CAPPONI, Giovanni Vincenzio
Figlio di Vincenzio Maria di Scipione e di Maria Francesca di Giovanni Vincenzio Salviati, e nipote di Piero Capponi, maestro di camera della principessa Violante Beatrice di Baviera, nacque a Firenze il 25 ott. 1691 (Firenze, Arch. dell'Opera di S. Maria del Fiore, Battesimi).
Ebbe una giovinezza assai movimentata. Nel 1714, ad esempio, l'allora "Abate Giovanni Vincenzio... da S. Friano, ed il Cavaliere Orazio Minerbetti da S. Trinita", i quali erano già in contrasto tra loro a causa di "gelosie d'Amore... per conto della Signora Maria Gostanza Ximenes moglie del Signor Cavaliere Giovanni, Antonio Michelozzi", passeggiando in una calda notte di agosto per Firenze, "spogliati per prendere il fresco", ma con "ispada", ebbero una lite per futili motivi. Un primo scontro avvenne "in Porta Rossa sotto il Crocifisso presso la Casa de' Torrigiani"; essendo però il Minerbetti in compagnia di altri quattro cavalieri, il C. preferì andarsene per i "fatti suoi". Poco dopo, trovato "Ottaviano di Giorgio Ugolini suo grandissimo Amico", si mise alla ricerca degli avversari i quali furono affrontati sulla "Cantonata dello Sdrucciolo de' Pitti, che sbocca in Via Maggio" (Arch. di Stato di Firenze, Manoscritti, 142). Questa lite, in cui fu coinvolto "a caso o pure appostatamente Antonio Pignotti cameriere del Signor Marchese Cavaliere e Senatore Piero Capponi", zio del C., finì in piazza Pitti interrotta dall'accorrere della "Guardia de' Trabanti solita stare alla Porta del Palazzo" (ibid.).Le "differenze" tra i cavalieri implicati nella vicenda furono accomodate dopo qualche mese "d'ordine del Serenissimo Granduca" il quale, sdegnato, aveva voluto il "sequestro" in casa dei medesimi (ibid., e Mediceo, 1772).
Erede nel 1725 (Arch. di Stato di Firenze, Decima granducale, 2134) dei beni paterni insieme con i fratelli Scipione, Lorenzo e Cappone, lasciò alla sua morte la propria parte ai medesimi (ibid., 2174). Egli non ebbe, infatti, eredi diretti essendo stato avviato alla carriera ecclesiastica; fu "Capo di Guardia della Misericordia", canonico della chiesa metropolitana fiorentina dal 1731 subentrando a Tommaso Filippo Salviati.
Il C. si dedicò agli studi, facendosi apprezzare nella vita culturale cittadina. Anzitutto successe a Ferrante Capponi nella direzione della Società botanica della quale fu a capo dal 4 sett. 1733 al 25 sett. 1735: durante questo periodo si occupò assiduamente della cura dell'Orto botanico, dette particolare impulso ai dibattiti scientifici, che avevano nell'accademia la loro sede appropriata, e volle che la medesima si chiamasse Società filosofica fiorentina, per sanzionare, con la nuova denominazione, l'allargamento del campo di indagine dalla sola botanica a tutte le scienze della natura. Si valse per questi scopi della collaborazione di illustri scienziati e proprio sotto la sua direzione furono dati alla Società nuovi regolamenti. Inoltre, il C. viene ricordato come uno dei fondatori della Società Colombaria fiorentina, in cui egli assunse il nome di Satollo (Atti d. Società Colombaria, 1893); partecipò attivamente alle riunioni di questa accademia sia come presentatore di codici (Dorini, pp. 110 s.), di un trattato di alchimia contenuto in lamine di piombo (p. 151), di rare edizioni a stampa (p. 141), sia come studioso di storia naturale (pp. 224 ss.), di oggetti artistici (p. 191), di memorie storiche (pp. 180 s.). Fu anche proprietario di un "ricco museo" (Peruzzi), di una "copiosa libreria" e di una "gran raccolta di medaglie di uomini illustri"; tali raccolte fece "vedere più volte alla Società quale convocò più volte nel suo appartamento, quale secondo lo stile colombario si disse il Granaio" (Atti della Soc. Col., 1919). Si ricorda poi che il fratello del C., Scipione, regalò alla Colombaria un ritratto della santa protettrice, Maria Maddalena dei Pazzi, eseguito "per mano di Carlo Cavara pittore bolognese, di cui è mecenate il nostro Satollo" (Dorini, p. 94, a. 1742). Il C. si dedicò anche a collezionare sigilli; due di questi, ricordati dal Manni, furono da lui donati al cavaliere Gaetano Antinori.
Fece parte, inoltre, dell'Accademia della Crusca e dell'Accademia Fiorentina (Litta); il 12 marzo del 1737, "come Console nell'anno corrente della Sacra Accademia Fiorentina, e Rettor Generale dello Studio", fu tra coloro che presenziarono alla traslazione delle salme di Galileo Galilei e di Vincenzio Viviani dal vecchio al "nuovo sepolcro da erigersi ornatamente, e già principiato a fabbricarsi per tale effetto nella Chiesa di Santa Croce" (Arch. di Stato di Firenze, Notarile, prot. 25439). Il C. morì a Firenze e fu sepolto nella cattedrale il 9 marzo 1748.
