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BELLORI, Giovanni Pietro

di P. Pelagatti - Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)
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BELLORI, Giovanni Pietro

P. Pelagatti

Archeologo e scrittore d'arte. Molteplici le attività del B.; nato forse a Roma verso il 1615, egli fu antiquario e collezionista, critico e storico d'arte, pittore e poeta, anche se di non gran conto. Uno zio, l'antiquario Francesco Angeloni, gli infuse la passione per le antichità e ne coltivò le attitudini; nel 1685 il B. curò la pubblicazione della collezione di monete dell'Angeloni. Negli anni fra il 1675 e il 1683, fu bibliotecario della regina Cristina di Svezia e, verso il 1685, pubblicò il catalogo delle monete in possesso della regina, che, alla morte di lei, passarono al Vaticano. Il B. fu anche bibliotecario vaticano, e fu nominato da Clemente X (1670-76), "antiquario di Roma", carica che tenne fino alla morte, avvenuta a Roma, nel 1696. Appassionato di archeologia, nel 1693 pubblicò a Roma la sua opera più famosa in questo campo: Admiranda antiquitatum ac veteris sculpturae vestigia, ma illustrò anche le pitture del sepolcro dei Nasoni, gli archi trionfali di Roma, le colonne onorarie, quali la Traiana e l'Antonina, urne sepolcrali etrusche e romane, lucerne antiche e monete, in una serie di volumi, in cui i disegni e le incisioni erano eseguiti da un chiaro artista del tempo, Pietro di Sante Bartoli (v.). L'elenco delle opere di carattere antiquario del B., è dato dall'ab. Valesio, nella prefazione alla riedizione di un'opera del B.: Adnotationes in XII priorum Caesarum numismata, ab Aenea Vice Parmensi, Roma 1730. Negli anni 1663, 1664, 1667 fu pubblicata la Nota delli Musei, Librerie, Gallerie e Ornamenti di statue e pitture, ne' palazzi, nelle case e ne' giardini di Roma: una lista, per ordine alfabetico, delle opere contenute nelle collezioni private romane (dei Barberini, dei Borghese, dei Giustiniani, della Propaganda Fide, di Cristina di Svezia), accompagnata, ciascuna, da un breve commento. L'attribuzione al B. di quest'opera non è completamente provata; essa però corrisponde allo stile usato dal B. negli altri suoi commenti a opere d'arte, il carattere dei quali è eminentemente illustrativo.

Sia l'Accademia romana di S. Luca che l'Accademia di Francia, annoverarono il B. fra i loro soci. L'attività per la quale il B. ha un posto nella storia della cultura è però piuttosto quella dedicata alle biografie degli artisti contemporanei (Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni, Roma 1672) da lui ritenuti più insigni, e alle opere teoriche (Idea del pittore, dello scultore e dell'architetto, dissertazione letta nel 1664 e premessa alle Vite, e Descrizione delle immagini dipinte da Raffaello, ecc., 1695), che sono di grande importanza per le teorie sull'arte, segnando un precorrimento al Winckelmann e un primo segno di reazione al barocco, in senso neoclassico.

Bibl.: J. v. Schlosser, Die Kunstliteratur, Vienna 1924; E. Panofsky, Idea, Lipsia 1924; Kenneth Donahue, The Ingenious Bellori, in Marysas, publ. by the students of the Inst. of Fine Arts, New York 1943-45, vol. III.

Vocabolario
bellóre
bellore bellóre s. m. [der. di bello], letter. ant. – Bellezza: che cosa tirannica è b. di donna! (Novellino); De tutto compimento siete ornata [E] d’adornezze e di tutto bellore (Guinizzelli).
pietra d'inciampo
pietra d'inciampo (Pietra d’Inciampo) locuz. s.le f. Piccola targa d’ottone, grande quanto una pietra squadrata tipica della pavimentazione stradale di città come Roma, collocata a scopo memoriale davanti alla porta della casa nella quale...
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