GIOVANNI VI di Braganza, re di Portogallo
Nato a Lisbona il 13 maggio 1769, morto ivi il 10 marzo 1826. Avviato al governo già da principe (1792) a causa della pazzia di sua madre, Maria I, fu reggente dal 1799. Coadiuvato dal suo intendente di polizia, Pina Manique, perseguitò i liberali. Allorché Francia e Spagna dichiararono guerra all'Inghilterra, il reggente rifiutò di entrare nella coalizione: anzi, rispettando la vecchia alleanza con la nazione britannica, inviò una squadra portoghese a raggiungere quella di Nelson (1798); per questo un esercito spagnolo invase il Portogallo, impossessandosi della piazzaforte di Olivença (1801). Napoleone non perdonò l'offesa, e col trattato di Fontainebleau divise il Portogallo in tre piccoli stati destinati l'uno al principe di Paz, Manuel Godoy, l'altro al re d'Etruria, e il terzo alla Francia. Il generale francese Junot invase il Portogallo ed entrò a Lisbona (30 novembre 1807). La vigilia il principe si era imbarcato per il Brasile con la regina. Frattanto Inglesi e Portoghesi proseguivano la lotta contro la Francia; una seconda invasione, nel 1809, sotto il comando di Soult, fu respinta dal generale inglese Beresford; una terza nel 1810 sotto il comando di Massena fu trattenuta dalle formidabili linee di Torres Vedras, organizzate e concepite dal Wellesley. Morta nel 1816 la regina Maria I, il principe fu acclamato a Rio de Janeiro con il titolo di re del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve.
Ma Beresford continuava a dominare il Portogallo; un gruppo di patrioti liberali tentarono una rivoluzione: ma i capi del movimento, fra i quali il generale Freire de Andrade, furono giustiziati (1817). Nel 1820 scoppiava una nuova rivolta: un governo provvisorio convocò le Cortes costituenti; G. VI, ancora in Brasile, dovette accettare il regime costituzionale, e, tornato in Portogallo, giurò la costituzione del 1822. Nel settembre del 1822 alcune provincie del Brasile, dichiaratesi indipendenti, proclamarono imperatore del Brasile il principe Pedro, figlio primogenito di G., che aveva capitanato la rivolta. Nel 1824 in Portogallo il secondogenito del re, Michele, d'idee assolutiste, volle costringere G. ad abdicare; il re dovette rifugiarsi a bordo di una nave inglese, dove Michele ebbe ordine di presentarsi, fu dimesso dalla carica di comandante in capo dell'esercito, ed espulso dal regno.