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SABBATINI, Giovanni

di Alberto Manzi - Enciclopedia Italiana (1936)
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SABBATINI, Giovanni

Alberto Manzi

Autore drammatico, nato a Modena nel 1809, morto presso Scandiano (Torino) nel 1870. Dedicatosi presto al teatro, raccolse a Modena i primi successi con Nessuno dei due la vince e Si ama chi ci illude. Buone accoglienze ebbe anche la sua "commedia cortigiana" Alessandro Tassoni alla corte di Francesco d'Este (1844), interpretata da L. Taddei. Ad essa seguirono nel 1845 due cosiddetti quadri drammatici: Bianca Capello e Piccarda Donati. Invece il suo dramma Masaniello, vietato prima dalla censura e pubblicato solo nel 1848, ebbe in principio scarso successo; ma fu ripreso più tardi trionfalmente da F. A. Bon e A. Morelli, ai quali dovette molto dell'accoglienza che ottenne. Nello stesso anno 1848 il S. dovette però riparare in Piemonte, anche perché la propaganda nazionale da lui fatta per mezzo del giornalismo gli aveva attirato persecuzioni dal governo di Modena. A Torino ebbe prima un posto di censore teatrale, poi di bibliotecario del consiglio di stato. Dalla propaganda nazionale di Masaniello passò, nei suoi scritti, a una propaganda civile e umanitaria, componendo tra altro La coscienza pubblica, in cui caldeggia l'idea della giuria nei tribunali; Pena morale e pena civile, che discute le riforme dei penitenziarî; Gli spazzacamini della Valle d'Aosta, contro la tratta dei fanciulli allora impiegati come spazzacamini. Quest'ultima opera, recitata anche dai maggiori attori italiani, ebbe molto successo per varî anni. Scrisse anche drammi di carattere filosofico. Pubblicò tre romanzi: Dietro il sipario, Diomira, Il curato di Valdineve e due volumi di Drammi storici e memorie concernenti la stoffa segreta del teatro contemporaneo (Torino 1864).

Bibl.: P. Sabbatini, Della vita e degli scritti di G. S., Modena 1898.

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