SANSONE, Giovanni.
– Nacque a Porto Empedocle (Agrigento) il 24 maggio 1888, da Giuseppe, fuochista, e da Carmela Lifonti.
Compì gli studi superiori a Palermo presso la sezione fisico-matematica dell’istituto tecnico Parlatore. Fu allievo della Scuola normale di Pisa e della Regia Università di Pisa dal 1906 al 1910, anno in cui conseguì la laurea in matematica con il massimo dei punti e la lode, sotto la direzione di Luigi Bianchi.
Fu assistente alle cattedre di algebra e geometria analitica presso l’Università di Pisa dal 1° novembre 1911 al 31 dicembre 1912. Nel 1913 vinse un concorso per l’insegnamento della matematica presso l’istituto tecnico Galilei di Firenze, dove prestò servizio dal 1° dicembre 1913 al 31 dicembre 1926, entrando nel ruolo d’onore dei professori nel 1923. Dal 15 marzo 1915 al 19 febbraio 1919 interruppe il servizio di insegnante perché richiamato alle armi per mobilitazione. Partecipò alle campagne di guerra 1915-18 e fu insignito della croce di guerra al merito della 3a armata e nel 1916 ottenne con lode il diploma di perfezionamento presso la Scuola normale. Nel 1924 fu abilitato alla libera docenza in analisi algebrica e infinitesimale.
Il 1° gennaio 1927 fu nominato professore straordinario di analisi algebrica presso l’Università di Firenze e fu promosso ordinario dal 1° gennaio 1930. Fu collocato fuori ruolo il 1° novembre 1958 e collocato a riposo, per raggiunti limiti d’età, dal 1° novembre 1963. Per trentun anni tenne tre corsi presso l’ateneo fiorentino: analisi algebrica, analisi infinitesimale e analisi superiore. Fu nominato professore emerito il 13 gennaio 1964 e il ruolo gli permise di tenere un corso universitario, dedicato principalmente alla teoria dei numeri, fino ai suoi ultimi giorni, frequentato da centinaia di studenti. Dal 1947 al 1949 insegnò anche presso la Scuola normale.
L’attività scientifica di Giovanni Sansone si dispiegò per un periodo di tempo molto ampio e toccò diversi campi di ricerca. Pubblicò oltre centotrenta lavori scientifici e numerose monografie e trattati, alcuni tradotti in più lingue, che gli valsero fama internazionale, contribuendo alla formazione di una fitta schiera di ricercatori in tutto il mondo, tra i quali Roberto Conti, Enrico Magenes, Carlo Pucci e Giovanni Ricci. I temi di ricerca da lui prediletti si possono dividere in due filoni principali. Il primo, relativo a questioni di carattere aritmetico, algebrico e geometrico, trasse ispirazione dalla figura e dall’opera di Bianchi; il secondo, di carattere più analitico, relativo alle proprietà di classi di funzioni speciali e alle equazioni differenziali ordinarie, lineari e non lineari, fu ispirato da Ulisse Dini, l’altro grande maestro con cui venne a contatto durante i suoi studi alla Scuola normale. Il passaggio dalla prima alla seconda fase della sua ricerca, durante cui però non abbandonò mai completamente gli iniziali interessi algebrici e aritmetici, si può fissare intorno al 1930, quando ottenne la promozione a professore ordinario.
I suoi contributi principali possono essere raggruppati, per brevità, in base ai diversi argomenti trattati. In particolare: 1) Gruppi discreti. Studiò le condizioni aritmetiche che definiscono i sottogruppi discreti del gruppo di Klein delle isometrie dello spazio iperbolico corrispondenti a tassellazioni in poliedri iperbolici di diverso tipo: regolari, archimedei, polari degli archimedei, piramidi e piramidi doppie. 2) Teoria dei numeri. Il suo interesse per la teoria dei numeri fu stimolato dall’amicizia con Michele Cipolla. Fornì le formule risolutive per le ‘soluzioni apiristiche’, cioè prive di riferimento a elementi da determinare per tentativi, delle congruenze di terzo e quarto grado rispetto a un modulo primo qualsiasi e fornì una condizione necessaria e sufficiente per l’esistenza di unità di norma negativa in un campo quadratico. Riguardo all’aritmetica delle curve ellittiche, stabilì un notevole criterio perché un punto razionale di una cubica sia il tangenziale di un altro punto razionale e costruì una famiglia di curve ellittiche con infiniti punti razionali. 3) Geometria differenziale delle superfici. Studiò la condizione di trasformabilità per isometria di un doppio sistema ortogonale di curve in due sistemi di curve di livello, che si esprime con un’equazione differenziale del 2° ordine di tipo Ampère, e verificò che tale condizione è caratteristica delle superfici minime. 4) Funzioni speciali. Stabilì in maniera diretta i criteri di chiusura e la convergenza dei principali sistemi ortogonali di polinomi: di Legendre, Jacobi, Čebyšëv-Laguerre e Čebyšëv-Hermite. Tra il 1934 e il 1935, su incarico del Consiglio nazionale delle ricerche, curò l’edizione postuma di una monografia di Giuseppe Vitali sulle funzioni reali, facendola seguire da una seconda parte originale sulle funzioni speciali, che fu tradotta in inglese e fu molto apprezzata anche in ambito internazionale (Moderna teoria delle funzioni di variabile reale, Bologna 1935). 5) Equazioni differenziali lineari. Cominciò a interessarsi alle equazioni differenziali in una nota del 1929, dimostrando una serie di teoremi relativi alle oscillazioni e all’esistenza di autovalori per equazioni differenziali lineari ordinarie del terzo e quarto ordine. Nel 1936 stabilì un importante criterio per la stabilità asintotica delle soluzioni dell’equazione del secondo ordine x’’+a(t)x=0, suggerito ma non dimostrato dall’astronomo Giuseppe Armellini (teorema di Armellini Sansone Tonelli). 6) Equazioni differenziali non lineari. Alla fine degli anni Quaranta rivolse i propri interessi alle equazioni differenziali non lineari, cominciando con lo studio delle oscillazioni non lineari descritte dall’equazione di Liénard, ampiamente impiegata nei modelli matematici per elettronica, cardiologia, neurologia, biologia, meccanica, chimica e cosmologia. Di questa equazione Sansone determinò valutazioni asintotiche per gli integrali. Contribuì poi significativamente allo studio, anche in collaborazione con altri, in particolare Roberto Conti, di molte altre equazioni di rilevante interesse applicativo tra cui: l’equazione del sincrotrone, l’equazione per la fisica nucleare di Nehari, l’equazione generalizzata di Lerner e l’equazione di Nagumo-Arimoto-Yoshizawa.
