RAIMONDI, Giovanni Timoleone
RAIMONDI, Giovanni Timoleone. – Nacque a Milano il 5 maggio 1827 da Enrico, pasticcere, e da Rebecca Dell’Acqua.
Ultimo di nove figli, battezzato e cresimato nel duomo della città, svolse gli studi, dal ginnasio alla teologia, presso il seminario di Milano. La famiglia condivideva lo spirito risorgimentale e Raimondi partecipò alle Cinque giornate del 1848. Fu ordinato sacerdote il 25 maggio 1850 e il 7 ottobre entrò nel neocostituito istituto per le missioni estere di Milano (oggi Pontificio istituto missioni estere), fondato il 31 luglio di quello stesso anno da Angelo Ramazzotti.
Gli entusiasti missionari di Milano scelsero la missione più lontana e difficile: le isole di Rook (oggi Umboi) e Woodlark, nell’arcipelago della Melanesia, fuori da ogni rotta strategica e commerciale. Raimondi e compagni erano spinti dall’idealismo missionario dell’epoca: solcare i mari, vivere tra popoli sconosciuti, affrontare pericoli e fatiche di ogni genere per la salvezza delle anime, fino al martirio.
Raimondi partì il 16 marzo 1852 con sei compagni: dopo le soste a Lione, Parigi e Londra, raggiunsero Sydney a bordo della nave Il tartaro. L’8 ottobre 1852 raggiunse Woodlark a bordo della Jeune Lucie con il compagno Carlo Salerio, valente missionario e antropologo.
Dopo tre anni di inutili sforzi i missionari, stremati (uno di loro era già morto), ripararono a Sydney. Solo due conservarono le forze e vissero a lungo: l’intraprendente Angelo Ambrosoli, che si fermò a Sydney, e Raimondi. Quest’ultimo, che eccelleva per spirito di avventura, pochi mesi dopo tornò nelle isole alla ricerca dello scomparso Giovanni Mazzucconi. Grazie alla testimonianza di Puarer, un indigeno di Woodlark, Raimondi ricostruì le vicende del massacro del Gazelle, il veliero su cui Mazzucconi era stato ucciso con i membri dell’equipaggio.
A Sydney i missionari incontrarono Carlos Cuarteron, capitano, liberatore di schiavi e missionario: un autentico avventuriero del XIX secolo. Secondo Cuarteron i missionari di Milano dovevano tornare nelle loro isole creando una base a Singapore e a Hong Kong. Nell’agosto del 1856 Raimondi, con il capo spedizione Paolo Reina, lasciò Sydney per Manila, si riunì con Cuarteron e insieme sostarono per lunghi periodi a Labuan (Borneo), Brunei e Singapore. Qui i missionari di Milano trovarono nuovi ordini dai superiori di Milano: la loro destinazione finale era Hong Kong, dove Raimondi sbarcò il 15 maggio 1858.
La missione di Hong Kong era guidata dal sacerdote veronese Luigi Ambrosi, a cui sarebbe dovuto succedere Reina. Ma entrambi, stremati dalle malattie, morirono negli anni successivi.
Raimondi visitò in lungo e largo, a piedi e in barca, l’entroterra cinese appartenente alla missione di Hong Kong. Nel 1859 tornò a Manila per raccogliere fondi, nel 1861-62 si recò in Francia e in Italia per trattare dello sviluppo della missione. Nel 1868 fu nominato prefetto della missione di Hong Kong e procuratore della S. Sede per l’intera Cina. In tale veste, nel 1870, visitò la Cina in vista del Concilio Vaticano I: un’impresa epica per la quantità di spostamenti e di disagi. Nel 1871-72 si recò due volte a Singapore per ottenere personale per l’istruzione cattolica a Hong Kong.
Partì di nuovo per l’Europa nel 1873 e per due anni visitò diversi Paesi. Il 17 novembre 1874 la missione di Hong Kong fu estesa ed elevata a vicariato apostolico, con Raimondi primo vicario, consacrato vescovo a Roma il 22 novembre. Il vicariato includeva tre ampi distretti della provincia di Guangdong, in territorio cinese.
