BIFFI, Giovanni Vincenzo
Nacque a Mezzago, in provincia di Milano, il 21 genn. 1464, vigilia di s. Vincenzo (diacono), precisa egli stesso nell'importante lettera autobiografica Ad Lucium Biffum (nell'opera Miraculorum vulgarium..., Romae 1484), spiegando il perché del suo secondo nome. Dal medesimo scritto e dall'epistola dedicatoria degli epigrammi all'Heredia (ibid.) si traggono particolareggiate notizie sulla famiglia e sul noviziato letterario. Il padre si chiamava Filippo, di probabile origine bergamasca; la madre era una De Capitaneis. A otto anni fu mandato a Milano presso Marco Besana, ma, richiamato dopo pochi mesi al paese natio, continuò lo studio per un anno a Merate, quindi, per altri tre, a Vimercate, durante i quali si dedicò specificamente alla grammatica, alla poesia e alla storia, avendo come insegnante tale Marco de Pilis. Di lì ebbe a richiamarlo a Milano il primo maestro, che lo affidò a un congiunto, Giovanni Besana, parroco di S. Giovanni sul Muro.
Comincia così un settennato - prima con Giovanni Besana, poi con Giovanni Antonio Visconti, infine con Giacomo Porro - durante il quale il B. si perfeziona in alcune discipline in cui proclamò in seguito di eccellere: soprattutto la versificazione e la musica sacra. Quanto alla prima, avendola appresa per un anno alla scuola del Visconti e quindi a quella del Porro (dove lesse in specie i poeti maggiori), fu invitato a insegnarla ai familiari degli stessi maestri; quanto alla seconda, appresa dal Besana, confidava di aver composto una messa di s. Nicola (per noi perduta), e sembra possibile una sua collaborazione con Franchino Gaffurio, al quale dirigeva un epigramma De musica (unito all'opuscolo Parcarum promantheusis).
Nel marzo 1483 il B. dà inizio, in casa Porro, a un poemetto in esametri sui miracoli di Maria, che termina mentre è ospite in villa di un Ottorino Pelizzari, essendo scoppiata la peste in città. Verso la fine di quell'anno intraprende un viaggio a Roma portando con sé, per presentarlo a papa Sisto IV, quel suo primo lavoro di molto impegno, cui associò altri componimenti suggeritigli da incontri avuti con ragguardevoli personaggi: a Bologna (dove appare al seguito di Gundisalvo Fernandez de Heredia, vescovo di Barcellona) con Filippo Beroaldo il Vecchio; a Viterbo col domenicano Nanni (chiamato dal B. "Titus Viterbiensis"), dotto e spregiudicato contraffattore di testi antichi; a Roma con gli umanisti riuniti a festeggiare il ritorno di Pomponio Leto da Firenze.
S'ignora per quanto tempo il B., forse già avviato al sacerdozio, si trattenesse a Roma, né soccorrono altre tracce autobiografiche nelle sue opere posteriori, all'infuori dei cenni nelle dediche agli amici della corte di Lodovico il Moro, dai quali si apprende che divenne cappellano in S. Satiro, rettore di S. Maria a Mezzago, cappellano di S. Vittore e canonico di S. Nazaro a Milano, dove morì il 5 luglio 1516. Nel 1512 aveva disposto per testamento che la sua casa fosse adibita a scuola, dove un prete esperto nel latino e nel greco avrebbe dovuto insegnare a quaranta giovani poveri e a dieci ricchi purché appartenenti al suo stesso ceppo familiare.
Il B. fu celebrato ai suoi tempi, e si celebrò lui stesso, come prosatore e poeta latino fra i più insigni, operante nell'orbita della fastosa corte sforzesca, a contatto stretto con personalità letterarie quali Giorgio Merula, Lancino Corti, Piattino Piatti, Bernardo Bellincioni, Niccolò da Correggio, Gaspare Visconti (e sullo sfondo della cultura milanese persisteva il ricordo di Pier Candido Decembrio e del Filelfo), alcuni da lui adulati con scarso ritegno, come faceva, in modo ancor più pesante, con gli uomini politici. Parve ad alcuni, in tempi recenti, soprattutto un retore e un pedagogo, ma dopo che il Sabbadini (La scuola e gli studi di Guarino Guarini, pp. 57 s.) ha rivelato un suo plagio, sembra più rimarchevole, come carattere distintivo del B., il culto che ebbe per la propria reputazione letteraria con il continuo annunziare ciò che avrebbe pubblicato (rivolgendosi a un pubblico immaginato in impaziente attesa dei suoi scritti), e con l'amplissimo regesto dei propri manoscritti e libri stampati segnalato dal Lyell in fondo a un'edizione, curata dallo stesso B., delle regole grammaticali di Guarino veronese: Incipiunt regule grammatices Guarrini Veronensis tripartite... In primis breve Donatelli compendium; a metà della c. 28r: Carmina quaedam differentialia variarum dictionum ex diversis libris in unum collecta..., opera del B.; a c. 31v: Tabula quaedam tum versuum tum solutae orationis eorum omnium quae a praesbytero Ioanne Biffio composita verissime probantur,quae partim Romae partim Mediolani impressa sunt sed quocumque evolarunt...; mancano note tipografiche (forse Milano 1491, come crede il Lyell; precedono i titoli di 239 manoscritti, seguono i testi - in numero di tre - che, "velint nolintque lividuli", risultano già stampati).
