RUFFINI, Giovanni
Patriota e letterato, nato il 20 settembre 1807 a Genova, ivi morto il 3 novembre 1881: fratello di Iacopo (v.) e di Agostino (v.), figli, con parecchi altri, della marchesa Eleonora Curlo, cui fu amico devoto il Mazzini. Liberale mazziniano fin dal tempo in cui era studente nell'università, vi fu punito, ma poté conseguirvi la laurea in giurisprudenza ed esercitò l'avvocatura.
Nel 1833, come uno dei principali agenti e promotori d'una congiura contro il governo piemontese, fu condannato a morte in contumacia, e cominciò a peregrinare esule. Dopo una dimora nella Svizzera, passò in Francia: da Parigi chiese la grazia dell'amnistia a Carlo Alberto, con suppliche che il Mazzini stimò fatte, a insaputa di lui, dalla madre. Nel 1848 tornò in patria, e venne eletto deputato al parlamento per il collegio di Taggia; dal Gioberti fu inviato a Parigi, nell'ambasciata. Rieletto deputato nel 1849, diede le dimissioni insieme col Gioberti.
Riparò in Inghilterra, e là, aiutato assai per la lingua da amici inglesi, divenne scrittore di quella letteratura. Lorenzo Benoni, or passages in the life of an Italian, romanzo in parte storico e autobiografico, sulla vita ligure-piemontese di allora e sulla carboneria, uscì a Edimburgo nel 1853; Il dottor Antonio uscì, contemporaneamente, a Edimburgo e a Parigi, nel 1855. Di materia e di spiriti italiani, e vivacemente scritti, quei due romanzi (specialmente il primo, dove il cognome Benoni fu suggerito con allusione biblica dal Mazzini che vi è figurato in Fantasio) divennero quasi popolari anche in Italia, e restano un notevole documento cronistorico. Nel 1856 l'umoristica caricatura di una famiglia inglese recatasi all'Esposizione universale di Parigi piacque molto (The Paragreens on a visit to Paris). Del buono fu riconosciuto in altri lavori del R., Lavinia (1860), Vincenzo (1863), A quiet look in the Jura (1867), ecc., ma non ne accrebbero la fama. Per il Donizetti buttò giù in pochi giorni il lepido libretto Don Pasquale (1842). Sebbene egli affermasse di sé che in amore non era stato giovane mai, e di carattere fosse piuttosto pratico freddo che appassionato, nei suoi migliori romanzi la materia autobiografica, ricca di elementi sia di lui sia di suo fratello Agostino si avviò di sentimento comunicativo, tanto che l'Inghilterra annovera quei libri tra i buoni racconti della sua propria letteratura amena.
Bibl.: A. Linaker, G.R., Firenze 1882; G. Faldella, I fratelli Ruffini, Torino 1895; A. Codignola, I fratelli Ruffini, Genova 1925; per altre indicazioni, cfr. G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª ed., Milano 1934, p. 216, e, naturalmente, le opere riguardanti la storia del Risorgimento e tutta la famiglia Ruffini. Pel Dottor Antonio, cfr. anche A. Momigliano, in Corr. della Sera, 25 aprile 1931.