In Europa cercò di dare soluzione al problema dell’educazione cattolica di Hong Kong. A Parigi convinse i riluttanti religiosi di La Salle a prendersi cura del collegio di S. Giuseppe, a tutt’oggi una delle scuole più prestigiose della città cinese. A Torino incontrò Giovanni Bosco, fondatore dei salesiani. Il progetto di aprire una scuola non fu realizzato a causa dell’opposizione del direttore dell’Istituto per le missioni estere di Milano, Giuseppe Marinoni. In Germania, Raimondi conobbe il missionario Arnold Janssen, incoraggiandolo a fondare un istituto tedesco. L’incontro portò alla nascita della Società del Verbo Divino, che ebbe un ruolo importante nella storia dell’educazione cattolica in Cina.
Il vescovo Raimondi rafforzò l’evangelizzazione dei missionari itineranti e le opere a favore dei bisognosi. Visitava frequentemente i villaggi del suo vicariato, anche i più remoti. Nel 1871 accompagnò nei territori cinesi Joseph Alexander conte di Hübner, che stava concludendo il suo viaggio intorno al mondo, garantendogli condizioni di sicurezza (Hübner, 1873, p. 384).
La priorità di Raimondi fu l’istruzione dei giovani che, grazie alle suore canossiane invitate dall’Italia, fu offerta anche alle donne. Dal 1871 egli si oppose duramente alla politica dell’educazione secolare. Il conflitto venne risolto dal governatore John Pope Hennessy, il quale concesse libertà alle scuole cattoliche. Nel 1877 il vescovo fondò il Catholic register, il primo giornale cattolico di Hong Kong.
Raimondi fu acceso avversario del protettorato francese e delle interferenze straniere nella missione cattolica. Nel 1882 invitò Hennessy a mediare un negoziato tra la S. Sede e Pechino (Archivio generale del Pontificio istituto missioni estere, Archivio missioni estere, 100, 07, 504; Cattaneo, 2002, pp. 415-418).
Nel 1881 partì di nuovo, recandosi in Australia, nelle Filippine, in Giappone e in America (Stati Uniti, Canada, Messico, Panama e Perù), per raccogliere i fondi necessari allo sviluppo del vicariato. Nel dicembre del 1883 posò la prima pietra della cattedrale gotica dell’Immacolata Concezione, un’impresa che mostrò le sue doti imprenditoriali. Nel 1886 partì ancora per l’Australia e l’America centromeridionale. Nel 1891 partecipò, a Shanghai, al Congresso dei missionari protestanti (appunti in Archivio generale del Pontificio istituto missioni estere, Archivio missioni estere, 17, 801-878).
Raimondi aveva, nelle parole dello stesso Marinoni, un carattere «duro e sprezzante» (Archivio generale del Pontificio istituto missioni estere, Archivio missioni estere, 07, 221-223; Colombo, 2005, pp. 385-387), ma fu scelto a capo della missione di Hong Kong per le sue qualità organizzative. Fu intraprendente e lungimirante: di fronte a un problema ne vedeva subito la soluzione e l’attuava con una determinazione fuori del comune. Aveva trovato una missione modesta: con il suo impegno instancabile lasciò un vicariato apostolico in piena espansione, con solide basi finanziarie, religiose ed educative. Valenti collaboratori completavano quello che lui iniziava, in particolare il suo fedele vicario, Giuseppe Burghignoli. Raimondi ambiva all’eccellenza e non tollerava mezze misure, dissensi, debolezze o errori. I preti cinesi, i missionari e le suore erano per lui come soldati da dirigere. Alcuni di loro ne ebbero a soffrire, e scrissero lettere di protesta ai superiori. Visse appieno lo spirito romantico e avventuroso dell’Ottocento, sempre in viaggio tra un Paese e l’altro, in tutti i continenti. Fece conoscere Hong Kong al mondo e acquisì una vastissima conoscenza del pianeta. Di grande interesse fu l’incontro, in Perù, tra Raimondi e il fratello Antonio (nel 1882 e forse anche qualche anno dopo), importantissimo esploratore e naturalista (Archivio generale del Pontificio istituto missioni estere, Archivio missioni estere, 100, 07, 751, lettera di Antonio al fratello, 20 agosto 1866).
