Architetto e pittore (Praga 1667 - ivi 1723), di lontana origine italiana (i suoi antenati erano emigrati in Boemia come scalpellini e vi si erano stabiliti da tre generazioni). Accanto a K. I. Dientzenhofer, è il più notevole architetto del tardo barocco boemo. La sua formazione col padre, collaboratore di G. B. Mathey, e con il pittore Ch. Schröder, fu completata da soggiorni in Italia, Olanda e Inghilterra. Lavorò prevalentemente per ordini monastici, accordando l'entusiasmo patriottico boemo per il grande passato medievale del paese con una profonda conoscenza del tardo gotico anche italiano e inglese (i cui elementi, tuttavia, sono ripresi nelle sue opere con connotazioni plastiche e pittoriche più che strutturali) e del barocco, nelle particolari espressioni di F. Borromini e G. Guarini. La ricerca di nuove spazialità lo avvicina anche agli architetti contemporanei, in particolare D. Fischer von Erlach. I suoi progetti per le chiese dei conventi cisterciense di Sedlec (1703), benedettino di Kladruby (1712-26), premostratense di Želiv (1712-20) sono tutti caratterizzati da una forte ispirazione medievale. Nella chiesa santuario di S. Giovanni Nepomuceno (1721-29) di Žd´ár nad Sázavou, il riferimento al gotico si esprime in una stilizzazione libera, audace ed elegante, e con un uso sottile dei simboli (la stella, ecc.); mentre completamente barocca è l'originale concezione di tre spazî ellittici sormontati da cupola senza tamburo nella chiesa di Rajhrad. In ambito civile ricordiamo i suoi progetti per i palazzi Morzin (1713-14) e Kolowrat (poi Thun-Hohenstein, 1716-25), a Praga, e per il castello Karlová Koruna (1721-23).