Astronomo (Savigliano 1835 - Milano 1910), fratello di Celestino. Laureatosi a Torino (1854), fu discepolo di J. F. Encke a Berlino (1857) e poi di O. Struve e F. T. A. Winecke a Pulkovo (1859); dal 1860 astronomo, quindi (1862-1900) direttore dell'osservatorio di Brera. Socio nazionale dei Lincei (1875). Fu uno dei maggiori astronomi del sec. 19º, conseguendo risultati importanti nei rami più diversi dell'astronomia. Studiò a lungo la superficie di Marte, tracciandone carte per quell'epoca assai accurate, anche se i famosi "canali" si rivelarono in seguito illusorî. Le osservazioni di Venere e di Mercurio lo condussero a suggerire che i due pianeti avessero una rotazione sincrona, ipotesi poi dimostratasi errata: infatti, il periodo di rotazione di Venere è più lungo e quello di Mercurio più breve del rispettivo periodo di rivoluzione. La sua scoperta più notevole fu forse quella dell'associazione degli sciami meteorici con le comete (1862). Fu un attento osservatore di stelle doppie e un pioniere della statistica stellare. Di lui si ricordano anche gli studî matematici, geodetici, geofisici e, infine, le ricerche di storia dell'astronomia, specialmente dell'antichità. Le sue Opere sono state curate in edizione nazionale dalla specola di Brera (11 voll., 1929-43).