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Verga, Giovanni

di Silvia Zoppi Garampi - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Verga, Giovanni

Silvia Zoppi Garampi

Il maestro del verismo

Un’amara visione del mondo ispira le opere di Giovanni Verga, il maggiore esponente del verismo, un movimento letterario nato nella seconda metà del 19° secolo. Con la propria rappresentazione della realtà, lo scrittore mostra, nelle novelle e nei romanzi, come il mito del progresso sia destinato a rivelarsi un’illusione. Lo stile e il linguaggio di Verga hanno rinnovato la narrativa italiana

Una vocazione precoce

Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840 in una famiglia di proprietari terrieri. Già prima del 1860, anno in cui appoggia la campagna di Garibaldi in Sicilia, inizia a scrivere romanzi. A venticinque anni si trasferisce a Firenze, allora capitale, e poi a Milano, dove conosce intellettuali e letterati; qui si avvicina alla scapigliatura, movimento letterario d’avanguardia che si era diffuso nell’Italia settentrionale nella seconda metà del 19° secolo. Tra il 1871 e il 1874, con i primi romanzi (Eva e Tigre reale) e le prime novelle (Nedda), si afferma come autore di successo, esprimendo la preferenza per temi legati ai diversi ambienti sociali del nostro paese e il gusto per una scrittura asciutta e comunicativa. In alcune lettere agli amici, Verga dichiara di ammirare i romanzieri francesi contemporanei che nelle loro opere raffigurano la realtà in maniera impersonale, quasi come se la fotografassero. Egli si riferiva ai naturalisti (naturalismo), dei quali il maggior rappresentante era Émile Zola. Tuttavia, tra il 1878 e il 1881, elabora un progetto che si allontana dalle esperienze precedenti; egli vuole osservare attentamente il mondo circostante, capire i desideri degli uomini, ascoltare come essi parlano e successivamente trasferire nei romanzi la propria interpretazione, la propria visione della società contemporanea.

I Malavoglia

Nel 1881 pubblica I Malavoglia, in cui narra le sfortunate vicende di una famiglia di pescatori di Aci Trezza, paese in provincia di Catania. È il primo libro di un ciclo intitolato I vinti, che prevedeva la stesura di cinque romanzi: in essi Verga voleva rappresentare l’avidità degli uomini, la loro voglia di migliorare socialmente ed economicamente, la loro battaglia per conquistare quella che l’autore chiama la «roba». È una brama incessante che accomuna tutti, poveri e ricchi. Solamente due dei libri immaginati, però, vengono portati a compimento.

I Malavoglia, soprannome della famiglia Toscano, in poco tempo vedono affondare la loro barca, fonte di guadagno e di sussistenza, e sono costretti, per pagare i debiti, alla vendita della «casa del nespolo». A questi episodi iniziali Verga ne fa seguire altri, tristissimi, che raffigurano lo scontro crudele tra i desideri umani e la loro mancata realizzazione. I Malavoglia, però, portano sulla scena anche il panorama storico di una società meridionale che alla fine del 19° secolo, avverte gli echi del progresso europeo e tuttavia si rivela impreparata a esserne partecipe.

In questa opera Verga perfeziona la tecnica narrativa sperimentata precedentemente, caratterizzata dall’uso del discorso indiretto libero, che permette di inserire nel racconto le voci e i punti di vista dei personaggi. In questo modo è la famiglia dei Malavoglia e sono gli abitanti di Aci Trezza a prestare all’autore le loro parole semplici e la loro grammatica elementare.

Mastro-don Gesualdo

Nel secondo romanzo del ciclo dei Vinti, pubblicato nel 1889, Verga dimostra come sia impossibile, in una società priva di autentici valori morali, prevedere un miglioramento delle condizioni umane.

Ambientato nella provincia siciliana durante il Risorgimento, Mastro-don Gesualdo è l’opera in cui il progetto di rappresentare l’avidità degli uomini appare più felicemente risolto.

