GIOVANNI XIX papa
Romano dei conti di Tuscolo, era stato "console, duca e senatore di tutti i Romani" sotto il pontificato del fratello Benedetto VIII, al quale, ancora laico, succedette, intorno al giugno 1024. Si raccoglievano novamente in sua mano l'autorità spirituale e la temporale; ma riapparivano gli abusi che Benedetto aveva tentato di combattere. L'imperatore bizantino Basilio II tentò subito di far riconoscere al patriarca di Costantinopoli il titolo di ecumenico e riuscì a corrompere con doni, si disse, lo stesso papa; ma il commovimento sorto nell'Occidente indusse poi G. a resistere. Si riaprì allora lo scisma orientale. Il 26 marzo 1027 G. coronò Corrado il Salico, in presenza di Rodolfo III re di Borgogna e di Canuto re di Danimarca. Da questo momento, apparve più legato che mai alla parte imperiale. Così nell'eterna questione fra i patriarchi di Aquileia e di Grado, dopo avere in un concilio (dicembre 1024) riconosciuto l'indipendenza del patriarcato di Grado, il 6 aprile 1027 in un nuovo concilio sottomise Grado a Popone di Aquileia, favorito dall'imperatore. Tuttavia appoggiò i cluniacensi e avrebbe voluto elevare l'abate Odilone all'arcivescovato lionese. È anche ricordata la protezione sua a Guido di Arezzo, l'inventore delle nuove note musicali. Morì nel 1032.
Bibl.: Lettere in Patr. Lat., CXLI, col. 1115 segg.; Jaffé, Reg., I, p. 514 segg.; Lib. pontif., ed. L. Duchesne, II, Parigi 1886, p. 269; Patrologia Lat., CXLII, col. 671 segg.; e Watterich, Pfister, Duchesne, Hauck, cit. sotto giovanni viii; J. Gay, Les papes du XIe siècle et la Chrétienté, Parigi 1926.