Nel fondo Capponi dei manoscritti Palatini della Biblioteca nazionale di Firenze sono conservati diversi codici a lui appartenuti, contenenti traduzioni dal francese "in versi toscani" eseguite dallo stesso C. (ad esempio della Zaira e della Morte di Cesare di Voltaire, ms. 32), cataloghi di piante e di insetti (Insetti ritrovati nell'agro fiorentino, e raccoltane l'istoria dal Canonico G. V. C. l'anno 1733, ms. 1), cronache di storia fiorentina, copie di documenti (raccolta di lettere dirette a Galileo Galilei, ms. 44), rubriche con annotazioni relative a vari argomenti (Repertorio d'erudizioni istoriche e poetiche e sacre fatto dall'Abate G. V. C. a. 1719, ms. 73), raccolte di poesie a lui donate (Francesco Feroci presentò al C. alcune "rime piacevoli", pregandolo di gradire "unicamente in esse un piccolo contrassegno delle sue grandissime obbligazioni, e il desiderio vivissimo d'ubbidirlo anco a costo del proprio rossore", ms. 6).
Scipione, fratello maggiore del C., nato a Firenze il 15 dic. 1680, ricoprì varie cariche pubbliche. Fu uno dei Quattro buonomini delle Stinche nel 1707, 1711, 1731;appartenne alla magistratura degli Otto nel 1710 e 1713;a quella dei Nove nel 1712fu eletto nel Consiglio dei duecento nel 1722(Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 526, 527, 964).Tra il 1704e il 1705accompagnò il marchese Carlo Rinuccini, inviato straordinario del granduca in Francia per porgere le congratulazioni per la nascita del duca di Bretagna. Nel novembre 1714fu inviato a Parma per recare i complimenti della corte di Toscana per il matrimonio di Elisabetta Farnese con Filippo V di Spagna, avvenuto il 16 settembre. Prima di partire da Firenze ottenne il titolo di marchese "vita naturale durante" (6 nov. 1714).Con decreto 29 marzo 1715fu iscritto alla classe del patriziato fiorentino. Morì a Firenze e fu sepolto in S. Spirito il 14 apr. 1753, lasciando erede dei suoi beni il fratello Lorenzo.
Fonti e Bibl.: Arch.di Stato di Firenze, Carte Sebregondi, Carte Dei, Carte Pucci: Fam. Capponi;Ibid., Libro d'oro dei patrizi di S. Spirito, I, n. 20; Ibid., Processi di nobiltà, filza 2, num. int. 4; Ibid., Decima granducale, filze 1627, num. int. 207; 1723, num. int. 75; 1737, num. int. 508; regg. 2134, num. int. 63; 2174, num. int. 50; 2185, num. int. 1; 3581; Ibid., Manoscritti, 142, cc. 110 ss., 116, 119 s., 122v, 125v, 132; Ibid., Mediceo del Principato, 1772, cc. 1151 ss.; 2675; 2682; Ibid., Notarile, prot. n. 25439 (a. 1733-38) di Giovanni Camillo Piombanti, cc. 142 ss.; Ibid., Acquisti e doni, busta 308, ins. A/12; Firenze, Bibl. nazionale, Manoscritti Palatini, Arch. Capponi, Spogli Passerini, Fam. Capponi, n. 48 pp. 127-30; Bibl. Apost. Vat., Vat. lat.9265, c. 284v; D. M. Manni, Osservaz. istoriche... sopra i sigilli antichi de' secoli bassi, XI, Firenze 1742, p. 139; XII, ibid. 1743, p. 107; B. S.Peruzzi, Notizie dell'origine e dell'istituto della Società Colombaria fiorentina, in Mem. di varia erudiz. della Società Colombaria fiorentina, I, Firenze 1747, pp. LVI, LXIX; Cl. Petri Antonii Michelii catalogus plantarum horti Caesarei Florentini opus post…, Firenze 1748, pp. LI-LVII; F. A. Zaccaria, Storia letter. d'Italia..., I, Venezia 1753, pp. 113-115; A. M. Bandini, Commentariorum de vita et scriptis IoannisBapt. Doni…, Firenze 1755, p. XCVII n. 3; Catal. cronologico de' canonici della chiesa metropolitana fiorentina compilato l'anno 1751 da SalvinoSalvini…, Firenze 1782, pp. 156, 177; G. Prezziner, Storia del pubblico Studio e delle societàscientif. e letter. di Firenze..., II, Firenze 1810, pp. 172 s.; Atti della Società Colombaria di Firenze dall'anno 1856 al 1890 col ruolo generaledei soci dalla sua fondazione, Firenze 1893, pp. XIX s.; Atti della Società Colombaria di Firenzedell'anno 1912-1913, Firenze 1919 p. 59; U. Dorini, La Società Colombaria..., Firenze 1935, passim;P.Litta, Le fam. cel. ital., s. v. Capponi, tav. IX; V. Spreti, Enc. stor. nobil. italiana, II, p. 293.