SEMERIA, Giovanni
Nato a Coldirodi, provincia d'Imperia, il 26 settembre 1867, studiò al collegio Vida a Cremona tenuto dai gesuiti e in quello dei barnabiti a Moncalieri; a quindici anni entrò nel noviziato di questi ultimi a Monza, studiò filosofia e teologia all'Apollinare in Roma e vi fu ordinato sacerdote. Si laureò in lettere all'università di Roma nel 1892, in filosofia in quella di Torino nel 1897. Il primo quaresimale, tenuto a San Lorenzo in Damaso a Roma, nel 1897, lo mise in gran luce. Visse a lungo nel collegio Vittorino da Feltre a Genova con i giovani, per i quali scrisse i primi libri; contemporaneamente salì i pulpiti più celebri d'Italia, lasciando dappertutto fama di oratore e conferenziere brillantissimo. Durante il modernismo fu acremente sospettato e accusato di parteciparvi; i suoi superiori nel settembre del 1912 lo inviarono a Bruxelles. Allo scoppio della guerra mondiale era in Svizzera; per un semestre dal 1914 al 1915 lesse Dante all'università di Losanna e si occupò della colonia italiana a Ginevra. Entrata in guerra l'Italia, egli chiese d'essere cappellano militare e il 13 giugno era cappellano del Comando supremo, a Udine: dove non restava che il tempo della messa domenicale, perché in giro di continuo nelle retrovie e nelle trincee. Sulla fine del 1915, per curarsi d'un grave esaurimento nervoso, andò in Svizzera; ma poco dopo tornò a Udine. Conosciuto don Giovanni Minozzi, che aveva fondato la Casa del soldato al fronte, con lui si dedicò dopo la guerra all'assistenza degli orfani di guerra, fondò con lui l'opera nazionale per il Mezzogiorno d'Italia. Morì in un orfanotrofio da lui fondato a Sparanise (Caserta) il 15 marzo 1931. L'Opera, eretta in ente morale, educa più di mille orfani in 14 orfanotrofî, ne assiste più di 6000 in 60 asili infantili con annessi laboratorî e in 20 colonie alpine e marine estive. Oratore sacro che sapeva soggiogare qualsiasi uditorio lo ascoltasse, il S. per un certo tempo prese parte attiva anche al movimento d'idee religiose, che poi abbandonò per darsi interamente all'apostolato.
Fu uno degli uomini pubblici più in vista del cattolicismo italiano nel sec. XX.
Scritti: Fra le molte opere del S. citiamo le principali: Venticinque anni di storia del cristianesimo nascente, Roma 1900; Il primo sangue cristiano, ivi 1901; Dogma, gerarchia e culto nella Chiesa primitiva, ivi 1902, che narrano la storia del cristianesimo sino a tutto il sec. II; Scienza e fede e il loro preteso conflitto, ivi 1903, disamina delle maggiori correnti del pensiero moderno; Pei sentieri fiori dell'arte, ivi 1906, conferenze letterarie; Le vie della fede, ivi 1903, conferenze apologetiche; L'eredità del secolo, ivi 1900, studî sociali; Il pensiero di S. Paolo nell'Epistola ai Romani, ivi 1903, analisi dogmatica e morale; Il cristianesimo di Severino Boezio, ivi 1900, rivendicazione del suo cristianesimo; Idealità buone, ivi 1904; La messa nella sua storia e nei suoi simboli, ivi 1904. Collaborò alle maggiori riviste del tempo, sempre su temi di scienze religiose. Dopo la guerra pubblicò, a scopi di carità, conferenze varie e ricordi della sua vita: Poesia divina: Inni della Chiesa, Roma 1907 (2ª ed. d'un libro già edito a Milano nel 1903); I miei ricordi oratorii, ivi 1927, seguito poi da I miei tempi, ivi 1929; I miei quattro papi, Milano 1931, di cui il vol. II uscì postumo nel 1932; Memorie di guerra; Nuove memorie di guerra; Quel cuore che ha tanto amato gli uomini; e varî opuscoli. Altre opere - particolarmente serie di predicazioni - escono ora postume; citiamo: La morale e le morali, Firenze 1935. Ma già egli ne aveva raccolte varie in volume: p. es., Nuptialia christiana, Milano 1901; e molte in opuscoli a parte. L'elenco completo delle sue opere, non esclusi gli articoli di giornali, è in G. Boffito, Scrittori Barnabiti, III, Firenze 1934, pp. 477-513.
Bibl.: E. Vercesi, P. Semeria servo degli 0rfani, Amatrice 1932.