genève 1931, p. 120; V. Rossi, Il Quattrocento, Milano 1940, p. 510; I. Sanesi, La commedia, I, Milano 1954, I, pp. 189-91, 771.