PINDEMONTE, Giovanni
Poeta, fratello maggiore d'Ippolito, nato a Verona il 4 dicembre 1751, ivi morto il 23 gennaio 1812. Ardente, ambizioso, irrequieto, ebbe vita avventurosa e battagliera. Fece parte a Venezia del Maggior Consiglio, e fu podestà di Vicenza nel 1789. Relegato per otto mesi nella fortezza di Palma in seguito a un processo per querela privata, si ritirò indi nella solitudine d'una sua villa presso Verona, dove condusse a termine una traduzione dei Rimedî d'amore di Ovidio. Accolse con qualche incertezza dapprima, poi con fervida adesione, le idee della Rivoluzione francese. Costretto ad esulare a Parigi nel 1795, vi ritornò una seconda volta dopo la caduta della Cisalpina. Arrestato per sospetto di complicità nella congiura del Ceracchi contro Napoleone, fu liberato per difetto di prove; ritornato a Milano fece parte del Corpo legislativo. Sciolto questo per volere di Napoleone, si ritirò a Verona.
Gli avvenimenti gl'ispirarono rime di valore artistico assai mediocre, notevoli tuttavia per accenti di sincero amor patrio, come l'ode La Repubblica Cisalpina e un poemetto in terza rima, Le ombre napoletane, dove sono rievocate le nobili figure dei martiri del'99. Grande successo ebbero presso i contemporanei le sue tragedie (Mastino I della Scala, I Coloni di Candia, Orso Ipato, Agrippina, Cianippo, I Baccanali, Adelina e Roberto, Il salto di Leucade, Ginevra di Scozia, Elena e Gerardo, Donna Caritea regina di Spagna, T. Q. Cincinnato) ricordate con lode anche da scrittori stranieri (Madame De Staël, Stendhal). Si attenne in esse, non sempre fedelmente, allo schema alfieriano, facendo tuttavia larga parte allo spettacoloso e al patetico, non senza tracce di derivazioni shakespeariane. La verseggiatura è facile sempre e talora eloquente; ma l'intima struttura e lo studio dei caratteri rivelano ingegno e accorgimento scenico, piuttosto che vero vigore drammatico.
Opere: Poesie e Lettere, a cura di G. Biadego, Bologna 1883; Componimenti teatrali, Milano 1804-05 e 1827.
Bibl.: C. Pugliesi, G. P. nella letteratura e nella storia del suo tempo, Milano-Roma 1905; A. Scandola, G. P.,Pola 1927.