BALBI, Girolamo
vmanista, nato a Venezia verso la metà del sec. XV. Poco sappiamo dei primi anni; pare che abbia studiato a Roma sotto Pomponio Leto; certo era a Parigi nel 1485, quando ebbe certe beghe grammaticali con Guglielmo Tardif; più tardi, nel 1489, ebbe una cattedra all'università. Nel 1496, in seguito a fierissime polemiche con lo stesso Tardif e con P. F. Andrelini (v.), il B., accusato di vergognosi peccati e di eresia, fuggì in Inghilterra. Lo troviamo in seguito a Vienna, a Praga, in Ungheria; finché, mutata vita e fattosi ecclesiastico, divenne (1514) proposto della Collegiata di Presburgo. Raggiunse più tardi anche la dignità episcopale ed ebbe vari importanti incarichi politici e diplomatici. Il B. era ancor vivo nel 1530; morì poco dopo, forse nel 1535. Le opere di questo umanista attaccabrighe, dottissimo ma superficiale (epistole, carmi, dialoghi, orazioni, scritti politici e filosofici), furono raccolte a Vienna in due volumi (H. B., Opera poetica oratoria ac politico-moralia, 1791-92). La sua importanza è specialmente nell'opera di divulgatore della cultura italiana di là dalle Alpi.
Bibl.: G. M. Mazzucchelli, Gli scrittori d'Italia, s. v.; P. S. Allen, in The English Historical Review, XVII; E. Carrara, La Bucolica di Fausto, in Giornale stor. d. lett., LXVXVI (1920), p. 27, segg.; A. Favaro, Un "conservatore" dello studio di Padova, in Nuovo Arch. ven., n. s., XXXIII, 1917, p. 356.