SANGIORGI, Giovanni
– Nacque da Guglielmo presumibilmente agli inizi del Trecento a Bologna.
Nella città emiliana studiò diritto canonico, essendo allievo di Giovanni d’Andrea. Vi conseguì il dottorato forse nel 1320 e fu aggregato al collegio dei canonisti (Pasquali Alidosi, 1620, p. 101), ma non dovette iniziare le sue lecturae pubbliche nello Studio prima del 1338; entro il 1342 sposò Bettina di Giovanni d’Andrea, la quale, secondo una leggenda, avrebbe sostituito il padre e il marito nelle loro lecturae e dalla quale ebbe almeno due figlie, i cui nomi sono ignoti (Bartocci, 2014, p. 162). La discendenza di Sangiorgi da una famiglia insigne e il suo ingresso nel clan politico e accademico dominato da Giovanni d’Andrea favorirono la sua ascesa nella vita pubblica bolognese. Nel 1347 Giovanni si sarebbe trasferito a Padova (Ghirardacci, 1657, p. 174), ma si trattò forse di un progetto poi rientrato: il 15 luglio 1348 assistette a Bologna alla redazione del testamento di Federico di Giovanni d’Andrea (Bertram, 1991, p. 234). Tra l’ottobre del 1350 e l’aprile del 1351 fu lettore del Decretum Gratiani nello Studio di Bologna, dove il 1° novembre 1350 la signoria viscontea, subentrata al governo dei Pepoli, lo incaricò di compilare con Giovanni Calderini, Giovanni da Legnano e altri sapientes una lista dei banditi e fuoriusciti richiamati in città. Inoltre, il 25 aprile 1351 il Comune dispose che a Sangiorgi fossero risarciti i danni subiti per la compravendita di cavalli in vista di un’ambasceria che egli avrebbe dovuto compiere ad Avignone, dove non si recò per ordine del nuovo signore Giovanni Visconti (Lorenzoni, 2008, p. 324).
Forse invitato dalle autorità accademiche di Padova, alla metà del 1351 Sangiorgi vi si trasferì per insegnarvi, poiché al principio di giugno fu sostituito da Giovanni da Legnano nella lectura del Decretum a Bologna. Tra il 13 agosto 1351 e il 1° luglio 1361 è documentata lacunosamente la sua attività di docente e promotore di lauree a Padova, dove in una data ignota fu aggregato al collegio dei doctores utriusque iuris e il 5 ottobre 1355 morì sua moglie (Gloria, 1888, I, p. 312).
Edito parzialmente è il Consilium [...] super facto navigandi Alexandriam... (Curis, 1904, pp. 142-145), che Giovanni rilasciò alla Repubblica di Venezia dopo il 1° giugno 1355; Sangiorgi era così celebre che il 21 novembre 1361 l’arcivescovo di Patrasso Giovanni Acciaiuoli propose alla Repubblica di Venezia di sottoporre a lui una controversia in cui era coinvolto; nell’anno accademico 1362-63 fu inoltre lettore di diritto canonico nello Studio di Firenze (Park, 1980, p. 257), dove entrò in contatto con la cerchia degli amici di Francesco Petrarca. Dopo il 3 febbraio 1363 indirizzò da Firenze due lettere al segretario pontificio Francesco Bruni, al quale manifestò il progetto di recarsi presso di lui alla corte di Urbano V (Bartocci, 2014, pp. 161 s.).
Morì in un luogo ignoto prima del 30 dicembre 1363, poiché in questa data il muratore Giovanni da Montechiaro si obbligò a costruire un’arca o cappella per la sua anima nella cattedrale di S. Pietro a Bologna (Filippini, 1913, p. 151).
Sangiorgi ebbe fama soprattutto grazie agli scritti con cui aveva aggiornato gli apparati di glosse di Giovanni d’Andrea al Liber Sextus e alle Clementinae; pur essendo ancora diffuse all’inizio del Quattrocento, le sue Reportationes sulle Clementinae ricordate da Francesco Zabarella (Lectura super Clementinis, proemio, Roma 1477, c. 2v col. a) e le sue Apostillae alla Glossa ordinaria del Liber Sextus citate da Domenico da San Gimignano (Lectura prima super Sexto, proemio, Venezia 1476, c. 1r col. a) risultano perdute.
A Sangiorgi sono attribuiti vari testi manoscritti: Apostillae super arbore consanguinitatis et affinitatis (Belluno, Biblioteca Lolliniana, 85, cc. 95v col. a-96r col. b), Casus summarii Decretorum (Eichstätt, Universitätsbibliothek, Cod. St 508, cc. 2r col. b-20r col. b; Cambridge, Mass., Harvard Law School, 189, cc. 212r col. b-223v col. b), Reportata super Decretalibus (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Cod. 5042) e alcune quaestiones disputatae (Basilea, Universitätsbibliothek, C.X.5, cc. 243r-251v; Frankfurt am Main, Universitätsbibliothek, Barth. 7, cc. 351v col. a-352r col. a). Un consilium di Giovanni è ospitato in un codice appartenuto a Lapo da Castiglionchio il Vecchio (Londra, British Library, Arundel 497, c. 172rv); un altro reca l’adesione di Giovanni da Legnano (El Escorial, Real Biblioteca, d.II.7, cc. 8v-11v).
Sangiorgi è stato talora confuso con il politico bolognese Giovanni di Simone Sangiorgi e gli sono stati attribuiti dalla storiografia testi canonistici del cardinale Giovanni Antonio Sangiorgi (von Schulte, 1877, pp. 253, 338).
Fonti e Bibl.: G.N. Pasquali Alidosi, Li dottori bolognesi di legge canonica e civile, Bologna 1620, p. 101; C. Ghirardacci, Della historia di Bologna, a cura di A.A. Solimani, II, Bologna 1657, ad ind.; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VII, Bologna 1789, pp. 306-308; J.F. von Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts, II, Stuttgart 1877, ad ind.; A. Gloria, Monumenti della Università di Padova (1318-1405), Padova 1888, ad ind.; G. Curis, I principi del diritto internazionale in due consulti inediti di Raniero da Forlì e Giovanni di S. Giorgio, in Rivista italiana per le scienze giuridiche, XXXVII (1904), pp. 123 s., 142-145; F. Filippini, La tomba di Giovanni di S. Giorgio, in L’Archiginnasio, VIII (1913), pp. 150-156; K. Park, The readers at the Florentine Studio according to comunal fiscal records, in Rinascimento, s. 2, XX (1980), p. 257; M. Bertram, Bologneser Testamente. Zweiter Teil, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, LXXI (1991), p. 234; G. Lorenzoni, Conquistare e governare la città, Bologna 2008, pp. 95, 324, 330, 417; Dizionario biografico dei giuristi italiani, Bologna 2013, ad ind.; A. Bartocci, Tra Firenze e Avignone, in Honos alit artes, a cura di P. Maffei - G.M. Varanini, I, Firenze 2014, pp. 153-162; Autographa, I, 2, Giuristi, giudici e notai (sec. XII-XV), a cura di G. Murano, Imola 2016, pp. 93-96 (cui si rinvia per l’identificazione delle opere e altra bibliografia).