Il contributo forse più significativo di Sansone alla matematica fu la produzione di eccellenti trattati. Tra i più notevoli, oltre a quello già ricordato sulle funzioni speciali, da ricordare l’opera in due volumi, Equazioni differenziali nel campo reale (Bologna 1941) ed Equazioni differenziali non lineari (Roma 1956), scritta in collaborazione con Conti. Con lo stesso Conti e con Rolf Reissig pubblicò inoltre Qualitative Theorie Nichtlinearer Differentialgleichungen (Roma 1963) e Nichtlineare Differentialgleichungen höherer Ordnung (Roma 1969).
Nel 1942 vinse il premio per le matematiche della Società italiana delle Scienze, detta dei XL; nel 1957 gli fu conferita la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte dal ministero della Pubblica Istruzione; nel 1963 fu insignito del titolo di cavaliere di gran croce dell’Ordine della Repubblica italiana e nel 1964 quello di officier de l’Ordre des Palmes académiques. Fu socio corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei dal 1947 e socio nazionale dal 1953, socio dell’Accademia nazionale dei XL dal 1958. Fu anche socio di molte accademie scientifiche italiane e fu eletto membro associato dell’Accademia reale belga nel 1962.
Sansone svolse una intensa attività al servizio della comunità dei matematici italiani, favorendo in ogni modo i contatti fra le persone e la circolazione delle idee. Possedeva una mentalità giuridica non comune e uno spirito battagliero e costruttivo, che rese questa sua attività molto efficace. Fu presidente del comitato nazionale per la matematica del Consiglio nazionale delle ricerche dal 1960 al 1968, inaugurando una decisa azione di sostegno alla matematica attraverso l’istituzione di borse di studio per l’Italia e per l’estero, e un vasto programma di professori visitatori e di seminari nazionali e internazionali. Fu membro della commissione scientifica dell’Unione matematica italiana dal 1949 al 1970 e ne fu presidente dal 1953 al 1958, adoperandosi, tra l’altro, per l’istituzione del Centro matematico internazionale estivo.
Fu condirettore degli Annali di matematica pura e applicata dal 1938 e ne fu direttore dal 1962 alla morte. Istituì, nel 1950, l’istituto di matematica Ulisse Dini presso l’Università di Firenze, adoperandosi per la costituzione della sua biblioteca. A lui si deve la nascita della scuola matematica fiorentina. Accanto all’interesse per la ricerca ebbe particolare rilievo nella personalità di Sansone l’attenzione per la didattica a ogni livello. Fu presidente della Mathesis dal 1937 al 1941 e del Groupement de mathématiciens d’expression latine dal 1959 al 1962. Dal 1945 al 1958 fu membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione.
Morì a Firenze il 13 ottobre 1979.
Alla morte le sue carte sono rimaste presso la Biblioteca della facoltà di matematica dell’Università di Firenze. Secondo le sue volontà testamentarie, venne costituita a Pisa la Fondazione Emma e Giovanni Sansone, con il compito di elargire borse per lo studio della matematica. La fondazione ricorda la figura della moglie Emma Galli, nata il 14 maggio1889, sposata a Firenze il 27 dicembre 1913, e scomparsa nel 1974. La coppia non ebbe figli.
Fonti e Bibl.: Firenze, Università degli studi, Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali. Biblioteca di matematica, Fondo G. S. (http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=336084&RicProgetto=personalita, 24 settembre 2017); Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale Istruzione Universitaria, Fascicoli personali dei professori ordinari, terzo versamento (1940-1970), b. 419, f. G. S.
G. Sestini, G. S. e la sua opera. Commemorazione..., Modena 1980; R. Conti, G. S., in Bollettino Unione matematica italiana, s. 5, sez. A, 1981, vol. 18, n. 1, pp. 151-172 (con un elenco completo delle pubblicazioni scientifiche di Sansone).