RAJBERTI, Giovanni
Medico e poeta, nato a Milano il 18 aprile 1805, morto a Monza l'11 dicembre 1861. Laureatosi in medicina a Pavia nel 1830, fu per alcuni anni direttore "facente funzione" dell'Ospedale civico di Monza, del quale fu poi primario chirurgo sino al 1859, quando andò a dirigere quello di Como. La sua vita non fu lieta: il governo austriaco lo perseguitò per i suoi sentimenti patriottici.
Diventò popolare a un tratto per un travestimento in sestine vernacole della Poetica oraziana (1836), a cui fece seguire quello di tre satire d'Orazio, divenuto così milanese e contemporaneo del Rajberti. Oltre parecchie poesie vernacole, tra le quali bellissima quella intitolata El pover Pill (1852), l'elogio del suo cane, pubblicò alcune operette umoristiche o, com'egli diceva, "bizzarre": La prefazione alle mie opere future (1838), Il volgo e la medicina (1840), Il gatto e La coda (1846), L'arte di convitare, parte 1ª (1850) e parte 2ª (1851), Il viaggio d'un ignorante a Parigi (1857). Alle tre ultime è raccomandata la sua fama: specialmente al Gatto, che è tutto un elogio ironico (e l'ironia è meravigliosamente sostenuta dal principio alla fine) e insieme un capolavoro di psicologia di quell'animale, "tipo della sapienza e della felicità".
Bibl.: V. Ottolini, Principali poeti vernacoli milanesi, Milano 1881, p. 79 segg.; G. Silva, in Antologia meneghina di F. Fontana, Bellinzona 1900, pp. 291-298; G. Natali, Il medico poeta, introduzione a L'arte di convitare, 2ª ed., Roma 1922; A. Pigatto, G. R., il medico poeta, Firenze 1922.