BELPRATO, Giovanni Vincenzo
Nacque a Napoli o, più probabilmente, in Anversa (Aquila) nel primo decennio del sec. XVI, se nel 1528 egli poteva succedere nella contea a suo padre Giovanni Bernardino. Sposò Costanza della Tolfa dalla quale ebbe tre figli: Bernardino, Scipione e Costanza.
Nel 1541-42 invitò il senese Bonsignore Cacciaguerra nella sua casa napoletana. In questa occasione il Cacciaguerra riscontrò in lui atteggiamenti decisamente filovaldesiani. Il 25 dic. 1541 s'iscrisse a Napoli alla Compagnia dei Bianchi della Giustizia, di cui era socio anche Bernardino Ochino. La sua abitazione nel palazzo Restigliano in via Vicaria Vecchia divenne un centro di discussione sui temi più ricorrenti di spiritualità valdesiana. Nel 1543 il B., pervaso da zelo religioso, persuase il laico Cacciaguerra a seguirlo nelle sue terre abruzzesi di Anversa, Campo di Giove, Cansano e Villalago, per una predicazione missionaria. Fu proprio nell'estate del 1543 che in Anversa gli morì quasi improvvisamente la moglie. Egli si ritirò allora nell'eremo di S. Pietro in Villalago per farsi benedettino. Riuscì a distoglierlo il Cacciaguerra, ricordandogli la sua responsabilità verso i figli.
Il B. eresse in Anversa un grande monumento sepolcrale a Costanza e la cantò in sette cupi sonetti che Ludovico Dolce inserì nella raccolta Il primo volume delle rime scelte da diversi autori..., Venezia 1564, pp. 541-46: versi che caratterizzano il B. essenzialmente come "poeta coniugale" accanto a maggiori scrittori quali il Tarsia e il Rota.
Si colloca in questo periodo la più intensa attività letteraria del Belprato. Nel 1549 egli pubblicò a Firenze pel Torrentino la versione del Liber de Augusti progenie di Messalla Corvino: Libro di Messala Corvino oratore e cavaliere romano ad Ottaviano Augusto, della Progenie sua (il Mazzuchelli sposta al 1550 la data di questa edizione, ma è certo invece che fu del 1549, come risulta da copie alla Nazionale di Parigi e al British Museum). L'anno successivo uscì un'altra sua versione che pur interessava le fonti della storia di Roma, il Breviarium rerum gestarum di Festo Rufio: Libro della historia de' Romani di Sesto Ruffo..., Firenze 1550; e nello stesso anno apparve a Firenze la traduzione dello Axiochos: L'Assioco o ver Dialogo del dispregio della morte di Platone. Il B. l'attribuiva a Senocrate, ma L. Domenichi lo riteneva di Platone e corresse il titolo originario dato dal B. (cfr. la lettera al B. del 1° febbr. 1550, in L'Assioco, p. 46). Notevolmente posteriore è invece la versione dei De mirabilibus mundi di Solino: Solino, delle cose meravigliose del mondo..., Venezia, G. Giolito de' Ferrari, 1557, di cui esiste sicuramente una seconda edizione del 1559 (S. Bongi, Annali di Gabriel Giolito de' Ferrari, II, Roma 1895, p. 19).
Nello stesso anno in cui usciva la versione del Solino il B. si ritirò dalla vita pubblica lasciando la contea e le terre baronali a suo figlio Bernardino. Poi, non senza che influisse nella decisione il Cacciaguerra, si fece ordinare sacerdote dal vescovo di Sulmona Pompeo Zambeccari. Il Cacciaguerra in una lettera testimoniò della purezza di intenzioni in questa scelta che, a differenza di quella dell'estate 1543, era serena e responsabile.
Ultima opera del B. di cui si abbia notizia è la versione del trattato di s. Bonaventura, Del modo che de' tenere il sacerdote nel dire la Messa, L'Aquila, G. Cacchi, 1566, assolutamente ignota prima che G. Bresciano ne rintracciasse un unico esemplare (Neapolitana II..., Firenze 1936, p. 50).
Si ignora la data di morte del Belprato.
Fonti e Bibl.: Roma, Biblioteca Calasanziana di S. Pantaleo, Vita del pellegrino penitente [=Autobiografia di Bonsignore Cacciaguerra. 1495-1566], passim, ma specialm. ff. 44-59v; Napoli, Archivio dei Bianchi della Giustizia, Libro de' fratelli defonti, stipo III, n. 2 (non numerato, ma sotto l'anno 1541); B. Cacciaguerra, Lettere spirituali, I, Venezia 1563, cc. 21v-25v; II, Roma 1575, cc. 204v-214; G. B. Tafuri, Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli, III, 1, Napoli 1750, pp. 408-10; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 716 s.; E. D'Afflitto, Memorie degli scrittori del Regno di Napoli, II, Napoli 1794, pp. 918-21; G. Celidonio, La diocesi di Valva e Sulmona, II, Casalbordino 1910, pp. 217-229; R. De Maio, Bonsignore Cacciaguerra a Napoli..., in Studi di bibliografia e di storia in onore di Tammaro De Marinis, II, Verona 1964, pp. 68 s., 100 s.