GIOVANNI XXIII (App. III, 1, p. 761)
XXIII Gli ultimi due anni e mezzo del pontificato giovanneo furono contrassegnati soprattutto dall'attuazione del Concilio. Visitò tutte le commissioni preparatorie per stimolarne l'attività, più volte aggiunse ad esse nuovi membri per accelerarne i lavori, prese minuziosamente visione di tutti i documenti elaborati da esse, aprì e concluse con appropriate allocuzioni le sette adunanze plenarie della commissione centrale, nei suoi discorsi ai fedeli non si stancò di tener viva l'attesa del Concilio e l'interesse per la sua preparazione e, in seguito, per il suo svolgimento. Il 25 dicembre 1961, con la bolla Humanae salutis, indisse il Concilio, fissandone poi l'apertura per l'11 ottobre 1962. Nell'attesa, s'intensificarono pure i documenti ai vescovi e ai fedeli, gl'inviti a prepararvisi spiritualmente con la preghiera e con la penitenza; nell'imminenza dell'apertura tali sollecitudini culminarono in uno speciale ritiro spirituale praticato dal Santo Padre, nella solenne processione penitenziale da Santa Maria Maggiore al Laterano, nelle visite pontificie a diverse chiese, e soprattutto nel pellegrinaggio a Loreto e ad Assisi (4 ottobre 1962).
Il Concilio venne aperto con la partecipazione di oltre 2.500 vescovi, alla presenza di 86 missioni straordinarie e di 46 osservatori delegati non cattolici, fra cui 12 ortodossi. Nel discorso inaugurale G. XXIII tracciò al Concilio una linea di apertura e di solidità veramente profetica. Nonostante i primi attacchi del male, il papa seguì molto da vicino i lavori delle 36 congregazioni generali di quel primo periodo, da lui solennemente concluso l'8 dicembre 1962. Nei mesi successivi, dopo avere istituita la commissione di coordinamento, non venne meno nel suo fattivo interessamento.
Come in tutta la sua vita, fin sul letto di morte furono notevoli le sue aspirazioni e la sua azione per l'unità della Chiesa. Il segretariato per l'unione dei cristiani, da lui creato, venne incluso fra gli organismi conciliari; vennero invitati osservatori non cattolici al Concilio; ogni iniziativa unionistica fu incoraggiata; non mancarono sinceri segni di stima verso i fratelli separati e verso le Chiese ortodosse; all'incontro col primate anglicano lord Fisher (2 dicembre 1960) tennero dietro numerose udienze a esponenti autorevoli di comunità ecclesiali non cattoliche e anche a gruppi di non cristiani. La revisione del Codice di diritto canonico compì un passo innanzi con l'istituzione ufficiale dell'apposita commissione (28 marzo 1963).
In questi anni G. XXIII continuò puntualmente le visite ai dicasteri della Curia, al Vicariato di Roma, a chiese e ad opere pie e caritative. Numerosissimi i discorsi pronunziati nelle udienze e in altre circostanze; tra i visitatori più illustri si ricordino i reali d'Inghilterra e del Belgio, il vicepresidente statunitense L. Johnson, il presidente Segni e altri capi di stato, diplomatici, scienziati, giornalisti, anche sovietici, ecc.
Gli studi sacri vennero promossi e incoraggiati, specialmente con l'elevazione di alcuni atenei romani al rango di università pontificia, con la cost. apostolica Veterum sapientia sullo studio del latino, ecc. Altri tre servi di Dio vennero beatificati, e 6 beati canonizzati, portando così rispettivamente a 5 e a 10 il numero dei fedeli elevati da lui agli onori degli altari. Con le 10 nomine cardinalizie del 19 marzo 1962, il plenum del sacro collegio venne elevato a 87, e il numero complessivo dei cardinali creati sotto questo pontificato a 52; G. XXIII stabilì pure che d'ora innanzi i cardinali avessero tutti la dignità episcopale e personalmente ne ordinò 12.
Le missioni ebbero in lui un ardente sostenitore: numerose le udienze a missionari o a collaboratori delle missioni; incoraggiate le Pontificie opere missionarie; istituita la gerarchia ecclesiastica nel Vietnam e in Indonesia; ordinati dal papa in San Pietro altri 14 vescovi missionari, dopo quelli degli anni precedenti; benedetta da lui la prima pietra del collegio missionario in Sotto il Monte, suo paese natale; elevato a università pontificia l'Ateneo Urbano De propaganda fide; promossa, con le offerte pervenutegli per il suo 80° compleanno, la costruzione in Roma d'un pensionato per studenti afroasiatici. Si aggiungano a questo le sollecitudini per l'America latina, con lettere dirette agli episcopati di Spagna, Belgio, Olanda, Italia, Stati Uniti, Irlanda perché inviassero sacerdoti in quel continente.
Non va dimenticata l'azione di G. XXIII per il progresso della dottrina sociale cattolica, specialmente con l'enciclica Mater et Magistra (15 maggio 1961) e con diverse lettere alle Settimane sociali di Italia, Francia, Canada, Argentina, ecc.
Il conferimento del premio Balzan per la pace (10 maggio 1963) volle essere un riconoscimento solenne per l'opera del papa in favore della pace mondiale, non solo coi suoi insegnamenti (enciclica Pacem in terris, 11 aprile 1963), ma anche con i suoi appelli e interventi che ebbero notevole eco in tutti i paesi (specialmente quello del 25 ottobre 1962, al culmine della crisi di Cuba).
Non meno sollecito fu G. XXIII nel cercare di ottenere più facili condizioni di vita per la Chiesa nei paesi comunisti; la sua azione discreta e rispettosa fu riconosciuta dallo stesso Cruščëv, che gli fece pervenire gli auguri per l'80° genetliaco e ne assecondò il desiderio di veder liberato dal carcere l'arcivescovo ucraino Slipyj (febbraio 1963). Questi atteggiamenti del papa, ispirati a elevati motivi pastorali, suscitano perplessità e polemiche in alcuni ambienti cattolici.
Nel dicembre 1962 G. XXIII accusò i primi gravi sintomi del male, ma si riprese. L'11 maggio 1963 uscì per l'ultima volta dal Vaticano, recandosi al Quirinale; il 23 maggio benedisse ancora, dalla finestra, i fedeli in piazza San Pietro. Aggravatosi, si spense la sera del 3 giugno. La salma riposa nelle Grotte Vaticane. Il processo di beatificazione fu introdotto da Paolo VI, insieme con quello di Pio XII, il 19 ottobre 1967. Attualmente, conclusi i processi, la causa segue il suo corso ordinario.
Bibl.: Giovanni XXIII, Discorsi, Messaggi, Colloqui, Città del Vaticano 1958-63; A. G. Roncalli, Souvenirs d'un Nonce, Roma 1963; Giovanni XXIII, Il giornale dell'anima, ivi 1964; E. Balducci, Papa Giovanni, Firenze 1964; L. Capovilla, Pastor amabilis, Assisi 1965; L. Chaigne, Ritratto di Giovanni XXIII, Modena 1965; D. Agasso, Il Papa delle grandi speranze, Milano 1967; Giovanni XXIII, Lettere ai familiari, Roma 1968; M. de Kerdeux, Giovanni XXIII, il papa della bontà, Padova 1968; L. Capovilla, Giovanni XXIII: 15 letture, Roma 1970; Pasqua di resurrezione con papa Giovanni XXIII. Lettere, a cura di L. Capovilla, ivi 1977; XV anniversario della morte di papa Giovanni. Lettere, a cura di L. Capovilla, ivi 1978; L. Capovilla, Papa Giovanni XXIII, ivi 1978.