Morì per «affanno», a 67 anni, il 27 settembre 1894 a Hong Kong, provato dai viaggi, dall’attività frenetica e dall’emicrania (Archivio generale del Pontificio istituto missioni estere, Archivio missioni estere, 100, 07, 001). Tutta la città rese un solenne tributo al vescovo-missionario di Milano che contribuì in modo fondamentale alla crescita di Hong Kong. Alla sua morte le istituzioni educative cattoliche erano 38, considerate tra le migliori della colonia. Al vescovo educatore è intitolato il Raimondi College nel centro della città. Fu sepolto nel cimitero di Happy Valley e dal 2008 i resti riposano nella cattedrale che lui stesso aveva fatto costruire.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio generale del Pontificio istituto missioni estere, Archivio missioni estere, cartt. 3, 11, 03, 16 e 17 (contengono 538 lettere e 580 pagine di appunti suddivisi in quattro temi); cart. XXIV (contiene 65 documenti, incluse 46 lettere a Propaganda Fide e superiori di Milano); titolo 100, n. 07 (contiene vari documenti personali, la scheda d’archivio e il manoscritto Osservazioni circa la Chiesa Cattolica in Cina). L’archivio conserva 14 testi a stampa di cui Raimondi è autore o coautore (lettere pubblicate in riviste, opuscoli e lettere pastorali). Circa 15 lettere sono state pubblicate dalla rivista Missioni cattoliche di Milano. Hong Kong, Archivio diocesano cattolico, sezione II, scatole 5 e 6 (contengono i tre decreti di nomina e nove documenti personali; facoltà date e ricevute documenti; 18 lettere e circolari pastorali; 380 lettere al papa, a Propaganda Fide, a Giuseppe Burghignoli, al governo coloniale, all’arcivescovo di Canton, legazioni francese e italiana a Canton e altri; sedici testi di appunti sull’evangelizzazione, sul protettorato francese e su altri argomenti).
G. Scurati, Hong Kong, 1866 (stampato, Archivio generale del Pontificio istituto missioni estere, Archivio missioni estere); J.A. Hübner, Promenade autour du monde (1871), II, Paris 1873, pp. 382-387; E. Teruzzi, Breve storia del Vicariato Apostolico di Hong Kong, Hong Kong 1921 (stampato, Hong Kong, Archivio diocesano cattolico, I, 22); G. Brambilla, Il Pontificio Istituto delle missioni estere e le sue missioni, V, Hong Kong, Milano 1942; G.B. Tragella, Le missioni estere di Milano nel quadro degli avvenimenti contemporanei, I-III, Milano 1950-1963, passim; T. Ryan, The story of a hundred years. The Pontifical Institute of foreign missions in Hong Kong, 1858-1958, Hong Kong 1958, passim; P. Livagra, Education in Hong Kong, 1858-1894. Bishop Timoleone Raimondi’s epoch, Hong Kong 1994; S. Ticozzi, Historical documents of the Hong Kong Catholic Church, Hong Kong 1997; L. Ha, The foundation of the catholic mission in Hong Kong, 1841-1894, Hong Kong 1998; C. Cattaneo, La ‘Missione Giulianelli’ e le ‘Osservazioni’ di Mons. Timoleone Raimondi. Due tentativi per superare i nazionalismi, in La Scuola cattolica, CXXX (2002), pp. 395-418; D. Colombo, Padre e Guida di missionari. Lettere di Mons. Giuseppe Marinoni, primo direttore del PIME 1850-1891, Bologna 2005, passim; G. Criveller, From Milan to Hong Kong, Hong Kong 2008.