Altre composizioni del B. (le prime tre corrispondono a quelle indicate nella Tabula): Elegia pro gratulatione purpurae adeptae ab Ascanio Maria Sfortia, Roma, s.e., 1484; Miraculorum vulgarium beatissimae virginis Mariae... in carmen heroicum traductio ad Sistum summum sanctissimumque pontificem quartum, Romae, s.e. [Eucharius Franck], 1484 (nella lettera di dedica al papa precisa di aver compiuto questa traduzione di racconti popolari fra il 28 marzo e il 10 sett. 1483; nel colophon, che la stampa fu curata da Antonio Besana milanese; seguono diverse altre scritture d'occasione fra cui gli epigrammi all'Heredia oltre ad alcune di più libera vena come Ad laudem formicae); Ad beatissimam virginem Mariam gratiae et praeces aguntur..., Vita sancti Martini episcopi,Vita sanctae Ceciliae virginis et martyris,Vita sancti Claementis martyris,Pro opusculi defensione epigramma,Ad vesperum hymnus, due serie di distici diretti a due medici di corte, s.n.t., con lettera di dedica all'arcivescovo milanese Guid'Antonio Arcimboldi; seconda edizione dedicata al cardinale Sedunense (la dedicatoria è citata da diversi come opera autonoma), Mediolani 1512; Servii Honorati vocabula brevi compendio cum auctoritatibus ipsius Virgilii utitissima [sic] pro pueris ad disputandum, s.n.t. [Mediolani, Ulrich Scinzenzeller, c. 1489]: secondo il Sabbadini è un plagio del lessico serviano di Guarino nella redazione più breve; comincia: Ad illustrissimum et excellentissimum principem D. D. Ioannem Galeazium Sfortiam Vicecomitem... epistola cum libello foeliciter incipit; seguono altri versi e prose, fra i quali: Ad Ludovicum Sfortiam Vicecomitem,Ad Ambrosium Varisium Rosatum ducalem medicum,De inclyta Mediolani urbe altera Roma appellata,per expolitionem,Ad Ioannem Bentivolum [sic] Vicecomitem..., M[ediolani], Per Antonium Zarotum Parmensem, 1493; Parcarum promantheusis [sic]... in die natali... principis Ludovici, Mediolani, s.d. [1493]; Elegeum carmen,quo ... Io. Petrum Figinum mecenatem suum ad festum divi Victoris Mezagi invitat ad frugalem vitam, Mediolani 1512; cinque opuscoli intitolati Divo Ambrosio, Mediolani 1515. Diverse opere del B. - citate spesso imperfettamente dai biografi e anche dallo Hain (Repertorium bibliographicum..., I, Milano s.d., pp. 437 s., nn. 3191-97) - sono riunite nel volume miscellaneo AI-IX-37 della Bibl. Naz. Braidense (che contiene anche la rarissima Tabula) e in quello IV St-D-VIII-33 della Biblioteca Ambrosiana; ma si veda anche il Catalogue général des livres imprimés della Bibliothèque Nationale di Parigi e, per alcuni manoscritti, P. O. Kristeller,Iter italicum, I, London-Leiden 1963,sub voce.
Bibl.: F. Picinelli,Ateneo dei letterati milanesi, Milano 1670, p. 291; F. Argelati,Bibl. scriptorum Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1745, coll. 155-58; G. M. Mazzuchelli,Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 1212 s.; E. Motta,Morti in Milano dal 1452 al 1552 (spogli del necrologio milanese), in Arch. stor. lombardo, s. 2, VII (1891), p. 271 (per la data di morte del B., sino allora ignorata); E. Verga,Saggio di studi su B. Bellincioni, Milano 1892, p. 17; R. Sabbadini,La scuola e gli studi di G. Guarini veronese, Catania 1896, pp. 57 s.; J. P. R. Lyell,A fifteenth century bibliography, London 1918; E. Carrara,La bucolica di Fausto, in Giorn. stor. della lett. ital., LXXVI (1920), p. 80; F. Malaguzzi Valeri,La corte di Lodovico il Moro, IV, Milano 1923, pp. 119, 157-59, 227; R. Sabbadini, recensione a G. Mercati,Per la cronologia della vita e degli scritti di Niccolò Perotti, in Giorn. stor. della letter. italiana, LXXXVII (1926), p. 374; G. L. Barni,La vita culturale a Milano dal 1500 alla scomparsa dell'ultimo duca Sforza, in Storia di Milano, VIII, Milano 1957, pp. 434, 440 s.; M. E. Cosenza,Biographical and bibliographical dictionary of the Italian humanists..., I, Boston 1962,sub voce Biffus.