Il manovale Gesualdo, spinto solamente da un’ambizione smodata, dopo aver accumulato un consistente patrimonio col duro lavoro, riesce a sposare una ;nobile decaduta. Ma Gesualdo, nonostante sia diventato un uomo ricco – infatti nel corso del romanzo il suo appellativo cambia da mastro in don –, agli occhi del mondo rimarrà sempre un popolano e come tale verrà trattato sino alla fine dei suoi giorni.

Rispetto allo stile corale dei Malavoglia, in questa opera ci troviamo guidati da un narratore che con distacco raffigura luoghi e paesaggi lividi e desolati, premonitori della miseria umana che i personaggi del Mastro-don Gesualdo rappresentano.

Nel 1893 Verga torna definitivamente a Catania dove continua l’attività di scrittore fino alla morte, avvenuta nel 1922.

Vedi anche
verismo letteratura Tendenza letteraria italiana, corrispondente al naturalismo (➔) francese. Il verismo nasce nel secondo Ottocento, quando l’aspetto del romanticismo che tendeva alla parola-musica si era ridotto a generico sentimentalismo; contro di esso il romanticismo stesso reagì puntando sull’altro suo ... Giovanni Vérga Vérga, Giovanni. - Scrittore (Catania 1840 - ivi 1922). Autore di novelle e romanzi, il cui stile e linguaggio hanno rinnovato profondamente la narrativa italiana, Verga, Giovanni è considerato il più autorevole esponente del verismo. Raggiunse la notorietà con alcuni romanzi, Eva e Tigre reale (1873) ... Aci Trezza Località della prov. di Catania, nel comune di Aci Castello. G. Verga vi ambientò il romanzo I Malavoglia. novella Breve narrazione, per lo più in prosa, di un fatto, sia esso storico, reale, o del tutto immaginario. Oltre che per la brevità, la novella si caratterizza in origine per lo stretto legame con la narrazione orale e per la tendenza a una rappresentazione vivida e concreta; anche quando ha per tema avvenimenti ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Letteratura
Tag
  • SCAPIGLIATURA
  • RISORGIMENTO
  • TIGRE REALE
  • AVANGUARDIA
  • NATURALISTI
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    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 98 (2020)
    Carla Riccardi – Nacque a Catania il 2 settembre 1840, da Giovanni Battista, proprietario terriero di Vizzini con ascendenze nobiliari e tradizioni liberali (il padre era stato carbonaro e deputato al Parlamento siciliano del 1812), e da Caterina Di Mauro. La sua formazione scolastica avvenne sui classici ...
  • Verga, Giovanni
    Enciclopedia dell'Italiano (2011)
    Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, trascorse alcuni periodi della sua vita, legati a esperienze letterarie diverse, a Firenze, a Milano e poi a Roma, e morì nel 1922. La sua attività letteraria si colloca alla svolta tra naturalismo e decadentismo, come traspare anche dalle scelte di lingua e ...
  • VERGA, Giovanni
    Enciclopedia Italiana (1937)
    Attilio Momigliano Novelliere e romanziere, nato il 31 agosto 1840 a Catania, ivi morto il 27 gennaio 1922. A Catania ebbe come maestro un verseggiatore byroniano e montiano, Antonino Abate. Risentì di questa educazione nel suo primo romanzo edito, I Carbonari della montagna (Catania 1861-62), racconto ...
Vocabolario
verghiano
verghiano agg. – Dello scrittore catanese Giovanni Verga (1840-1922): l’opera v., i romanzi v., le novelle v.; il verismo verghiano.
vérga
verga vérga s. f. [lat. vĭrga]. – 1. a. ant. o letter. Ramo non grosso; ramo secondario: umil colle ..., Ove ’l gran lauro fu picciola verga (Petrarca). b. Bacchetta, bastone lungo e sottile: le verghe dei littori; fustigare, fustigazione...
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