DESARGUES, Girard
Matematico, nato a Lione nel 1593 ivi morto nel 1662. Dapprima ingegnere militare, conobbe nel 1626 Descartes, con cui fu all'assedio di La Rochelle e di cui fu poi sempre amico. Visse a Parigi fin verso il 1650, ed ebbe amici Pascal padre e il Mersenne. Tornò quindi a Lione, dove esercitò l'architettura.
Il D. fu probabilmente condotto a perfezionare i metodi della geometria dalle numerose applicazioni che essa ha nell'architettura militare e civile, e non è un caso che, quasi due secoli dopo, le idee di Desargues siano state sviluppate da tre studiosi di materie militari: Carnot, Poncelet, Brianchon. Sebbene il D. rifugga dalle citazioni, i suoi studî ebbero come punto di partenza gli scrittori d'arte militare e di prospettiva italiani del secolo precedente. Appare però dai suoi scritti che egli studiò a fondo Euclide, Apollonio, Tolomeo e Pappo. La sua opera principale è un saggio sulle coniche: Brouillon project d'une atteinte aux événemens des rencontres d'un cone avec un plan (Parigi 1639), stampato in soli 50 esemplari, tutti perduti, ma ricostituito da una copia manoscritta del geometra de La Hire (1659). Essa contiene le nuove nozioni di punti all'infinito, la teoria dell'involuzione, dei poli e delle polari, insomma, esplicitamente o in germe, i fondamenti della geometria moderna. Nonostante la sua rarità, l'opera fu studiata dai contemporanei: Pascal, e poi La Hire. Newton forse la conobbe come si può dedurre dai teoremi sulle coniche nei Principia. Due teoremi portano il nome di Desargues: il primo dice che, se le tre coppie di lati corrispondenti di due triangoli si tagliano in tre punti in linea retta, le congiungenti le tre coppie di vertici dei due triangoli s'incontrano in un punto. Il secondo è relativo alle proprietà di un quadrilatero inscritto in una conica; teorema importante anche perché diede origine al famoso teorema di Pascal sull'esagono inscritto in una conica (v. coniche, n. 13). Il suo allievo Abraham Bosse (v.) oltre che incisore, fu un espositore diligente delle teorie e dei metodi di prospettiva appresi dal maestro. Il D., al pari di Descartes, ebbe altresì il merito di scrivere di materie scientifiche in francese, contribuendo allo sviluppo della letteratura scientifica francese, che fino a Viète era stata compressa nelle forme rigide del latino. Il valore di D. come creatore e iniziatore della geometria proiettiva fu generalmente riconosciuto solo al principio del sec. XIX.
Opere: Øuvres de D., Parigi 1864, voll. 2. È un'edizione insufficiente, corretta più tardi in alcuni punti dai commenti di P. Tannery alle Opere di Descartes, I-V, Parigi 1897-1903. Si veda altresì: Bibl. Mathematica, XIII, Lipsia 1913, pp. 22-26.