ANGERIANO, Girolamo
Nacque quasi certamente a Napoli nel 1470 da Gaspare, giureconsulto e magistrato, e da Roberta de Guisi di Ariano di Puglia. Studiò legge come il padre e forse ricoprì cariche politiche alla corte di Napoli. La conoscenza diretta della corte aragonese è testimoniata dai suoi versi che rivelano un aperto atteggiamento di accusa verso quell'ambiente.
Gli interessi, prevalentemente letterari, dell'A. e forse anche le conoscenze del padre lo misero in contatto con l'Accademia pontaniana, della quale entrò a far parte avviandosi agli studi poetici.
Più tardi, intorno al 1495, si ritirò in Ariano, dove continuò a dedicarsi alla poesia latina e a coltivare la sua preparazione culturale seguendo i modi tradizionali dell'unianesimo napoletano.
Nell'Erotopaignion, Florentiae 1512 (e con Ecloghe, De obitu Lydae, De vero poeta e De Parthenope, Parthenope 1520, Venetiis 1535, e altrove), dedicato all'arcivescovo di Bari G. Castiglioni, l'A. raccolse, sotto il titolo derivato da Levio, centosessantotto brevi componimenti latini, quasi tutti amorosi e ispirati da una Celia di cui non abbiamo che il ricordo letterario. I versi rivelano l'influenza di Catullo e del Petrarca, ma soprattutto colpisce il gusto virtuosistico per i preziosismi alla maniera del Tebaldeo.
I modelli classici sono Teocrito e Virgilio per le Ecloghe, Tibullo per il De obitu Lydae. Nel De vero poeta l'A. sembra voler riproporre , l'ideale oraziano del poeta ricco di conoscenze scientifiche e filosofiche, isolato dal volgo e immerso nella contemplazione della natura; è in questa opera che si può rintracciare una vena sinceramente autobiografica.
Attraverso le sue edizioni parigine (Parisiis s.d., ma 1520[?], ivi s.d. ma 1542[?] e in Poetae tres elegantissimi, ivi 1582) l''Erotopaignion fu conosciuto da M. d'Amboise P. Ronsard, P. Desportes, J. Du Bellay, G. Guéroult. Si notano infatti analogie di temi e di modi per es. col Premier livre des Emblémes di G. Guéroult e si possono avvicinare il De vero poeta e Les conditions du vray poëte di J. Du Bellay.
Epigrammi sparsi dell'A. sono poi presenti in varie raccolte (in Coryciana, Romae 1524, col De partu Virginis del Sannazzaro, Neapoli 1526, in Flores epikrammatum, Parisiis 1555, ecc.).
Ma l'opera più interessante dell'A. resta per. noi il trattatello in versi De miseria principum, che in una forma satiricamente didascalica sferza l'immoralità, l'incapacità e la vana ambizione della nobiltà del tempo.
L'A. passò probabilmente gli ultimi anni della sua vita ad Ariano e vi morì tra il marzo e l'aprile del 1535.
Fonti e Bibl.: P. Giovio, Opera, a cura di G. G. Ferrero, I Roma 1956, p. 177; G. M. Tallarigo Giovanni Pontano e i suoi tempi, I, Napoli 1874, p. 169; F. Lo Parco, Un accademico pontaniano del sec. XVI..., Ariano 1898 (cfr. recensioni in Gior. stor. d. letter. ital., XXXII [1898], pp. 443 s.; e in Rass. bibl. d. letter. ital., VI [1898], pp. 289-293); A. Steiner, Glosses on Du Bellay, in Modern Philology, XXIV (1926), pp. 168-171; J. Hutton, Three notes on French authors..., in Modern Language notes, LV (1940), pp. 580 s.; A. Altamura, L'umanesimo nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze 1941, pp. 142 s.; Encicl. Ital., III, p. 305.