RODIANI, Giovita
RODIANI (Rudiani), Giovita. – Nacque a Brescia da Giovanni Francesco, in un anno compreso tra il 1541 e il 1544, come si evince da tre polizze d’estimo dell’Archivio storico civico in lieve disaccordo cronologico tra loro (Livi, 1896, p. 64).
È probabile che la famiglia fosse originaria di Rudiano, località nei pressi di Chiari. Alla morte del padre, il ragazzo venne affidato al falegname Benedetto della Corte di Cellatica (Ravasio, 2008, p. 50), ma non sappiamo dove avvenne il suo apprendistato di liutaio. A Brescia la famiglia aveva casa in una contrada detta «i Patusi, overo di Rudiani». Dalle polizze d’estimo, in cui non viene mai menzionata la professione di liutaio, risulta che Rodiani operò dapprima in Piemonte nel 1563 e quindi a Bologna nel 1572. Fece poi ritorno nella città natale, dove si distinse come «fabricator a violinis», come risulta da un primo testamento del 1619 (Livi, 1896, p. 64). La sua attività di costruttore di viole da braccio si svolse dunque negli stessi anni in cui fiorirono le rinomate botteghe di Gasparo Bertolotti da Salò e di Giovanni Paolo Maggini. Un documento del 18 gennaio 1605 lo menziona come testimone di nozze di Giovanni Micheli, figlio del liutaio Pellegrino, a conferma degli stretti legami con i migliori artigiani della città (Ravasio, 2008, p. 50). Tra i suoi rari strumenti oggi superstiti, seppur con vistose alterazioni, è nota una viola con etichetta non datata «Giovita Rodiani in Brescia»; si dice inoltre che nell’Ottocento il celebre contrabbassista Domenico Dragonetti suonasse un suo violone montato con quattro corde (Branzoli, 1894, p. 103). In un secondo testamento datato 20 settembre 1619 il liutaio si presentò come «Ser Jovita […] che fa violini in Bressia, in contrada della tresanda di S.to Rocco», chiesa oggi non più esistente (Livi, 1896, p. 64).
Morì a Brescia il 19 settembre 1625 ed ebbe sepoltura nella chiesa di S. Giovanni Evangelista (Ravasio, 2008, p. 50), dove all’epoca, nel primo chiostro dell’annesso monastero, era presente un monumento di famiglia (Livi, 1896, p. 64).
Fonti e bibl.: Archivio di Stato di Brescia, Archivio storico civico, Polizze d’estimo, bb. 116a, 235; Notarile, f. 2488 (notaio Giacomo Antonio Beppi, 17 dicembre 1572); G. Branzoli, Manuale storico del violinista, Firenze 1894, p. 103; G. Livi, I liutai bresciani: nuove ricerche, Milano 1896, pp. 63-65, estratto da Gazzetta musicale di Milano, L (1895), pp. 773-775; G. Negri, Analisi di una viola attribuita a G. R., in Liuteria, musica, cultura, X (1990), 30, pp. 12-19; Gasparo da Salò e la liuteria bresciana tra Rinascimento e Barocco, a cura di F. Dassenno - U. Ravasio, Brescia 1990, p. 41; Liuteria e musica strumentale a Brescia tra Cinque e Seicento, a cura di M. Bizzarini - B. Falconi - U. Ravasio, I, Brescia 1992, p. 42; S. Pasqual - R. Regazzi, Le radici del successo della liuteria a Bologna, Bologna 1998, p. 209; C. Chiesa, An introduction to violin making in Brescia in the 16th century, in Liutai in Brescia: 1520-1724, a cura di E. Blot, Cremona 2008, pp. 36 s.; U. Ravasio, The century of Maggini, ibid., p. 50.