TESTORI, Giovanni
Narratore, drammaturgo e pittore, nato il 12 maggio 1923 a Novate Milanese. Si è laureato in filosofia presso l'università Cattolica di Milano e si è dedicato alla pittura e alla critica d'arte; svolge intensa attività di corsivista politico-morale e di critico d'arte sul Corriere della sera.
T. esordisce nel campo teatrale con due atti unici, La morte; Un quadro (1943), per passare poi alla narrativa con Il dio di Roserio (1954; poi ristampato, in una nuova stesura, in Il ponte della Ghisolfa, 1958). In questo primo libro è già evidente la volontà di rompere con le strutture narrative del neorealismo in favore di una personale ricerca di un nuovo realismo perseguito attraverso l'incontrollata utilizzazione del gergo, fortemente attenuato poi nella seconda redazione, che viene impiegato come veicolo di un monologo interiore trasferito al livello di analisi di un personaggio del sottoproletariato. Allo stesso ambiente T. ritorna con i racconti di Il ponte della Ghisolfa (1958) e di La Gilda del Mac Mahon (1959) e con il romanzo Il fabbricone (1961), rispettivamente indicati come primo, secondo e quinto volume di un ciclo dal titolo I segreti di Milano, ideato dallo scrittore come rappresentazione complessiva della periferia milanese. Il recupero di una tecnica narrativa ampiamente collaudata dal romanzo naturalista ottocentesco, come anche di una tematica dominata da un'accentuazione del patetico, appare un dato costante di questa narrativa in cui la rottura con il neorealismo rimane affidata unicamente all'esasperazione iperbolica della materia, attenuandosi invece, fino alla normalizzazione, l'impiego del dialetto e del gergo.
Successivamente T. raccoglieva in un volume, Il Brianza e altri racconti (1962), nove racconti di Il ponte della Ghisolfa e nove di La Gilda del Mac Mahon. Al teatro lo scrittore ritornava con la terza e la quarta parte di I segreti di Milano, La Maria Brasca (1960) e L'Arialda (1960), in cui ancora una volta era riproposto l'ambiente proletario milanese sconvolto dalla cieca violenza di passioni e di situazioni sociali esasperate. La problematica della crisi e dell'impossibilità di realizzare i valori individuali in un mondo degradato, già avvertibile in L'Arialda, si accentua nei suoi risvolti spiritualistici nel dramma La Monaca di Monza (1967), nel monologo drammatico Erodiade (1969), nell'Amleto (1972), in Machbeth (1974), e infine in Edipus (1977) che completa la trilogia teatrale iniziata con Amleto. In questi ultimi lavori T. tenta di realizzare l'ipotesi, sostenuta anche al livello teorico nel saggio Il ventre del Teatro (in Paragone, 1968, n. 20), di un teatro sottratto alla rappresentazione e restituito alla funzione di un rito, e cioè di una forma di comunicazione diretta adibita a trasmettere la verità della condizione umana.
Parallela all'attività teatrale si sviluppa l'opera in versi di T. iniziata con I trionfi (1965) e proseguita con Crocifissione (1966) e Nel tuo sangue (1973), in cui un'intensa e torbida problematica religiosa si cala in una costruzione ritmica densa di riferimenti colti, per proseguire, in forme più piane e pacate, con L'amore (1968) e Per sempre (1970). In Conversazioni con la morte (1979) si accentua la caratteristica di strenua ricerca sul tema del sacro che aveva ispirato le precedenti raccolte in versi; ricerca che perviene a Interrogatorio a Maria (1979), una sorta di sofferta orazione in forma di dramma corale, una tappa ulteriore. L'ultimo romanzo di T., Passio letitiae et felicitatis (1975), trasferisce in una struttura narrativa l'accesa e tormentata materia degli ultimi drammi e di I trionfi, recuperando il plurilinguismo già sperimentato nell'Amleto, con un impasto di italiano arcaico, di latino, di vocaboli medievali longobardi fusi in un ritmo spesso modellato su cadenze liturgiche.
Bibl.: G. Mariani, La giovane narrativa italiana tra documento e poesia, Firenze 1962; R. Barilli, La barriera del naturalismo, Milano 1964; A. Guglielmi, Vero e falso, ivi 1968; E. Ghidetti, G. Testori, in I Contemporanei, VI, ivi 1974; C. Bo, Interventi sulla narrativa italiana contemporanea (1972-75), Treviso 1976, pp. 32-33; G. Gramigna, Interventi, cit., pp. 57-61, 90-101.